Salute Mentale

I videogiochi fanno bene alla salute mentale

L'Università di Oxford promuove l'uso dei videogiochi, ma solo quelli non violenti e non troppo competitivi

Il mondo scientifico continua ad indagare sul rapporto tra videogiochi e salute mentale e questa volta lo fa in un modo assolutamente alternativo. In questi mesi di pandemia in cui siamo costretti a stare a casa in molti passano parecchio tempo attaccati ai video per giocare. Ora uno studio dell’Università di Oxford ci dice che facciamo bene. Bisogna sempre stare molto attenti però alla dipendenza da videogiochi, chiamata tecnicamente gaming disorder.

Videogiochi e salute mentale: prima ricerca “in diretta”

Lo studio si è concentrato su alcuni titoli, prendendo in esame Animal Crossing: New Horizons della Nintendo Switch e Plants Vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville di Play Station 4. È la prima volta che uno studio di questo livello prende in esame dati su giochi recenti. Grazie al fatto che ormai le console sono collegate via internet i ricercatori hanno sottoposto a questionari psicologici le persone mentre stavano giocano e osservare il loro comportamento in presa diretta. Finora invece gli studi si basavano su quello che i giocatori raccontavano della loro esperienza.

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Videogiochi e salute mentale: attenzione ai giochi tossici

I risultati non lasciano spazio a dubbi. La ricerca dimostra che se giochi anche ore a Animal Crossing, ad esempio, sei molto più felice di chi non lo fa. I ricercatori sottolineano che questo studio non vuole essere il lasciapassare per giocare a lungo ai videogiochi. Il team di studio ora vuole andare avanti con la sperimentazione e capire anche quando giocare possa diventare tossico. In più il gruppo di ricerca ha esaminato i risultati di due titoli che sono lontani dai videogiochi considerati diseducativi perché troppo violenti. Si tratta di giochi adatti a ogni età che non impongono né ritmi serrati, né una competizione troppo alta. Quindi può essere che giocare a videogame dove la violenza la fa da padrona, potrebbe dare risultati assolutamente diversi.

I giochi violenti potrebbero addirittura modificare il cervello degli adolescenti

Uno studio americano del 2012 sosteneva infatti che i videogiochi violenti produrrebbero delle variazioni sostanziali nel cervello degli adolescenti.  La ricerca aveva coinvolto 28 giovani maschi tra i 18 e i 29 anni. A metà di loro si chiedeva di giocare per dieci ore per una settimana. I sette giorni successivi non dovevano giocare. Il secondo gruppo non ha mai giocato. Le immagini violente influivano sull’attività del lobo sinistro frontale inferiore e della corteccia cingolata anteriore. Si tratta di zone importanti per il controllo delle emozioni e dei comportamenti aggressivi.

Secondo un altro studio condotto su ragazzi di 14 anni, in chi gioca per più di 9 ore alla settimana l’area striata del cervello risulta più spessa. Questo implica che queste persone sono più sensibili alle ricompense, e quindi più suscettibili di dipendenza.

Videogiochi e salute mentale: cosa dicono gli altri studi

Un altro studio, questa volta britannico, si è invece focalizzato sui giochini del cellulare. Il team di ricerca ha spiegato che se usati per un tempo consono sono ideali per abbassare il livello di stress.

Una ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma ha invece segnalato il Tetris come il miglior gioco per distrarsi da un evento drammatico.

Infine uno studio australiano ha dimostrato che gli studenti che giocano hanno voti più alti nelle materie scientifiche.

 

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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