
Mangiare pesce crudo piace sempre di più agli italiani, tanto che i ristoranti che lo annoverano nei loro menu sono in aumento. È un ottimo modo per assicurarsi proteine di qualità, oltre ai grassi buoni, come gli omega 3. Esistono però dei pericoli dei quali dobbiamo assolutamente essere consapevoli. Si può infatti verificare la sindrome sgombroide, un’intossicazione da pesce che può avere anche conseguenze importanti.
Due casi sospetti sono stati segnalati all’ospedale Sant’Andrea della Spezia, dove sono giunte due persone che, in un ristorante del centro storico di Sarzana, avevano consumato tonno alla griglia lo stesso giorno.
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Cos’è la sindrome sgombroide?
La sindrome sgombroide è un’intossicazione dovuta proprio ad alcuni pesci, come sgombro, tonno, acciuga, aringa e sardina, ricchi di istidina. Si tratta di un amminoacido che si trasforma in istamina quando viene a contatto con alcuni batteri presenti sulla pelle o nell’intestino di questi pesci. Questo avviene quando il prodotto ittico è conservato male.
Una volta che l’istamina è stata prodotta non c’è modo di eliminarla dal pesce, neanche con la cottura, né tantomeno con la congelazione. Inoltre il pesce contaminato dall’istamina conserva lo stesso sapore del pesce conservato in modo corretto. È quindi impossibile per il consumatore finale rendersi conto che sta mangiando un cibo contaminato.
«Questo episodio sottolinea l’importanza dell’adeguatezza nel processo di preparazione ma soprattutto di conservazione degli alimenti», ha dichiarato l’infettivologo Matteo Bassetti a Primocanale.it. «In questo caso sembra essere stata interrotta la catena del freddo e conseguentemente c’è stata una proliferazione da parte di batteri in grado di produrre tossine che possono in qualche modo avere degli effetti importanti sulla nostra salute».
Quali sono i sintomi?
I sintomi, simili a quelli scatenati da un’allergia, appaiono praticamente subito, già dopo i primi 10 minuti. Durano generalmente fino a sei ore. Le manifestazioni più comuni sono:
- rash cutanei;
- bruciore alla bocca;
- forti crampi addominali;
- rossore esteso sulla cute;
- congiuntive arrossate;
- nausea;
- diarrea;
- vomito;
- palpitazioni;
- forte mal di testa.
A volte possono comparire anche:
- febbre,
- pressione alta o pressione bassa,
- tachicardia.
Chi soffre di asma può avere un attacco.
Come si cura la sindrome sgombroide
Di solito si raccomanda l’assunzione di antistaminici e di liquidi in caso di diarrea e vomito. Se i sintomi sono importanti è meglio andare al Pronto Soccorso. Generalmente si risolve in poco tempo, ma in alcuni casi può diventare molto pericolosa se coinvolge l’apparato cardiocircolatorio. In questo caso i medici utilizzeranno l’adrenalina, che è un farmaco salva vita.




