Salute

Perché ho le pupille dilatate?

L'oculista Paolo Nucci spiega quali fattori contribuiscono a far dilatare le pupille, anche in maniera asimmetrica

È una sensazione strana, per certi versi non proprio piacevole: la proviamo tutti, prima o poi, durante la visita oculistica, quando il medico instilla le gocce di collirio per far dilatare le pupille e agevolare il controllo del fondo oculare. Esistono però dei casi in cui le pupille – una sola o entrambe – si dilatano senza intervento farmacologico, e sono situazioni che vanno indagate.

«La dilatazione pupillare, che tecnicamente si chiama midriasi, consiste nella progressiva e stabile apertura dell’area più scura presente al centro dell’occhio, quel minuscolo foro nero, la pupilla, controllato dai muscoli dell’iride e che normalmente s’ingrandisce quando ci troviamo al buio per consentire l’ingresso di una maggiore quantità di luce e aumentare così le capacità visive», spiega Paolo Nucci, professore ordinario di oculistica all’Università degli Studi di Milano.

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Perché le pupille si dilatano?

«Ci sono molti fattori che provocano la dilatazione delle pupille, come appunto la semplice variazione della luminosità, ma questo fenomeno si riscontra anche in altre condizioni. La midriasi, per esempio, è spesso presente nei neonati, quando siamo eccitati e può essere segno di una forte emozione perché in questo caso il cervello secerne dopamina, un neurotrasmettitore che sollecita le terminazioni nervose degli occhi e fa contrarre i muscoli iridei, attivando la dilatazione delle pupille. La midriasi può essere anche una risposta ad altri particolari stati emotivi – di ansia, stress, rabbia o paura – per la produzione di adrenalina, molecola tipica della risposta di “paura e fuga”, oppure può dipendere dall’assunzione di farmaci come gli antidepressivi, gli antistaminici, i medicinali contro il mal d’auto, o può verificarsi a seguito del consumo eccessivo di alcol o di sostanze stupefacenti, oltre che dopo la somministrazione della tossina botulinica, spesso utilizzata in medicina estetica».

Escludendo le ipotesi di aniridia congenita – una rara condizione che di solito si manifesta fin dalla nascita in cui in entrambi gli occhi l’iride è totalmente assente o presente in parte – quando si può ritenere che una pupilla sia dilatata in maniera anormale? «Una certa midriasi bilaterale è presente frequentemente nei pazienti affetti da miopia», precisa lo specialista. «In tutte le altre situazioni, a monte può esserci una causa patologica: a maggior ragione se la dilatazione riguarda una sola pupilla – si parla a tale proposito di anisocoria – ed è ben osservabile soprattutto quando entrambi gli occhi vengono esposti allo stesso grado di illuminazione».

Attenzione all’asimmetria

Tra i fattori scatenanti di un’asimmetria del diametro pupillare possono esserci ictus o tumori cerebrali, che generano pressione all’interno del cranio e, di conseguenza, modificano le funzioni dei muscoli dell’iride. Anche la sindrome di Horner può alterare l’apertura pupillare. «Si tratta di una malattia caratterizzata dalla concomitanza di vari segni clinici: pupilla ristretta, abbassamento della palpebra e tendenza alla secchezza dell’occhio interessato», continua Nucci. «La sindrome è il risultato di un danno alle fibre del sistema nervoso simpatico che innervano l’occhio, e questo per qualsiasi causa».

Le patologie del sistema nervoso responsabili di una differenza di grandezza tra le due pupille sono in genere quelle che colpiscono il terzo nervo cranico o alcune parti del sistema nervoso simpatico o parasimpatico. «Questi fasci nervosi portano gli impulsi alla pupilla e ai muscoli che controllano l’occhio e la palpebra», aggiunge l’oculista. «Pertanto, le persone con malattie del sistema nervoso che colpiscono le strutture visive spesso soffrono di abbassamento della palpebra, hanno occhi visibilmente disallineati e lamentano visione doppia. I disturbi cerebrali che determinano questi sintomi includono ictus, emorragia cerebrale e, meno comunemente, alcuni tumori o infezioni, oppure si possono riscontrare a monte neoplasie e lesioni nel collo o nella parte superiore del torace, nelle aree apicali polmonari».

Infine, una midriasi bilaterale si instaura generalmente in presenza di disfunzioni della carotide come pure nella fase avanzata della cosiddetta sindrome dell’arco aortico, una patologia infiammatoria cronica dovuta all’ostruzione dei grossi rami che originano dall’arco aortico, il tratto ricurvo dell’arteria aorta che nasce nel ventricolo sinistro: in quest’ultimo caso, spesso si nota anche che il polso è notevolmente ridotto e possono essere presenti vertigini e dolori al torace.

Se la dilatazione delle pupille è associata ad altri disturbi vai dal medico

Un’improvvisa modificazione nel diametro delle pupille, al di fuori delle condizioni fisiologiche o nei casi associati all’assunzione di farmaci, non deve mai essere sottovalutata e non serve a nulla intervenire con impacchi o colliri. La midriasi che compare insieme a cedimento della palpebra, visione doppia, offuscamento della vista, mal di testa o torcicollo persistente impone di prenotare subito una visita dall’oculista: solo il medico è in grado di valutare il quadro clinico nel suo complesso, di misurare la consistenza della dilatazione e di prescrivere esami mirati e più approfonditi, come per esempio la risonanza magnetica e la Tac. «In questo modo sarà possibile accertare la causa scatenante dei disturbi e intervenire sul problema alla radice, coinvolgendo nella diagnosi e nella cura gli specialisti di riferimento», conclude Nucci.

Sindrome di Adie, una patologia d’origine misteriosa

La sindrome di Adie (o pupilla tonica di Adie, dal nome del neurologo inglese William John Adie che la studiò agli inizi del ‘900) è una rara malattia neurologica che colpisce in percentuale maggiore le donne, soprattutto in età giovanile e con esordio già nell’adolescenza. In chi ne soffre una pupilla rivela un diametro maggiore rispetto a quella controlaterale, non si restringe o reagisce molto lentamente a uno stimolo luminoso intenso; le restanti strutture visive sono del tutto normali, anche se spesso può essere presente un dolore oculare crampiforme.

Questa forma di midriasi unilaterale – la sindrome di Adie riguarda un singolo occhio nell’80% dei casi – rende più difficoltosa la messa a fuoco, ma si è notato che se la persona rimane al buio per parecchie ore e poi si espone improvvisamente alla luce, anche la pupilla «malata» tende a restringersi per qualche secondo. A oggi per la patologia di Adie non esiste una cura e la causa che la provoca è tuttora sconosciuta: si è tuttavia riscontrato che il disturbo è ricorrente nei soggetti celiaci e nei malati di epatite autoimmune, e si manifesta con una certa frequenza anche nei pazienti emicranici.

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