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Sole: come orientarsi quando si hanno problemi alla pelle

I raggi Uv hanno effetti diversi a seconda del tipo di imperfezione dermatologica: ecco una guida per sapere quando esporsi o meno al sole

Sole sì, ma con moderazione, evitando le ore più calde della giornata e proteggendosi con una crema adatta al proprio tipo di pelle. È questo il consiglio che i dermatologi ribadiscono ogni anno, all’inizio dell’estate. «Il sole fa bene all’umore e contribuisce alla sintesi di vitamina D, indispensabile per la salute delle ossa, ma assai importante anche nella regolazione delle difese immunitarie», spiega Anna Rita Giampetruzzi, dermatologa all’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma, «però guai a esagerare con esposizioni “selvagge”. In agguato c’è, oltre al precoce invecchiamento della cute, anche il melanoma, il tumore più pericoloso della pelle». Ma come regolarsi con l’esposizione al sole se c’è qualche problema alla pelle, come acne, macchie, psoriasi? Ci si può esporre oppure no? Ecco i consigli della dottoressa.

Acne

CI SI PUÒ ESPORRE. A patto che ci si esponga al sole con gradualità, utilizzando creme protettive specifiche per pelli acneiche, che schermano dalle radiazioni ultraviolette e lasciano filtrare le lunghezze d’onda chiamate blue light, terapeutiche nei confronti del batterio responsabile del disturbo, il Propionibacterium acnes. In mancanza di questo accorgimento, il rischio è quello di constatare, dopo un iniziale miglioramento dovuto alla riduzione della seborrea, una recrudescenza dell’acne, causata dalla progressiva ipercheratosi dei comedoni, cioè i punti neri. Un effetto che di solito si manifesta alla fine dell’estate, ma che può essere facilmente evitato con l’uso dei prodotti giusti, che contengono un adeguato sistema di filtri, oltre a principi attivi antiacne, come acetato di zinco e acido laurico.

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Psoriasi

CI SI PUÒ ESPORRE. Ma attenzione a non esporsi nella fase acuta della malattia e a usare un filtro solare adeguato al tipo di pelle. Con la sua azione immunosoppressiva, che riduce la reattività cutanea, il sole è un alleato importante nella cura della malattia con un’azione equivalente a quella della terapia topica. Per questo, chi soffre di psoriasi può anche ricorrere, dietro prescrizione medica, alla fototerapia che seleziona le radiazioni Uvb a banda stretta o Uvb narrow band (311 nanometri) benefiche per la patologia.

Couperose e rosacea

NON CI SI PUÒ ESPORRE. Il motivo? Perché aggrava la vasodilatazione alla base di questi disturbi. La couperose consiste, infatti, in una dilatazione della trama vascolare del viso, che può essere una manifestazione cutanea a sé stante oppure prodromica alla rosacea, un vero e proprio disturbo circolatorio. In genere, chi è affetto da questi problemi tende a voler stare al sole perché il leggero eritema solare ha un temporaneo effetto uniformante nei confronti del rossore provocato dai disturbi ma alla lunga i danni superano di molto i benefici.

Micosi

NON CI SI PUÒ ESPORRE. Le micosi possono interessare mani, piedi, corpo. Nel caso di un’infezione fungina del corpo, come ad esempio la Tinea corporis, l’esposizione è controindicata perché causerebbe un effetto discromico, “a chiazze”. Attenzione anche all’ambiente: i ripetuti bagni in mare o in piscina e l’accesso alle zone comuni, come docce e spogliatoi, possono favorire l’insorgenza di micosi.

Pitiriasi

CI SI PUÒ ESPORRE. Purché non vi esponiate quando la malattia è in fase acuta. Le forme di pitiriasi sono varie. La pitiriasi versicolor, comunemente chiamata “fungo di mare”, si evidenzia maggiormente dopo le prime esposizioni al sole
con chiazze di diversi colori, dal bianco al rosa, al bruno. Il consiglio è quello di avviare la terapia specifica contro l’agente responsabile della malattia, la Malassezia furfur, e successivamente esporsi al sole per favorire la ripigmentazione delle zone interessate dalla patologia.

Macchie

NON CI SI PUÒ ESPORRE. A meno che non si seguano scrupolosamente precise indicazioni: usare sempre una crema solare con protezione di SPF 50+ contro gli Uvb, protezione anche contro gli Uva (per le creme solari ci deve essere un rapporto sempre più equilibrato per le radiazioni Uvb e Uva) e protezione anche per le radiazioni della luce visibile, con filtri sia chimici sia fisici. Ricordarsi di applicare la crema solare quotidianamente da aprile a ottobre, in modo che il sole cittadino non accentui le discromie; ridurre il tempo totale di esposizione; proteggersi con un cappello a tesa larga o sotto l’ombrellone. Questi consigli valgono per tutti i tipi di macchie, anche se le chiazze non sono tutte uguali. Le lentigo solari sono macchie brunastre che, a partire dai 40 anni circa e con l’avanzare dell’età, si manifestano su viso, dorso delle mani, décolleté, mentre il cloasma o melasma è un’accentuata pigmentazione della cute che colpisce le donne in alcune zone specifiche del volto, come fronte, guance, labbro superiore. All’origine di quest’ultimo inestetismo ci possono essere trattamenti come epilazioni o cerette, assunzione di farmaci fotosensibilizzanti come alcuni antibiotici o antidepressivi, disturbi ormonali o l’assunzione di alcune pillole contraccettive.

Vitiligine

CI SI PUÒ ESPORRE. Sì, perché stimola l’attivazione dei melanociti delle zone della cute malate, che appaiono chiare, favorendone la ripigmentazione. L’accorgimento è quello di usare protezioni diverse, 50 o 50+ sulla cute sana, più scura, dove sono presenti i melanociti, 30 dove la cute è depigmentata, sempre evitando di forzare i tempi di esposizione e di far arrossare le macchie della vitiligine. In questo modo si ottiene un effetto uniformante. Anche per questa malattia può rivelarsi utile la fototerapia.

Cicatrici

NON CI SI PUÒ ESPORRE. In presenza di una cicatrice la cute è alterata, assottigliata o talvolta ispessita. Per questo si consiglia di usare sempre schermi protettivi elevati (50+), in modo da evitare eventuali degenerazioni. Inutile applicare uno spesso strato di prodotto: l’importante è rinnovare di frequente l’applicazione.

Nei

CI SI PUÒ ESPORRE. Purché sia un’esposizione graduale, controllata, evitando soprattutto le ore centrali della giornata tra le 11 e le 15, e con una fotoprotezione adeguata. Non bisogna dimenticare che alcuni nei possono trasformarsi in melanoma o che questo tumore può nascere direttamente come lesione maligna. Le scottature solari riportate soprattutto durante l’infanzia, l’adolescenza o la prima giovinezza possono rappresentare un importantissimo fattore di rischio, è questo il motivo per cui sono necessarie attenzione e cautela sotto il sole. Visite periodiche dal dermatologo per il controllo dei nei sono fortemente raccomandate.

Dermatite atopica

CI SI PUÒ ESPORRE. Sempre con le dovute cautele e protezioni in base al fototipo, perché fa regredire la malattia. Come avviene nella psoriasi, il sole è un alleato terapeutico, a patto di non esporsi nella fase acuta. Quindi, prima si
tratta la zona malata, poi ci si espone gradualmente ai raggi del sole. Lo stesso vale anche nei bambini, considerando però che la loro pelle è più sottile e reattiva e va, quindi, protetta con la massima attenzione, sia con creme ad alta protezione, sia con T-shirt e cappellini.

Ferite non cicatrizzate

NON CI SI PUÒ ESPORRE. No perché si potrebbero creare discromie. Meglio esporre al sole solo la cute integra.

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