Salute

Intelligenza Artificiale fa tornare la voce a chi l’ha persa

Un nuovo dispositivo facile da indossare potrebbe rivoluzionare le terapie per la disfonia

Chi ha perso la voce per malattie come un tumore o per altri disturbi potrebbe tornare a parlare grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale.

La disfonia colpisce quasi una persona ogni tre

La disfonia – questo il nome medico per indicare l’alterazione della voce – è una condizione piuttosto diffusa. Le stime parlano di un 30% circa della popolazione che ne viene colpito almeno una volta nella vita.

Gruppo San Donato

Le terapie disponibili al momento sono molto limitate, sia che si tratti di una condizione provvisoria, sia che si sia di fronte a una perdita permanente della voce.

Intelligenza Artificiale e voce: la novità del dispositivo cerotto

Ora una nuova ricerca ha messo a punto un dispositivo che si può indossare, applicandolo sulla pelle del collo, in modo non invasivo. Il paziente non lo percepisce quasi.

Questo wearable device, come lo chiamano gli anglosassoni, sa identificare i movimenti dei muscoli della laringe. In questo modo, grazie alle abilità del machine learning, è in grado di riprodurre le parole che i pazienti con disfonia avrebbero avuto intenzione di pronunciare. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Nature Communications.

Durante la sperimentazione i ricercatori hanno fatto indossare questo dispositivo a otto pazienti adulti. Tutti hanno pronunciato cinque frasi complesse. I risultati sono stati ottimi. Il device è riuscito a riprodurre queste parole con un eccellente 95% di accuratezza.

Cos’è il machine learning?

Il machine learning permette di analizzare una mole gigantesca di dati, facilitando il lavoro dei ricercatori. Sappiamo che ormai l’Intelligenza Artificiale è in grado di imparare dalle informazioni che riceve, elaborarle e decidere praticamente in autonomia.

Le terapie disponibili al momento incidono sulla qualità della vita dei pazienti

Il principale problema delle terapie per trattare i disturbi che interessano la voce è la loro durata, anche quando bisogna affrontare disagi temporanei. In genere ci si rivolge al logopedista o al fisioterapista per quelli meno importanti e al chirurgo per gli altri.

In ogni caso richiedono molto tempo. Si è calcolato che servono dai tre ai dodici mesi per tornare a pronunciare le parole esattamente come si era abituati a fare prima di aver incontrato la difficoltà. A volte si richiede di non usare la voce per un lungo periodo.

Come funziona il nuovo dispositivo?

Il nuovo dispositivo eluderebbe questo problema. Potrebbe infatti essere adoperato insieme agli altri trattamenti o nella convalescenza, così da migliorare in modo sensibile la qualità della vita dei pazienti.

Il device si compone di due parti:

  1. un sensore auto-alimentato, che legge i movimenti dei muscoli della laringe e li trasforma in segnali elettrici, che grazie a un algoritmo di machine learning vengono tradotti in parole vere e proprie.
  2. Un attuatore capace di riprodurre i suoni delle parole riconosciute.

I due componenti si trovano all’interno di una toppa di silicone di pochi millimetri del peso di sette grammi, che viene applicata sulla gola utilizzando dei nastri adesivi biocompatibili. In pratica una sorta di cerotto. La parte adesiva può facilmente essere cambiata ogni giorno.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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