Salute

«Ho una rara malattia del sangue La combatto con un farmaco rivoluzionario»

Il lettore di OK Giovanni Zinnato racconta: «Il mio sistema immunitario distrugge per errore le piastrine, esponendomi a emorragie. Ho accettato di sperimentare una nuova terapia: funziona»

Giovanni Zinnato (Milano), 60 anni, ha dovuto dire addio alla carriera di dirigente all’Eni per una malattia del sangue, la Itp: il suo sistema immunitario distruggeva per errore le piastrine, esponendolo al rischio di emorragie. Per combattere la malattia, il lettore di OK ha affrontato una terapia all’avanguardia (leggi l’approfondimento medico). Ecco la sua testimonianza a OK La salute prima di tutto.

«Turchia, Cina, Indonesia, Norvegia, Egitto, Kazakistan. E anche Londra, New York, Mosca. Una nuova sede ogni tre anni circa. Dal 1976, laurea in ingegneria, ho lavorato all’Eni come dirigente responsabile di diversi progetti in giro per il mondo. Con la famiglia al seguito, se possibile.
Una vita movimentata, tra viaggi e traslochi continui. Requisito fondamentale: una buona salute. Per questo facevo dei controlli periodici, soprattutto prima di raggiungere una nuova sede. Erano check up di routine.
Al rientro per le ferie nel 2007, mia moglie, Domenica, insistette per un test, e io la feci contenta. Per fortuna.
Ero in vacanza al mare quando arrivò una telefonata dall’ospedale, quella che ha cambiato la mia vita: il numero delle piastrine del sangue era bassissimo, 30mila. Diagnosi allarmante, visto che il loro numero è solitamente tra le 150mila e le 400mila.
La prima ipotesi dei medici fu una qualche forma virale, ma gli approfondimenti diedero esiti negativi. Che fare? Tra i miei vecchi compagni di liceo, amico di tutta una vita, c’è un medico, ematologo per di più. Mi diede subito l’indicazione giusta. E mi ritrovai a Milano, all’ospedale Niguarda, in cura dalla specialista in ematologia Enrica Morra.

Gruppo San Donato

Il mio sistema immunitario scambia le piastrine per batteri
Feci esami più accurati, e subito venne alla luce la causa di quei valori così bassi delle piastrine: una malattia del sangue poco diffusa e dal nome lungo, la porpora trombocitopenica immuno-mediata. In sigla, Itp.
Il mio sistema immunitario scambiava le piastrine per batteri e, credendole pericolosi nemici, induceva la milza a distruggerle.

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Subito iniziai con il cortisone per stabilizzare il numero delle piastrine, e la terapia sembrava funzionare. Nel maggio 2008, però, una ricaduta: il numero delle piastrine era di nuovo molto basso. Si prese la decisione di asportarmi la milza.
Fatta l’operazione, la situazione restava comunque insostenibile, specie per il lavoro: continui esami, rischio di emorragie e impossibilità di viaggiare. Dopo tanti anni di vita dinamica, dovevo accettare la mia nuova condizione di malato, prendere atto che la patologia non era risolvibile e lasciare il mio lavoro.
Tutto il mio tempo, da allora, veniva dedicato alla famiglia e alle cure. Senza dimenticare il mio hobby: coltivare fiori e piante in giardino. La malattia però era in agguato e mi aggredì più forte di prima, stavolta con sintomi evidenti: sanguinamenti alle gengive e puntini rossi diffusi sulla pelle.
Un nuovo trattamento farmacologico mi diede effetti collaterali pesanti, tra cui una polmonite e un embolo, e la sua efficacia si smorzò ad agosto. Momento difficile, morale bassissimo. Ma si stava avvicinando un momento di svolta.

Ho sperimentato una medicina rivoluzionaria
Nel settembre del 2009 mi proposero di provare un nuovo farmaco, il romiplostin. Insomma, dovevo fare, con altri malati come me, da esperimento pilota in Italia.
Mi spiegarono che il medicinale non impedisce la distruzione delle piastrine, ma stimola il midollo osseo a produrne di più. Una vera rivoluzione, e io decisi di fare il rivoluzionario.
È stato un successo. Le piastrine si sono subito elevate, i risultati sono stati talmente positivi e incoraggianti che le prospettive di miglioramento della mia malattia cronica sono ottime.
Dopo i periodi bui, in cui ero costretto all’immobilità per paura di emorragie, sto vivendo un momento d’oro: le piastrine sono alte, non ho effetti collaterali e ho molta fiducia nella nuova terapia. La mia vita non è più frenetica come quando lavoravo, ma non mi faccio più condizionare da quelle tre lettere: Itp».
Giovanni Zinnato – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 8 febbraio 2010

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