Salute

Disturbo bipolare: cause, sintomi e cure

L'alterazione prolungata dell'umore, dovuta a uno squilibrio dei neurotrasmettitori, porta a oscillare tra eccitazione e depressione

Focus a cura di Carlo Altamura, direttore del dipartimento di salute mentale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano e ordinario di psichiatria all’Università degli Studi di Milano.

Per disturbo bipolare si intende un’alterazione prolungata dell’umore, caratterizzata dall’alternanza di fasi depressive e di attivazione (maniacali), intervallate da periodi di normalità: potremmo dire che la fase maniacale e quella depressiva siano come il fuoco e la cenere. Si distinguono due tipologie (disturbo bipolare di tipo 1 e di tipo 2), a seconda della prevalenza delle fasi di eccitazione o di quelle depressive.

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SINTOMI. Il disturbo bipolare può insorgere a ogni età. La fase maniacale si manifesta con euforia, aumento delle energie, elevata autostima ed eccessivo ottimismo, pensieri e azioni veloci, diminuzione della percezione del rischio. Viceversa, nella fase depressiva si avvertono grande stanchezza, sentimenti di colpa, difficoltà di concentrazione, incapacità di provare piacere e disturbi del sonno e dell’appetito. Entrambe le fasi possono essere accompagnate da deliri e allucinazioni.

CAUSE. La malattia è dovuta a un aumento della trasmissione nervosa eccitatoria, nella fase maniacale, e inibitoria in quella depressiva, per uno squilibrio dei neurotrasmettitori. C’è una predisposizione genetica e nelle persone predisposte il disturbo può essere innescato da fattori psicosociali come lutti, abusi e problemi lavorativi.

TERAPIE. Gli stabilizzatori dell’umore, tra cui il litio, sono i farmaci di scelta per il trattamento del disturbo bipolare. Oltre al litio, esistono attualmente numerose molecole per il trattamento di questo disturbo, che appartengono alla classe degli anticonvulsivanti e degli antipsicotici atipici, altrimenti detti stabilizzatori ideo-affettivi. La psicoterapia può essere utile per aumentare la consapevolezza di malattia e aiutare nel riconoscimento dei sintomi, ma solo nella fase di mantenimento, mentre è controindicata nelle fasi acute della malattia. La ricerca attualmente sta identificando marcatori biologici (genetici, o di altro tipo) per la diagnosi precoce. Un nostro studio ha mostrato come un ritardo nella cura sia associato a una peggiore prognosi e a un maggior rischio-suicidio.
Carlo Altamura, direttore del dipartimento di salute mentale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano

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