Salute

Birilubina e fosfatasi: come leggere gli esami del sangue

Sono indici di colestasi del fegato e una loro alterazione può indicare una difficoltà di flusso di bile nel fegato 

Per valutare la salute e la funzionalità del fegato negli esami del sangue bisogna guardare anche i valori di birilubina e fosfatasi. Sono indici di colestasi, la cui alterazione può indicare una difficoltà nel flusso di bile del fegato.

Che cos’è la birilubina?

È contenuta nella bile, quando aumenta, causa il colorito giallo dell’ittero e il colore scuro delle urine.

Gruppo San Donato

I valori della birilubina

Bilirubina totale (BT): deriva dalla demolizione dell’emoglobina, viene trasformata dal fegato prima di essere eliminata.

Uomo/donna: 0,20-1,20 mg/decilitro
Valori alti: itteri.
Valori bassi: alcune forme di anemia, sideropenia (carenza di ferro), assunzione di alcuni sedativi.

Bilirubina diretta (BD): è la bilirubina già trasformata dal fegato.

Uomo/donna: 0-0,2 mg/decilitro.
Valori alti: epatiti, ostruzioni delle vie biliari, calcolosi, cirrosi.

Bilirubina indiretta (BI): è la bilirubina non ancora trasformata dal fegato.

Uomo/donna: 0,2-0,8 mg/decilitro.
Valori alti: sindromi emolitiche, malattia di Gilbert, favismo, avvelenamenti.

Che cos’è la fosfatasi?

È prodotta a livello di vari tessuti, e prevalentemente a livello epatico, osseo, intestinale e placentare. Nella nota successiva ci riferiremo ai valori di ALP totali, ma nel caso di problematiche particolari il valore della fosfatasi alcalina dovrà essere rapportato a quello di altri enzimi.

I valori della fosfatasi

Uomo/donna: <170 UI/litro

Valori alti: ittero ostruttivo, cirrosi biliare, malattie del fegato acute e croniche, alterazioni del sistema scheletrico (soprattutto se non associata ad un aumento di valori di gamma-GT), rachitismo, gravidanza.
Valori bassi: ipotiroidismo, carenza di magnesio, cachessia (grave forma di deperimento organico).

Parola all’esperto

Approfondisci con la videointervista a Francesco Onida, professore associato di Ematologia, dipartimento di Oncologia e Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano che ha curato anche questo testo, e ricorda sempre che il referto deve essere controllato e interpretato dal tuo medico.

 

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