Salute

Alluce valgo: quali sono i rimedi della “cipolla” al piede?

L'ortopedico Marco Moscati spiega perché questa struttura del piede si deforma e in che modo si può intervenire

L’alluce valgo (la cosiddetta “cipolla”) è una deviazione verso l’esterno del primo dito del piede, associato a una deviazione verso l’interno, cioè in varo, del primo metatarso. Non è un problema estetico, come può sembrare, ma in realtà è un problema funzionale e di biomeccanica del piede. «Durante la fase del passo il 70% del peso del corpo è sorretto dal primo raggio del piede, cioè l’alluce, e dal primo metatarso corrispondente» interviene Marco Moscati, dirigente medico di Ortopedia e Traumatologia dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano. «In presenza di un valgismo del primo dito, invece, il peso viene trasferito sui metatarsi e sulle dita centrali, che non sono in grado di sostenere il peso del corpo. Questo, infatti, durante il passo aumenta fino a tre volte. Avviene quindi un cedimento del metatarso, della volta trasversa del piede con successivo dolore ai metatarsi».

Quali sono le cause dell’alluce valgo?

Le cause dell’alluce valgo sono genetiche ed ereditarie. «Esiste una familiarità, anche non diretta, tra genitori e figli ma anche tra nonni e nipoti. È una predisposizione genetica che di solito compare tra i 30 e i 60 anni di età. Esiste anche l’alluce valgo giovanile, o dei bambini. In questi casi non si opera, ma si aspetta l’età adulta per intervenire» continua l’ortopedico. Le scarpe con il tacco alto e la punta troppo stretta non causano l’alluce valgo, ma sono tra i fattori scatenanti in una persona che è già predisposta. «Ci sono moltissime donne che indossano scarpe con i tacchi e la punta stretta per tutta la vita e non soffrono di alluce valgo». Nella maggior parte dei casi l’alluce valgo colpisce entrambi i piedi, ma nel 40% dei casi si può manifestare in un solo. Interessa più le donne degli uomini, in una proporzione di 7 a 1, probabilmente per questioni di genetica femminile legata al cromosoma X.

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Come alleviare il dolore?

Per alleviare il dolore dell’alluce valgo e rallentare il processo di deformazione si può ricorrere a terapie conservative:

  • Uso di un plantare personalizzato che corregga e migliori l’appoggio difettoso del piede.
  • Ricorso a speciali tutori, detti “divaricatori” o “separatori”, acquistabili in farmacia: per i primi, meglio puntare su quelli in stoffa con piccoli rinforzi in silicone (sconsigliati quelli notturni rigidi perché troppo fastidiosi); per i secondi, bisogna usare quelli in silicone che si interpongono tra l’alluce e il secondo dito (per scegliere la tipologia è necessario chiedere all’ortopedico).
  • Acquisto di scarpe apposite che si modellano sul piede pur essendo esteriormente simili alle normali sneakers e scarpe da passeggio.
  • Esecuzione di esercizi, su indicazione del fisioterapista, che aiutano a mantenere elastiche le capsule articolari tramite l’azione di muscoli flessori ed estensori del piede, come per esempio, mettersi sulle punte o chinarsi per raccogliere oggetti da terra.

Qual è la terapia più efficace per l’alluce valgo?

L’unica terapia efficace per l’alluce valgo è l’intervento chirurgico. L’approccio ideale è impostato caso per caso, sulla base delle caratteristiche del paziente (età del paziente, presenza o meno di dita a martello e di un cedimento metatarsale) e della gravità del disturbo.

  • La tecnica a cielo aperto. «Si pratica un’incisione di circa 3-4 centimetri e s’interviene facendo un’osteotomia, cioè una correzione del primo metatarso che viene spinto verso l’esterno in modo da allinearlo con il primo dito. La tecnica “mininvasiva” consente una ripresa immediata della deambulazione. È eseguita in anestesia loco-regionale a livello del ginocchio che addormenta tutta la gamba».
  • La tecnica percutanea. Esiste infine la tecnica “percutanea”, senza incisioni, che non necessita di apertura delle articolazioni. «Si eseguono delle incisioni nell’osso atte a ridurre il valgismo dell’alluce. Si interviene sia sulla falange sia sul primo metatarso, per finire con una sezione del tendine adduttore del primo dito. L’anestesia è loco-regionale e dopo l’intervento si applica un bendaggio contenitivo per mantenere il primo dito in posizione corretta».

Decorso post-operatorio e recupero funzionale

La degenza è di massimo una notte. Per tre settimane si utilizza una scarpa post-operatoria detta “talus” che permette la libertà dell’avampiede. Si fanno tre medicazioni e si riprende la propria vita. Se l’intervento è fatto al momento giusto, in età non giovanissima, difficilmente si ripresenterà il disturbo. È un processo lento, che si forma negli anni. È utile ricordare comunque che la correzione dell’alluce valgo evita, se fatta precocemente, un’evoluzione da alluce valgo semplice ad alluce valgo complesso.

L’alluce valgo può colpire anche bambini e adolescenti

Questa deformazione della struttura del piede può comparire anche in età molto precoce, addirittura intorno ai 7-8 anni. Le cause sono molteplici: il valgismo del primo dito del piede può essere associato al piede piatto, può essere una “eredità” familiare, oppure può essere indotto da scarpe un po’ troppo strette, come quelle usate spesso nel calcio e nella danza.

Domenico Curci, ortopedico dell’Unità Operativa di Ortopedia Pediatrica all’IRCCS Istituto Galeazzi di Milano, spiega come mai questa deformazione della struttura del piede può comparire anche in età molto precoce

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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