Salute

“Corpi senza peso”, 5 storie sui disturbi alimentari

Nel libro scritto da Stefano Vicari e Ilaria Caprioglio, presentato in occasione della V Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, si parla soprattutto di anoressia nervosa, il DCA più diffuso tra i giovani e più temuto dalle famiglie

Cinque storie vere per raccontare uno dei disturbi alimentari più diffusi e più temuti. Corpi senza peso è il libro con cui Stefano Vicari, direttore di Neuropsichiatria Infantile all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, e Ilaria Caprioglio, avvocato e scrittrice, raccontano i DCA, i disturbi del comportamento alimentare e in particolare l’anoressia nervosa.

corpi senza pesoCon il duplice io narrante di un dottore e dei ragazzi malati e un linguaggio distante da quello scientifico, Corpi senza peso mette in evidenza con uno stile leggero l’impegno di un équipe ospedaliera e gli stati d’animo che scaturiscono dal rapporto tra un medico e i suoi giovani pazienti. «Il libro – spiega Stefano Vicari – segue il percorso di cinque ragazzi malati di anoressia, dalla malattia al ricovero, dalla cura alla guarigione, profilandone l’evoluzione. L’idea è nata insieme a Ilaria Caprioglio: abbiamo messo insieme la mia esperienza tecnica e la sua esperienza di vita, quella di una persona che ha avuto problemi di anoressia quando faceva la modella. Il romanzo ha di sottofondo la storia di un medico e della sua fidanzata intersecata alle voci e alle testimonianze dei pazienti. Abbiamo utilizzato uno stile leggero, nonostante i temi affrontati siano delicati. Il romanzo è pensato sia per i ragazzi che per i loro genitori: è una sensibilizzazione a tutto tondo».

Gruppo San Donato

L’anoressia nervosa, ovvero il rifiuto del cibo al punto tale da portare a un dimagrimento eccessivo, genera nei giovani che ne soffrono un’intensa paura di ingrassare e un’alterazione nel modo di percepire il proprio corpo. Questo disturbo del comportamento alimentare è il più frequente in età evolutiva (0-18 anni) e colpisce tra lo 0,2 e l’1% dei giovani. Come spiega il professor Vicari, l’anoressia nervosa «fa paura perché è il disturbo psichiatrico a più alta mortalità, sopratutto quando colpisce in età adulta. Quando l’esordio è in età pediatrica, invece, è possibile avere delle storie a lieto fine, come quelle del libro».

Il trattamento precoce è in grado di migliorare e risolvere in buona percentuale i disturbi del comportamento alimentare, anche se spesso prevede lunghi ricoveri. L’obiettivo è quello di far recuperare peso al paziente, rieducarlo all’alimentazione, accompagnarlo in una psicoterapia individuale o familiare e fargli seguire un trattamento psicofarmacologico.

Secondo i dati, negli ultimi anni l’età di insorgenza dell’anoressia nervosa, indicata tra i 15-19 anni, si è abbassata molto. Perché? «La prima spiegazione è che nei paesi occidentali la pubertà è sempre più precoce: il primo ciclo per le ragazze arriva presto e sono proprio loro ad essere le più colpite. Su 10 pazienti, 9 sono di sesso femminile. La seconda è l’esposizione a modelli culturali in cui la magrezza è mitizzata ed è collegata all’ideale di bellezza. I fattori culturali giocano un ruolo importante nello sviluppo dei modelli di riferimento dei giovani, ma non determinante: tra le cause va considerato anche il fattore biologico, cioè la predisposizione naturale di un individuo a sviluppare il disturbo».

Dei percorsi dei cinque protagonisti di Corpi senza peso, non sempre viene raccontata la conclusione, ma sono tutte storie a lieto fine. Da qui, il messaggio lanciato dagli autori Stefano Vicari e llaria Caprioglio: «Di malattia bisogna parlare senza tabù e paure. In Italia oggi fa più paura una malattia mentale che il cancro, perché il disturbo psichiatrico viene collegato all’isolamento sociale. Vogliamo far capire ai genitori che i disturbi mentali dei figli non sono causati della loro inefficienza: un padre e una madre non si devono sentire in colpa. Quello che vorremmo ottenere con questo libro è facilitare le richieste d’aiuto. Se c’è un problema da risolvere, la base perché questo accada è riconoscerlo e parlarne a qualcuno».

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE:

«Mio figlio non mangia», lo sportello telematico che aiuta i genitori

Anoressia: come affrontare il discorso se nostra figlia non mangia più

Anoressia: i segnali da non sottovalutare

Anoressia: la colpa è del padre?

Disturbi alimentari: alla ricerca di una “alimentazione perfetta”

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio