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Giornata Mondiale contro l’Alzheimer

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Il 21 settembre si celebra la giornata mondiale contro l’Alzheimer e la strada per trovare una cura a questa patologia è ancora impervia, ma non del tutto sbarrata. Quello che si può e si riesce a fare oggi con i farmaci a disposizione è rallentarne la progressione della malattia, migliorando per qualche tempo i sintomi di declino cognitivo e di alterazione comportamentale.

Gruppo San Donato

Anticorpi monoclonali: il nuovo studio

Inoltre ci arrivano buone notizie dalla ricerca e dal campo degli anticorpi monoclonali, infatti è da poco stato approvato in America Aducanumab un farmaco che se preso al momento giusto può migliorare addirittura il decorso della patologia. La tempistica corretta per l’assunzione di questo farmaco è quando la malattia ancora non si è manifestata ed è qui la difficoltà e la necessità di rendere più forte ed efficace il fronte della diagnosi precoce. La Food and Drug Administration ha esaminato gli studi condotti sul farmaco Aducanumab, l’anticorpo monoclonale si è dimostrato efficace nella rimozione dell’accumulo di beta amiloide causa della patologia di Alzheimer nei soggetti che si trovano in una fase molto iniziale della malattia.

Ciò che differenzia Aducanumab dagli altri medicinali oggi utilizzati contro l’Alzheimer è proprio il momento di azione, mentre questi farmaci già in uso provano a rallentare la malattia oramai avviata, questo anticorpo monoclonale agisce nelle fasi prodromiche dell’Alzheimer, cioè quando il declino ancora non è del tutto manifesto. Negli studi sperimentali è stato evidenziato come Aducanumab sia in grado di eliminare addirittura le placche di beta amiloide nel cervello, non solo evitando il declino cognitivo che come sappiamo è il sintomo caratteristico di questa patologia neurodegenerativa, ma in alcuni casi anche innescando un miglioramento rispetto alla malattia stessa.

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