News

Le donne più brave a vedere volti dove non ci sono

Questo fenomeno si chiama paraidolia. È dovuto alla capacità del mondo femminile di attivare più velocemente alcune parti del cervello

Alzi la mano chi non ha riconosciuto un viso o la forma di un oggetto guardando le nuvole in cielo? Ci sono persone però a cui capita molto più spesso rispetto alle altre di vedere figure e forme alzando lo sguardo sopra la propria testa. Uno studio, pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience, del gruppo di ricerca dell’università di Milano-Bicocca ha scoperto che succede di più alle donne rispetto agli uomini. O meglio, le donne sono molto più portate a “umanizzare” gli oggetti. Questo fenomeno prende il nome di pareidolia, dal greco: para simile ed eidolon immagine.

I ricercatori hanno messo sotto osservazione sia uomini sia donne, misurando la risposta del loro cervello alla percezioni di stimoli visivi legati a quattro categorie di immagini: volti umani, oggetti qualsiasi, oggetti simili a facce e, infine, animali. La ricerca dimostra come il cervello femminile sia più incline ad antropomorfizzare gli oggetti (a renderli cioè più simili alla forma umana) rispetto a quello maschile.

Gruppo San Donato

«Già in altri studi il cervello femminile aveva evidenziato reazioni più marcate – spiega la professoressa Alice Mado Proverbio, coordinatrice della ricerca – nei confronti di informazioni sociali come il pianto o il riso dei bambini, le espressioni facciali, la mimica corporea e le interazioni sociali, dimostrando un maggiore interesse verso le persone rispetto ad oggetti o paesaggi. In questo studio viene anche svelato il meccanismo con cui il nostro cervello “attribuisce un’anima” ad oggetti altrimenti inerti, ovvero li antropomorfizza conferendo loro motivazioni, emozioni e intenzioni con il coinvolgimento della regione temporale superiore di destra, del cingolato posteriore e della corteccia orbito-frontale, parti del cosiddetto “cervello sociale”».

Ma cosa avviene nel nostro cervello? Attenzione perché non è semplicissimo, come spesso accade quando si spiegano le dinamiche della nostra mente. Lo studio spiega che per il riconoscimento dello schema facciale umano vengono attivati alcuni gruppi di neuroni. La prima elaborazione avviene nella parte posteriore del cervello dopo soli 170 millisecondi: di fronte a una faccia, la risposta è più intensa, mentre di fronte agli oggetti con sembianze facciali (chiamata Fit, acronimo inglese per Faces in things, facce negli oggetti, ndr) è intermedia: di fronte a oggetti ‘neutri’ è più debole. In questo stadio maschi e femmine rispondono in modo molto simile, ma in un secondo stadio, che si svolge quasi contemporaneamente al primo (la velocità è rapidissima, 150-190 millisecondi), l’informazione viene inviata a zone anteriori dell’encefalo.

Le donne hanno una risposta molto simile sia al riconoscimento delle facce sia ai Fit – che abbiamo detto sono oggetti simili a volti – e si attiva quello che viene chiamato il ‘cervello sociale’, quindi l’emisfero destro, il giro temporale superiore, la corteccia orbito-frontale e cingolata, che delinea un’emozione in ciò che si vede. Anche gli uomini, naturalmente, sono portati a identificare immediatamente le facce come persone, ma considerano in modo automatico le Fit come semplici oggetti.

Le rilevazioni per arrivare a queste conclusioni sono state fatte grazie a una cuffia iper-tecnologica, dotata di 128 elettrodi.

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE 

Le regole per un cervello giovane

La voce delle donne stanca il cervello degli uomini

Il potere della musica che cura il cervello

Crescere bilingui rende il cervello più elastico, fin dai primi mesi di vita

 

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio