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La frutta secca va d’accordo con la dieta sana

Dopo noci e mandorle è ora la volta di prugne secche e uvetta. Vari studi, condotti soprattutto negli Stati Uniti, si sono infatti occupati delle proprietà della frutta essiccata, un alimento che concentra molte delle sostanze più importanti della frutta, come fibra e potassio, ma anche zuccheri, presenti in quantità fino a 10 volte quelli della frutta fresca.

Ma allora, “pesa” più la ricchezza in valore nutritivo della frutta secca, o le calorie che può apportare? Un recente studio pubblicato da Nutrition Research ha cercato di rispondere a questa domanda, valutando i rapporti fra consumo di frutta secca, qualità della dieta e peso corporeo in più di 13 mila adulti. I consumatori di frutta essiccata (almeno 20 grammi al giorno) avevano una dieta complessivamente migliore rispetto a chi non ne mangiava, in particolare per l’apporto di fibra, potassio, calcio, magnesio, vitamine K, A ed E.

I consumatori di frutta secca avevano anche minori problemi di sovrappeso rispetto agli altri. Per quali ragioni? Fra le varie ipotesi, coloro che consumano frutta secca potrebbero essere più attenti alla dieta, oppure uvetta e simili potrebbero essere usati per migliorare il sapore di cibi “sani” (per esempio, i cereali da colazione) senza che si avverta il bisogno di aggiunge zuccheri o grassi. Dalle ricerche arrivano, peraltro, anche ulteriori novità.

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Uno studio pubblicato dal British Journal of Nutrition suggerisce che nelle donne in menopausa il consumo di prugne secche possa aiutare a migliorare la densità minerale ossea. Commenta Valeria Del Balzo, dell’Unità di ricerca Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione-Università La Sapienza di Roma: «Si tratta di risultati interessanti, che però necessitano di approfondimenti, volti anche ad identificare i potenziali composti responsabili di questi effetti. Non dimentichiamo comunque che è sempre la dieta nella sua totalità a dover essere considerata, con particolare attenzione, nel caso dell’osteoporosi, agli apporti di calcio e di vitamina D.

L’aggiunta di un etto di frutta secca al giorno, come nello studio citato, senza gli opportuni adattamenti, può facilmente portare ad un sovraccarico di zuccheri e di calorie». «Meglio, quindi, — sottolinea Del Balzo — puntare su porzioni più moderate, da consumare al posto di altri alimenti che, come nel caso di molti snack, non possono certo vantare un apporto di minerali, di fibra e di antiossidanti pari a quello della frutta secca».

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