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Fiorello: ingrasso e dimagrisco, sono un uomo yo-yo

«Mi gonfio e mi sgonfio da un mese all'altro. Lo so che non è bene, ma non riesco a resistere al cibo. Poi, in previsione di una tournée o di un programma tv, mi punisco...»

«Basta guardare le foto che mi ritraggono in costume da bagno: a distanza di appena due mesi l’una dall’altra ci sono anche dieci chili di differenza», racconta Fiorello. «Lo so che non è bene, ma non riesco a resistere al cibo. Poi, in previsione di una tournée o di un programma tv, mi punisco…».
Ecco la confessione del conduttore tv a OK.

«Ero nella redazione di Viva Radio2 mentre Marco Baldini e i miei collaboratori stavano lavorando ai testi della trasmissione del giorno dopo. Io tentavo di buttare giù queste righe con il massimo della concentrazione e intanto urlavo: “Chiudete quella cavolo di finestra, sento uno spiffero bestiale!”.
Già, perché anche se sembra il contrario, io sono uno cagionevole… Soffro il freddo (gli spifferi, poi!), ma anche il caldo. Sì, vabbè, lo so: sono un pochino ipocondriaco.
A dirla tutta, io sarei il testimonial a rovescio di una rivista come OK, nel senso che non mi sento proprio di interpretare il ritratto della salute. Il peggio è la pancia. Io nasco con la gastrite incorporata: da piccolo ho avuto episodi di acetone a manetta, uno dietro l’altro. Oggi ho lo stomaco che è un confortevole e ben frequentato aeroporto in cui svolazzano, allegri e beati, gli helicobacter, quei batteri che provocano l’ulcera. Gastroscopie e colonscopie per me sono appuntamenti irrinunciabili. Gaviscon, Maalox e Antra sono la mia coperta di Linus: mi soccorrono e confortano nei momenti degli attacchi più acuti di mal di stomaco.

Gruppo San Donato

La mia pancia è come un soufflé
Come mi è venuto questo schifo di apparato digerente? Per grazia ricevuta. Fin dalla mia comparsa su questa terra… Gli anni che ho passato nei villaggi turistici, lavorando anche 18 ore al giorno, con un’alimentazione che definire disordinata è un eufemismo, hanno fatto il resto.
Come ci convivo? Prima di tutto con l’abitudine e poi cercando, nei limiti del possibile, di riderci sopra. Tanto per fare un esempio, nello spettacolo che ho portato in giro per l’Italia nel 2006, dal titolo Volevo fare il ballerino, c’è tutto un pezzo che gioca sulla colonscopia. E la mia speranza è che qualche spettatore, dopo averci riso su, magari il giorno dopo, se accusa qualcuno dei disturbi che porto in scena, vada a farsi un controllo. Perché anche in questo campo prevenire è importante.

Alle feste ci do dentro allegramente

Ma sto già andando fuori tema, e mi capita spesso. Quella che mi è stata chiesta è una cosa ben precisa. La riassumo. “Rosario, se capita di vedere due tue foto in costume da bagno scattate a qualche mese di distanza, ci sono differenze evidentissime tra l’una e l’altra. Nella prima ci sono rotolini di ciccia sparsi qua e là, come un morbido soufflé di patate, attorno ai fianchi, sotto il mento (e, aggiungo io, sotto il costume da bagno), nella seconda il soufflé si è come asciugato”.

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Vero, sono sempre stato soggetto (consapevole) all’effetto yo-yo: mi gonfio e mi sgonfio, mi gonfio e mi sgonfio… Dico consapevole perché quando eccedo eccedo, senza paura e con grande gioia. Ma poi ho la fase del pentimento.
Per esempio, da gennaio a marzo del 2006 sono passato da 97 a 87 chili. Con una dieta particolare: la dieta Fiorello. Ricordo che mio padre diceva sempre ai miei fratelli e a me che ognuno è il medico migliore di se stesso, perché in teoria tu sei quello che ti conosce meglio. Prendiamo Natale: in famiglia, tutti attorno a un tavolo a mangiare le prelibatezze della cucina siciliana, stecche di torrone al lavoro, frutta secca dappertutto. E ci do dentro allegramente, senza ritegno e, soprattutto, senza sensi di colpa.
Si parte a colazione con l’ultima fetta del pandoro avanzato la sera prima, magari con l’aggiunta di un filo di goduriosa Nutella. A seguire, torrone, qualche arachide o noce a mo’ di aperitivo, a cui accompagnare tutti i primi che passa il convento, senza rinunciare, pena la squalifica, ai secondi, magari con contorno. A cena? Bis. L’ultima Pasqua le cose sono cambiate di poco… Cioccolato al posto del panettone.

E per la tournée scatta la dieta
Un mese, un mese e mezzo prima di una tournée o di uno spettacolo televisivo, devo rimettermi in forma. È il momento della dieta Fiorello. Scatta la punizione. Al posto degli spaghetti alla carbonara, 50 grammi di capelli d’angelo. Sono favolosi: 50 grammi sono pochi, ma li condisco con un filo d’olio d’oliva, di quello buono che ti fa passare la fame già solo con il profumo (non è vero, ma bisogna crederci!).

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Altri trucchi: il pollo bollito, ma non sempre nell’acqua, altrimenti dopo un po’ sembra di mangiare del pongo bianco. Io lo cucino nella birra. Prima di tutto si sgrassa, poi prende un sapore diverso. Per condirlo, un po’ di zafferano, spolverato sopra con le dita, e il solito filo d’olio.
Spesso prendo tre zucchine, due cipolle e una carota, le butto nel frullatore. Ne esce una cosa verde, un po’ inquietante da guardare, ma alla fine è buona e riempie. Ogni tanto una bella fiorentina, e solo quella: non me la leva nessuno. Ovviamente a colazione basta cornetti, ma una fetta biscottata e giusto una lacrima di marmellata.

Faccio scorta di cracker di farro
Per ogni evenienza faccio scorta di cracker di farro: me li mangio quando i crampi sono forti e la pancia si acquieta. Non vado in palestra, mi annoio troppo, ma faccio le scale a piedi, dimenticando per l’occasione l’uso dell’ascensore.
E se sgarro durante il periodo della dieta, perché capita di sgarrare per lavoro o altro? Per esempio, sono andato alla cena dopo la consegna dei Telegatti, proprio mentre ero in piena dieta. Mica potevo intristire gli altri! Allora non mi sono fatto mancare niente, dolci compresi, che altrimenti sono banditi dalla dieta Fiorello e da qualunque dieta. Il giorno dopo, però, scatta la passione: una sogliola bollita a pranzo e un’insalata a cena. E basta.
Ho una grande fortuna: non mi piace il vino, giusto un goccio di spumante nei brindisi, la birra la uso soprattutto per il pollo e bevo a litri acqua leggermente gassata con una fetta di limone che Pippo Baudo mi fa arrivare a casa. Io torno in forma così».
Rosario Fiorello (testo raccolto da Alfredo Rossi nel giugno 2006 per OK La salute prima di tutto)

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