
Un test innovativo basato sull’analisi combinata di marcatori tumorali potrebbe rivoluzionare l’approccio alla chemioterapia, permettendo di identificare in anticipo i pazienti oncologici che non risponderanno al trattamento.
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Cos’è il test per capire se la chemio funziona?
Secondo gli autori, il test è in grado di rilevare con precisione la resistenza alla chemio, aiutando a evitare terapie inutili e potenzialmente dannose per i pazienti non responsivi. Lo hanno sviluppato i ricercatori del Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas di Madrid, in collaborazione con l’Università di Cambridge e la startup biotech Tailor Bio, e ne hanno pubblicato i risultati sulla rivista Nature Genetics.
Che cos’è la chemioterapia e quali sono i suoi effetti collaterali?
La chemioterapia è una delle terapie più comuni utilizzate per il trattamento dei tumori. Si basa sull’uso di farmaci in grado di uccidere le cellule tumorali o impedirne la proliferazione. Tuttavia, questi farmaci non agiscono in modo selettivo solo sulle cellule malate: colpiscono anche quelle sane che si dividono rapidamente, come le cellule del sangue, della pelle, dei capelli o del tratto gastrointestinale.
Per questo motivo, i principali effetti collaterali della chemioterapia possono includere:
- Caduta dei capelli
- Nausea e vomito
- Stanchezza persistente
- Abbassamento delle difese immunitarie
- Anemia
- Problemi gastrointestinali
- Danni temporanei o permanenti a organi come cuore, reni o fegato, a seconda del farmaco utilizzato
Proprio per l’impatto significativo sulla qualità di vita, la possibilità di prevedere l’efficacia della chemio rappresenta un passo avanti verso cure più personalizzate e mirate.
I marcatori che segnalano la resistenza alla chemio
Come spiega il coordinatore dello studio, Geoff Macintyre, «la chemioterapia è utile per alcuni pazienti, ma non efficace in tutti i casi. Tra il 20% e il 50% dei malati di cancro non risponde a questi farmaci». Per questo motivo, l’équipe di ricerca ha sviluppato un test che analizza marcatori legati all’instabilità cromosomica – una caratteristica frequente nelle cellule tumorali, in cui interi cromosomi o loro porzioni risultano duplicati, mancanti o mal assemblati.
Nel nuovo studio, questi biomarcatori di instabilità sono stati analizzati in 840 pazienti con diversi tipi di tumore (mammella, prostata, ovaio e sarcomi), già sottoposti a chemioterapia. I risultati hanno mostrato che i pazienti con uno o più marcatori avevano fino a 7 volte più probabilità di non rispondere alla chemio, anche in assenza di altri fattori di rischio noti.
Test per capire se la chemio funziona: verso una medicina più personalizzata
Il test si è dimostrato efficace nel prevedere la resistenza a tre principali classi di farmaci chemioterapici:
- i derivati del platino,
- i taxani,
- le antracicline.
La speranza dei ricercatori è che, con studi clinici più ampi in corso di sviluppo, questa strategia possa diventare uno strumento diagnostico di routine per selezionare fin da subito il trattamento più adatto a ciascun paziente.