News

Aiutando lo sviluppo del continente Africano

Post di Luca Quagliata, ricercatore in oncologia all’Università di Heidelberg in Germania

Nei paesi dell’Africa subsahariana la formazione di medici e del personale paramedico è un investimento indispensabile per avviare uno sviluppo socio-economico sostenibile. L’impatto positivo della formazione di una classe medica locale, di fatto al momento quasi inesistente rispetto alle esigenze del territorio, è per certo non limitato alla sola sfera della salute, ma fa parte di un più complesso processo verso lo sviluppo della autosufficienza di un paese.

Post di Luca Quagliata, ricercatore in oncologia
all’Università di Heidelberg in Germania

Nei paesi dell’Africa subsahariana la formazione di medici e del personale paramedico è un investimento indispensabile per avviare uno sviluppo socio-economico sostenibile. L’impatto positivo della formazione di una classe medica locale, di fatto al momento quasi inesistente rispetto alle esigenze del territorio, è per certo non limitato alla sola sfera della salute, ma fa parte di un più complesso processo verso lo sviluppo della autosufficienza di un paese.

Gruppo San Donato

Anche per quanto detto, le motivazioni non sono certo mancate alla Università Federico II, grazie alla caparbietà e alla determinazione di tanti tra cui in prima fila Luigi Greco, per avviare un progetto di cooperazione e sviluppo con la Università di Gulu, finalizzato a sostenere la creazione di una facoltà di Medicina nella martoriata Uganda del nord. L’Università di Gulu nel 2004 ha ricevuto un piccolo edificio devastato, sporco e cadente della vecchia maternità dell’ospedale di Gulu per installarvi la nuova Facoltà.

Una avventura quasi impossibile. La svolta avviene poco più trardi quando il vicino Ospedale di Lacor (St. Mary’s H. Lacor, fondato da Pietro e Lucille Corti negli anni 60) ha accettato di partecipare al progetto di cooperazione italiana garantendo i primi fondi di contropartita per sostenere l’iniziativa. Cosi nel marzo 2004 il rettore della Università Federico II, al tempo Guido Trombetti, ha sottoscritto, con il vice rettore della Università di Gulu, una convenzione per sostenere lo sviluppo di una facoltà di Medicina in Uganda: inizia così il progetto Gulu-Nap.

La grande forza del progetto risiede anche nel aver compreso l’importanza di disegnare un corso di laurea basato sui bisogni della comunità. Ad esempio sono state da subito organizzate squadre mobili per rendere disponibili servizi sanitari di base nelle zone rurali. «La facoltà adotta la tendenza internazionale verso la eccellenza scientifica, ma intende anche enfatizzare i campi della medicina più vicini agli attuali bisogni della popolazione, quali la medicina primaria e la prevenzione delle malattie, la salute materna infantile, la medicina tropicale, l’approccio integrato alla terapia».

Nel 2010 la facoltà ha rilasciato la laurea per i primi studenti. Inoltre da notare come dal 2004 ad oggi, circa 50 professori (principalmente dell’ateneo Federiciano) siano andati a insegnare a Gulu, senza percepire alcun compenso, contribuendo in maniera fondamentale al successo di questa iniziativa. Tra i tanti obiettivi di nota conseguiti dal progetto, la costruzione di legami che hanno consentito di integrare la nuova facoltà con le altre Università ugandesi e la attivazione di forme di partnership di con Enti ed Istituzioni italiane ed internazionali, che hanno permesso e permetterà ancora al Gulu-Nap di continuare a formare nuovi medici in Uganda. Ecco un esempio virtuoso di come sostenere concretamente il continente Africano. La diffusione della cultura e il sapere scientifico rende più liberi e indipendenti.

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio