L'Editoriale del Direttore

L’editoriale del Direttore

La torta al cioccolato

ANTONINO
Prof. Antonino Di Pietro Direttore Scientifico di OK Salute

Quando ero ragazzino alcune estati si decideva di andare in vacanza in campeggio. Era bellissimo! Catapultato dalla vita cittadina in quel camping sul mare, vivevo una sorta di libertà trasgressiva, respiravo un’aria che sapeva di erba, sabbia e terra.
Mi affascinava l’idea che solo un velo di stoffa marrone di quella tenda mi separasse dalla natura. Era tutto molto naïf. Poi ogni anno c’era un momento della vacanza, al culmine dell’estate, in cui tutti gli abitanti di tende, roulotte e bungalow si ritrovavano assieme: era la cena di ferragosto, organizzata dal ristorante del campeggio. Partecipavano proprio tutti e ricordo che i miei genitori preferivano trovarsi puntuali all’apertura della grande
sala da pranzo, perché così non si faceva tardi al successivo spettacolo serale. Scoccata l’ora X ci affrettavamo a occupare il tavolo preferito e poi ci avvicinavamo ai lunghi buffet ricchi di saporite tentazioni. Era fortissimo il desiderio di riempire il piatto di tutto e di più, ma con un solo sguardo severo mio padre frenava ogni mio eccesso.
Una volta improvvisamente mi apparve una bellissima torta di crema al cioccolato e con in mano un piatto appena riempito di pasta alle vongole mi avvicinai al banco dei dolci con l’intento di prenderne subito una bella fetta. Sentii in quel momento la voce ferma di mio padre che con dolcezza mi disse: «No Antonino, non riempire subito il tuo piatto di tutto, adesso di questa torta ne prenderesti più di quanto poi avrai voglia di mangiarne e sarebbe un peccato buttarla via, privando altri di mangiarla».
Naturalmente ubbidii e con educazione tornai a sedermi, passando tra i tavoli dei vicini che nel frattempo diventavano dei mini-buffet. Poi finalmente, finito di mangiare il secondo, arrivò il dolce atteso momento. Mi avvicinai al banco dei dessert ma non trovai più quella bellissima torta di crema al cioccolato.
Era finita! Mi rimase il sapore che non avrei mai provato. Tornando al mio posto la vedevo sui tavoli dei miei vicini, a grandi fette appena sbocconcellate mentre i camerieri le portavano via. Poi tutti corremmo a prendere posto per lo
spettacolo serale.

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