Disabili

Al lavoro parlate di persone non di diversità

«Cominciamo a non parlare di diversità, ma di persone», attacca deciso Giuliano Calza, direttore formazione, sviluppo e comunicazione interna di Indesit company. «Io, portatore di handicap (paraplegico n.d.r.), non sono diverso, ma mi sento tale nel momento in cui qualcuno mi mette in difficoltà per esempio parcheggiando sugli scivolo dei marciapiedi».  

«Cominciamo a non parlare di diversità, ma di persone», attacca deciso Giuliano Calza, direttore formazione, sviluppo e comunicazione interna di Indesit company. «Io, portatore di handicap (paraplegico n.d.r.), non sono diverso, ma mi sento tale nel momento in cui qualcuno mi mette in difficoltà per esempio parcheggiando sugli scivolo dei marciapiedi».

 

Una vision, come si direbbe in gergo economico, che Calza ha portato con sé nel suo percorso lavorativo in Whirlpool, Fiat e Alfa Romeo. «In Indesit parliamo di inclusione non di diversità, tutti siamo diversi, per cultura, origine, sesso, modo di pensare o di comportarsi e tutti contribuiamo allo sviluppo di prodotti grazie a queste differenze», prosegue.

Gruppo San Donato

Domanda, quindi facendo un colloquio di lavoro a una persona l’handicap non viene considerato?
R. Il mio obiettivo è quello di cercare il meglio che il mercato offre. Normodotato o con handicap non fa nessuna differenza. Quando troviamo disabili validi siamo felici di includerli perché rappresentano un arricchimento. Il problema se mai è un altro.

D. Quale?
R. Trovare portatori di handicap qualificati a sufficienza. Indesit è un’azienda metalmeccanica con 11 mila operai su 16 mila dipendenti. Difficile pensare di assumere un diversamente abile per la parte operativa, più giusto pensare agli uffici. Allora cerchiamo il top. Risorse qualificate che non sempre troviamo anche tra le categorie protette, almeno qui a Fabriano (An).Ed è uno dei motivi per cui parteciperemo a Diversitalavoro.

D Secondo lei perché i livelli di scolarità sono bassi?
R. Se da un lato l’università non aiuta dall’altro deve scattare qualcosa che gli permetta di superare una mentalità figlia di uno Stato ipergarantista. Alcuni disabili pensano che il posto di lavoro sia sempre dovuto e non che sia necessario faticare per conquistarlo. Invece pè vero il contrario. Le faccio un esempio. In Indesit abbiamo un responsabile It che è tetraplegico. Ebbene è partito dal basso, gradino dopo gradino, ha tre lauree  e un corso post laurea alle spalle. L’azienda gli ha solo creato l’ambiente giusto per operare, lui ha fatto il resto con una grinta e una caparbietà incredibile.

D. Tanti ragazzi si lamentano di inviare il curriculum ma di non essere mai richiamati?
R Non posso parlare per altre aziende ma qui tutti vengono presi in considerazione. A questi ragazzi consiglio di non desistere e nel frattempo di curare con la massima attenzione l’aspetto curriculare. Continuare a studiare. La crisi morde, trovare un lavoro è difficilissimo per tutti i giovani. Le aziende ora assumono solo potenziali talenti e non è detto che non ce ne siano tra i portatori di handicap.

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