Salute

Vitamina D: da elisir a fake news. Ecco la verità

L'Aifa restringe la possibilità di prescrizione la vitamina, la Società Italiana di Endocrinologia protesta. Ecco cosa dicono gli studi scientifici

Un’imponente ricerca che ha analizzato i dati provenienti da 81 studi precedenti che hanno coinvolto oltre 53.000 persone ha messo in dubbio il ruolo di questa vitamina nella prevenzione delle fratture ossee. In realtà questa raccomandazione non riguarda le persone che soffrono di osteoporosi o di deficit di vitamina D, o chi vive in case di cura. Gli integratori restano utili nella prevenzione di condizioni rare come l’osteomalacia e il rachitismo che si verificano dopo una prolungata mancanza di esposizione alla luce solare.

L’esposizione al sole

La vitamina D è sintetizzata dal nostro organismo attraverso l’assorbimento dei raggi del sole operato dalla pelle. Raggiungere la dose quotidiana raccomandata di vitamina D è particolarmente difficile in inverno. A metà gennaio, ad esempio, bisognerebbe stare al sole per ben 130 minuti. Da aprile a luglio, quando il nostro corpo è chiaramente più esposto al sole a causa del nostro abbigliamento, bastano appena 10 minuti per assorbire una buona quantità di vitamina. In autunno i tempi si allungano. Nel mese di ottobre, ad esempio, servirebbe una mezz’oretta di sole. Tuttavia, durante l’estate il colecalciferolo si può accumulare nel tessuto adiposo e funzionare da serbatoio per i mesi invernali.

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In gravidanza

Il corpo di una donna in gravidanza chiede quantità maggiori di vitamina D. Secondo un’indagine presentata dall’Università Aristotele di Thesaloniki in Grecia, il 90% delle donne nel bacino del Mediterraneo presenta bassi livelli di vitamina D durante la dolce attesa. Bisogna quindi integrare l’assunzione della vitamina in questo periodo della vita di una donna? Ad oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ritiene necessaria l’integrazione di vitamina D durante la dolce attesa. L’alimentazione equilibrata, insieme all’esposizione solare, può essere un valido aiuto per soddisfare le esigenze nutrizionali dell’organismo di mamma e bambino.

Difende dal tumore al colon

Quando i livelli di vitamina D nel sangue sono elevati, il sistema di difesa anti-cancro dell’organismo si mette sull’attenti e contrasta con maggiore forza l’avanzata del tumore del colon e del sangue. Lo sostiene uno studio internazionale svolto dalle  università della Finlandia orientale e da quella autonoma di Madrid. I risultati sono stati pubblicati  sulla rivista scientifica Seminars in Cancer Biology. I ricercatori in forza ai due atenei hanno spiegato che un’alta reattività alla vitamina D possa essere legata a un minore rischio di sviluppare tumori.

Servono nuovi studi

“La reattività – hanno messo in guardia gli scienziati – varia però da persona a persona e influenza il bisogno di integrazione della vitamina”. Occorrono però nuovi studi, perché l’integrazione con la vitamina D non ha dimostrato di ridurre la mortalità per cancro per tutti. Il team di ricerca sostiene che l’impatto di questa vitamina potrebbe essere più evidente se i partecipanti delle ricerche fossero divisi proprio in base alla loro reattività individuale.

Già una ricerca del 2015 del Dana Farber-Cancer Institute di Boston, pubblicata su Gut, era arrivata alle stesse conclusioni.

Allevia le scottature solari

Un ulteriore beneficio della vitamina D è quello di alleviare i segni delle scottature solari, riducendo l’infiammazione e attivando la riparazione della pelle lesionata. Lo dimostra uno studio americano pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology. Durante la sperimentazione sono state usate dosi massicce di vitamina D, necessarie per ridurre l’infiammazione e generare benefici cutanei.

Cibi e vitamina D

Non è semplice indicare quali alimenti contengano vitamina D, perché in realtà nessun cibo ne è davvero ricco. Alcuni pesci grassi, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi ne contengono scarse quantità: l’unica eccezione è data dall’olio di fegato di merluzzo (non molto utilizzato nelle nostre cucine). La vitamina D, come detto, viene infatti in grande parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari. Nei Paesi nordici, dove le ore di sole sono nettamente inferiori ai Paesi mediterranei, alcuni alimenti vengono fortificati di vitamina D.

Carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D ha conseguenze negative sulla salute delle ossa con effetti che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura (ad esempio, artrite o reumatismi) e alla osteomalacia. Altri effetti negativi causati da una carenza di vitamina D possono colpire il cuore  e il benessere dell’intestino.

Fonte: The Lancet

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