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Tumore alla prostata: metà dei 50enni non è mai andato dall’urologo

Novembre significa prevenzione del carcinoma prostatico: diverse le iniziative in Italia per sensibilizzare gli uomini sulla neoplasia, di cui si stimano circa 35 mila nuove diagnosi all'anno

Inizia novembre, torna la campagna di sensibilizzazione sul tumore alla prostata. Negli ultimi dieci anni è diventata la neoplasia più frequente nella popolazione maschile occidentale. Dopo i 50 anni, il 20% dei tumori diagnosticati è un carcinoma prostatico. In Italia si stimano 458.000 persone con pregressa diagnosi, circa il 30% dei maschi con tumore e oltre 14 milioni di uomini sono a rischio per fascia d’età, familiarità o altri fattori. Secondo l’ultimo rapporto Aiom-Airtum, nel 2018 sono stimate circa 35.000 nuove diagnosi, cioè 100 nuovi casi al giorno.

Movember e Novembre Azzurro

Due le iniziative da segnalare. La prima è Movember, che in Italia è attiva dal 2012: il movimento invita tutti gli uomini a tagliarsi la barba e a farsi crescere i baffi (“Mo” sta per “moustache”) per ricordare di avere cura della propria salute. La campagna è rivolta alla lotta contro il tumore della prostata e del testicolo, con l’obiettivo di favorire la diagnosi precoce e la ricerca sui trattamenti. Un’altra campagna è Novembre Azzurro di Europa Uomo Italia, che attraverso l’arte cerca di portare l’attenzione sulla prevenzione del tumore alla prostata. Nell’ambito di Novembre Azzurro, che ha preso il via il 29 ottobre e durerà fino al 2 dicembre, si svolgeranno delle iniziative di sensibilizzazione nelle scuole in Lazio, Calabria, Campania, Piemonte e Lombardia con distribuzione di materiale informativo, oltre a tavole rotonde presiedute da esperti del settore. Il claim della campagna quest’anno è “Fai luce su di te”: per questo, con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali, diverse statue italiane – dal Discobolo di Mirone ai Bronzi di Riace – si illumineranno di azzurro nei mesi di novembre e dicembre (scopri orari e giorni sul sito della campagna).

Gruppo San Donato

Gli uomini italiani non fanno prevenzione

Come si comportano gli italiani nei confronti della prevenzione del tumore alla prostata? Non benissimo: quasi la metà dei cinquantenni non è mai andato dall’urologo in vita sua e oltre tre su dieci non hanno mai effettuato il test del Psa (antigene prostatico specifico). Rispetto alle donne, gli uomini sono bocciati in tema di prevenzione. Studi scientifici hanno stimato che la popolazione femminile ha una consapevolezza dell’importanza della prevenzione 30 volte maggiore degli uomini.

Non va sottovalutato 

Secondo un’indagine condotta da Doxapharma su più di 350 ultracinquantenni, quello alla prostata sembra un tumore preso molto alla leggera. Tanto che il 58% degli intervistati non ne ha mai parlato con il proprio medico e uno su due ne ignora completamente i campanelli di allarme (scopri qui i sintomi). Il fatto che il carcinoma prostatico sia sottovalutato è legato all’idea che dà questa patologia si guarisca sempre. In parte è vero, dato che oggi sopravvive oltre il 90% dei pazienti a 5 anni, ma non si può dimenticare che ogni anno oltre 7.000 decessi sono causati da questa neoplasia.

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