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Samantha de Grenet: «Ho avuto un tumore al seno»

La conduttrice, che ha subito un intervento di quadrantectomia per l'asportazione del tumore, sta seguendo una terapia ormonale che protegge dalle recidive

Samantha de Grenet, conduttrice molto amata dal pubblico, racconta di aver avuto un tumore al seno e di aver subito una quadrantectomia, l’intervento non demolitivo ideato dal professor Umberto Veronesi. Ecco il suo racconto.

La conduttrice è sempre stata attenta alla prevenzione

La prevenzione. Sono sempre stata convinta che fosse fondamentale. Talmente importante da occupare i primi posti nella lista delle mie priorità, subito dopo gli affetti. Da che ho memoria, credo di aver sempre rispettato gli appuntamenti con le visite di check up. Le ho fatte tutte, puntualmente e ogni anno. Proprio come un «soldatino svizzero», come a volte mi chiama affettuosamente chi mi vuole bene. Mi sono controllata sempre, dicevo, tranne una volta.

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Dopo l’Isola ha dimenticato di fare il controllo al seno

Era il 2017, l’anno della mia partecipazione a L’Isola dei Famosi, un periodo molto particolare. Quando prendi parte a un programma come quello finisci per entrare in un bellissimo vortice: hai continui appuntamenti di lavoro, la vita si fa ancora più frenetica, hai la valigia perennemente in mano. E tu, per un attimo, perdi la cognizione del tempo e di te stessa. Sempre in quell’anno, mi sono rotta il menisco e poi lussata la spalla. Insomma, ho avuto il mio bel da fare anche con riabilitazione e fisioterapia. In quel turbinio di eventi ho mancato per la prima volta il controllo al seno. Non ci ho pensato, semplicemente.

Samantha de Grenet: «Ho sentito un “nocciolo” sul seno destro»

È stato un giorno del luglio 2018 a riportare alla mia mente l’importanza di quella visita mancata. Era una bellissima giornata d’estate e io mi ero regalata un weekend al mare con mio marito e alcuni amici. Sdraiata, sotto il sole, ho sentito qualcosa nella parte alta del mio seno destro. Una massa piuttosto grande, dura, insolita: una specie di nocciolo. Che spiacevole imprevisto, proprio in quel momento. Tre giorni dopo, infatti, sarei dovuta partire con mio figlio, tuttavia mi sono detta: «Samantha non rimandare: fatti controllare subito, così parti tranquilla».

Poi è arrivata la conferma: Samantha de Grenet aveva un tumore al seno

Il giorno dopo sono andata dalla mia senologa con grande serenità: l’idea che quel nocciolo potesse essere qualcosa di pericoloso non mi sfiorava minimamente. Dopo la mammografia e l’ecografia, però, mi arriva un pugno fortissimo in piena faccia. La dottoressa, senza troppi giri di parole, mi dice con dolce fermezza: «Samantha, tu hai un tumore. Ti devi operare subito, non puoi aspettare». Cortocircuito. Lei mi parlava, io ero in un altro mondo, non capivo più niente. Uscita frastornata da quello studio sono scoppiata a piangere. Ma non per me: il mio unico pensiero era mio figlio. Pensavo a quando avrebbe appreso la notizia, a come avrebbe reagito, a quello che avrebbe dovuto vivere, alla sua disperazione.

Samantha de Grenet: «Ho subito una quadrantectomia»

Ho chiamato subito mio marito, è stato un colpo duro anche per lui. Abbiamo deciso che nostro figlio non avrebbe saputo niente finché non mi fossi operata. Poi, com’è nel mio carattere, mi sono buttata a testa bassa e ho cercato di affrontare la situazione. La mia senologa mi ha fatto incontrare il dottor Alberto Luini, dello Ieo di Milano. Non solo un luminare, ma una persona meravigliosa: solo a guardarlo negli occhi mi trasmetteva tranquillità. Ho cercato anche un chirurgo plastico, da far intervenire contestualmente all’asportazione del tumore. Io ho subito una quadrantectomia, l’intervento non demolitivo ideato dal professor Umberto Veronesi, che consiste nel togliere soltanto una porzione di seno.

In sala operatoria c’era anche il chirurgo plastico

Se non avessi fatto intervenire il chirurgo plastico, mi sarei ritrovata un seno diverso dall’altro. Per me sarebbe stato impensabile rimetterci le mani dopo: rientrare in sala operatoria, riaffrontare l’anestesia, le ferite, le cicatrici. Ho potuto risolvere tutto in una volta e questo ha fatto sì che il mio intervento durasse molto: circa sei ore. I due medici si sono alternati, poi è stata effettuata la biopsia. Ho potuto tirare un sospiro di sollievo solo quando mi hanno comunicato l’esito dell’esame: la massa tumorale era circoscritta, non aveva toccato i linfonodi e tutta la zona era stata «pulita» dall’operazione.

Prende anche un farmaco antitumorale

Una volta rimosso il tumore, l’oncologo mi ha prescritto la terapia. Non ho dovuto fare alcuna chemio, ma della radioterapia per due mesi e mezzo, terminata la quale ho iniziato ad assumere, ogni giorno, un farmaco antitumorale, il tamoxifene, che protegge da eventuali recidive. Può dare diversi effetti collaterali: gonfiore, ritenzione idrica, sintomi analoghi a quelli della menopausa, come vampate, sudore. E, poi, insonnia, senso di stanchezza e umore un po’ instabile. Io consiglio di fare attività fisica, il più possibile. Il corpo cambia completamente e all’inizio non ti accetti, ti vedi un mostro. Quanto ai controlli, devo farne ogni sei mesi per almeno cinque anni. Oggi sto bene. Mi definiscono guarita. Ma non basta guarire nel fisico, c’è un’altra parte, importante, che non va sottovalutata: quella psicologica. Io l’ho affrontata parlando di quello che avevo vissuto. Prima ne ho parlato con una persona, poi con un’altra. Tenere per me questo segreto era scomodo e impensabile, perché per me la verità rende liberi.

Samantha de Grenet

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