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Reggiseno: vanno bene tutti i modelli purché di mezza taglia in più

I consigli del senologo per evitare dolori e irritazioni a causa del reggiseno

Croce e delizia di tutte le donne, alleato nel sottile gioco della seduzione ma elemento di fastidio specie a fine giornata e quando il caldo non dà tregua. Il reggiseno non è mai un accessorio secondario e la scelta del modello richiede attente valutazioni. Anche dal punto di vista della salute.

Sì, perché riversare sugli effetti mirabolanti del balconcino o del ferretto le proprie ambizioni estetiche può causare fastidi di non poco conto. «Dolori, è bene chiarirlo subito, e non alterazioni del tessuto ghiandolare che compone la mammella», esordisce Alberto Luini, senior consultant alla chirurgia senologica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano.

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Non è sempre indispensabile

Ma, anche se non si tratta di patologie gravi, è meglio fare attenzione. Partiamo però dall’inizio, sfatando un mito. «Il reggiseno non è indispensabile», afferma l’esperto. «Se una donna ha un seno piccolo, indossarlo è una scelta che risponde solo al desiderio di essere più seducente. Oppure al bisogno di sentirsi più a proprio agio, non a una necessità reale. Altro il caso delle signore e signorine che hanno una scollatura voluminosa. Allora, il reggiseno ha una funzione importante: sostenere il peso della mammella, coadiuvando il lavoro di un muscolo, il grande pettorale, che è molto caricato. In questo caso è meglio portare il reggiseno sin dalla pubertà, quando il seno è ormai sviluppato, poi fino alla menopausa. Facendo attenzione alle variazioni legate al ciclo mestruale.

Il seno, infatti, è soggetto a cambiamenti di volume durante le quattro settimane che preparano la mestruazione. Vicino all’ovulazione, risulta più turgido e spesso granuloso all’autopalpazione. È il cosiddetto seno noduloso, una condizione non patologica, che però è importante saper riconoscere e assecondare. Come? Basta limitarsi a un reggiseno molto morbido nei giorni prima del ciclo o addirittura non indossarlo, se ci si sente in una morsa».

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Assecondare la forma

Le donne che hanno avuto un figlio, dopo i primi mesi di allattamento possono notare un rilassamento del seno, che diventa ptosico, cioè pendulo. «In queste occasioni il reggiseno è indispensabile, per aiutare i muscoli nel loro lavoro di impalcatura delle mammelle».

Nelle donne anziane, poi, non è infrequente che forti nevralgie intercostali, dovute all’artrosi, si avvertano invece all’interno dei seni. Un reggiseno contenitivo, secondo il senologo, mitiga questa sensazione dolorosa.

«Per le sportive, invece, è meglio optare per un capo con allacciatura anteriore, che assicura il sostegno massimo», continua l’esperto. «In ogni caso la regola di base è: mai costringere il seno a stare in una posizione forzata, per ottenere una forma diversa da quella naturale. Sarebbe come pretendere di trasformare i capelli dritti in una chioma riccia e crespa. Per capire quale tipo di reggiseno è appropriato, bisogna osservarsi allo specchio. Se i seni sono simmetrici, ci vuole una mezza taglia in più di quella che calza a pennello. Qualora, invece, le mammelle presentino un’asimmetria, la scelta ottimale è un’intera misura in più. Sui lunghi tempi, un reggiseno troppo stretto infiamma le porzioni inferiori e laterali della mammella».

reggiseno

Coppa, ferretto, triangolo o push up? Conta, naturalmente, anche la forma dei seni. Quelli tondeggianti non hanno bisogno di un forte sostegno perché aderiscono maggiormente al torace. I meno sferici sono più penduli. Ai seni piccoli si adatta un reggiseno a triangolo, senza cuciture strutturanti. La coppa rigida va bene per un seno voluminoso.

Ferretto: nessun rischio tumore

«Molte pazienti mi chiedono se ci sia una correlazione tra i modelli con il ferretto e il tumore al seno», rivela Luini. «Questo accessorio non è un fattore di rischio, anche se esistono soluzioni anatomicamente più adeguate per dotarsi di una scollatura a effetto. Il cosiddetto push up, il reggiseno con imbottiture nella parte bassa della coppa, e anche quelli a olio, hanno un vantaggio sul ferretto. Enfatizzano la curvatura del seno senza compressione». Sono i cosiddetti modelli conformati: sostengono, ma rimanendo elastici e confortevoli.

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Di notte non serve

Non ci sono controindicazioni a portare il reggiseno anche di notte. Semplicemente non serve. Distese, si è immuni dalle sollecitazioni meccaniche che accompagnano il passo. «Semmai, è nelle donne operate per motivi oncologici che occorre qualche precauzione in più. E la biancheria intima, in effetti, aiuta a tenere ferma la medicazione», spiega lo specialista.

Pizzo, cotone, seta oppure acrilico? La moda offre una gamma ampia di tessuti. «Dal punto di vista medico, niente è meglio del cotone», risponde Luini. «Questa fibra, essendo naturale, permette una traspirazione perfetta e limita i rischi di allergie. Il pizzo, invece, potrebbe irritare la pelle e non è la soluzione più adatta per tutti i giorni».

Infine, le spalline. «Bisogna regolare l’elastico in base al proprio seno e alla circonferenza del torace», conclude il senologo. «Spesso le donne abituate a spalline troppo corte accusano dolore alle spalle e alla schiena, perché le fasce muscolari sono compresse».

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