Benessere

Rimedi contro la puntura di ape

In estate è facile imbattersi in api, vespe e calabroni, soprattutto se si trascorrono molte ore in mezzo alla natura. Ecco come prevenirne l'attacco e cosa fare in caso di puntura

La puntura di un’ape, una vespa o un calabrone non fa solo male ma può rappresentare anche un serio pericolo per la salute. Se 9 italiani su 10 vengono punti almeno una volta nella vita, 8 su 100 possono manifestare una reazione allergica che può portare addirittura a rischiare la vita. Ogni anno nel nostro Paese, infatti, sono circa dieci le persone che muoiono in seguito alla puntura di un imenottero. FederAsma e Allergie spiega quali accorgimenti adottare per prevenirne l’attacco e in che modo intervenire in caso di puntura.

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In presenza di api, vespe e calabroni bisogna mantenere la calma

La regola numero uno quando ci confrontiamo con il regno animale è niente panico. Vale ovviamente anche per api, calabroni e vespe. Se vedete un insetto vicino a voi, restate calmi e allontanatevi lentamente. Non urlate, non agitate le braccia e non schiacciateli. Altrimenti gli insetti diventeranno più aggressivi, perché si sentiranno minacciati.

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Se si sta in mezzo alla natura, niente abiti floreali e colorati

Se avete in programma una gita in campagna non scegliete abiti dai colori vivaci. Non indossate vestiti e borse con fantasie floreali e colorate che possono attrarre le vespe. Allo stesso modo evitate di spruzzarvi addosso profumi intensi e dolci.

Attenzione a quando si mangia e beve all’aperto

Attenzione quando mangiate all’aperto. Può capitare infatti che una vespa o un’ape possano essere attirate dall’insalata e, senza accorgervi, potreste inserire in bocca l’insetto, con gravi conseguenze per la vostra salute. Non dimenticate anche di chiudere sempre le bibite e le birre. Gli insetti vengono attratti dallo zucchero presente e potreste anche non accorgervi che una vespa è entrata nella vostra lattina, con conseguenze gravi: potrebbe pungervi all’interno della bocca. Dopo che il bambino ha finito di mangiare è fondamentale, poi, pulirgli sempre molto bene il viso. Se è sporco attirerà insetti che potrebbero pungerlo.

In caso di puntura di ape, vespa o calabrone togliere subito il pungiglione

In caso di puntura di ape, vespa o calabrone la prima cosa da fare è togliere immediatamente il pungiglione, perché questo diminuisce la dose di veleno iniettata. Aiutatevi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze né le dita, perché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Subito dopo, se potete applicate del ghiaccio. Va bene ovviamente anche una lattina molto fredda.

Cosa applicare in caso di puntura d’ape blanda

Subito dopo aver estratto il pungiglione, date un occhio alla reazione che ha il vostro corpo alla puntura. Nella stragrande maggioranza dei casi è solo locale, con arrossamento e gonfiore vicino alla puntura. In questo caso, dopo aver applicato del ghiaccio, si può applicare una pomata a base di cortisone o eventualmente, sempre su consiglio del medico, si può assumere antistaminici per via orale.

Cosa fare in caso di reazione grave a una puntura d’ape 

Se il paziente presenta orticaria ed edema, che durano da più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri, è meglio rivolgersi al pronto soccorso. Se la reazione viene valutata di media entità, il paziente può assumere un ciclo orale di antistaminici e steroidi e deve essere tenuto sotto osservazione per almeno 4 ore. In caso di vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, mancanza di respiro, stordimento, confusione mentale, abbassamento della pressione sanguigna e perdita di coscienza, la reazione è molto grave e si rischia lo shock anafilattico. Si tratta di una vasodilatazione, accompagnata da calo della pressione arteriosa e perdita di coscienza, che può portare anche alla morte. In situazioni simili è necessario la somministrazione immediata di farmaci anti-shock come l’adrenalina.

Il vaccino che salva dalla puntura di un’ape, una vespa o un calabrone

Chi in passato ha avuto reazioni gravi a una puntura di ape, vespa o calabrone deve rivolgersi a un allergologo per sottoporsi all’immunoterapia specifica, cioè il vaccino. Si tratta di piccole punture nel braccio che il medico effettua con il veleno del “nemico” individuato dai test allergologici, da fare non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa. I veleni altamente purificati costano molto, il vaccino è totalmente gratuito per ora solo in alcune regioni d’Italia, anche se si tratta di una vera e propria terapia “salva vita” poiché in un mese, raggiunta in sedute ravvicinate la dose di mantenimento, la protezione è già pressoché totale. Si continua la vaccinazione per 5 anni, una volta al mese almeno il primo anno, per poter assicurare la protezione per tutta la vita.

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