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Pet therapy: la sua zampa ti dà una mano

Le ricerche scientifiche confermano le capacità terapeutiche di cani, gatti e conigli

Molti ignorano che l’importanza del ruolo sociale degli animali nella comunità umana, indagato per millenni da filosofi e letterati, è stata dimostrata da centinaia di ricerche nel corso dell’ultimo mezzo secolo. E oltre al ruolo affettivo è noto da tempo anche quello terapeutico, che oggi è strutturato con impieghi mirati a precise patologie e dal 2003 riconosciuto in Italia dal Servizio sanitario nazionale. È quindi possibile usufruirne in alcuni ospedali e case di riposo.
Si tratta, per usare il termite coniato negli anni 50 dallo psichiatra americano Boris Levinson, della pet therapy, ovverossia dell’insieme di azioni volte a migliorare la salute delle persone con l’aiuto di un animale domestico (pet).

Tutte le terapie con gli animali
La pet therapy riunisce diverse metodologie di lavoro che rientrano in due grandi categorie, le Terapie con l’ausilio di animali (Taa) e le Attività con ausilio di animali (Aaa). Le prime consistono in interventi che si affiancano alle terapie convenzionali, destinati a pazienti che soffrono di problemi cognitivi o psicologici, di disturbi comportamentali o che manifestano tendenze antisociali; le Aaa sono invece interventi di tipo ricreativo educativo con lo scopo di migliorare la qualità della vita di persone anziane o cieche, dei malati terminali e di chiunque si trovi in particolari condizioni di disagio.
L’interazione con un animale, oltre a rendere di buon umore, favorisce i contatti interpersonali aiutando chi ha problemi di comunicazione o anche veri e propri deficit mentali.
In entrambi i casi (Taa e Aaa), perché la pet therapy dia frutti è necessaria la presenza di diverse figure professionali che strutturino, seguano e valutino lo svolgimento delle attività: sono il medico, lo psicologo, l’infermiere, l’assistente sociale, l’addestratore, il veterinario e altri ancora a seconda dei casi. Anche la scelta dell’animale da affiancare a ciascun paziente dev’essere frutto di un’analisi ponderata. Tra quelli che vengono utilizzati non ci sono soltanto i pet veri e propri, come cani, gatti, conigli, piccoli pesci, canarini e criceti, ma anche cavalli, capre, mucche e delfini. Ciascuno ha le sue peculiarità e ciascuno dunque si adatta a una necessità meglio che a un’altra e meglio di un altro animale. Ma è il cane la specie certamente più capace di inserirsi e di partecipare alla vita di una famiglia.

Gruppo San Donato

Avere un amico a quattro zampe aiuta a crescere, persino a studiare meglio nel caso dei bambini, a migliorare la salute degli adulti, a stare in forma e a combattere alcuni inconvenienti della vecchiaia.

I piccoli crescono bene e i genitori migliorano
«Una ricerca che ho condotto ha dimostrato come la presenza di un cane in classe stimoli l’attenzione dei bambini e ne migliori la capacità di attenzione» dice Angelo Gazzano, veterinario e docente dell’Università di Pisa. «Ma l’influenza che un animale domestico ha sui bambini non si limita a questo: crescere assieme a un cane, ma anche a un gatto, instilla l’attenzione per il prossimo e per le sue esigenze e in generale il ri petto per le diversità».
Aiuta poi a vincere la paura di ciò che non si conosce e a crescere curiosi e aperti al nuovo. Senza contare l’aspetto ludico, cioè il divertimento che il piccolo prova nel giocare con Fido. Anche i genitori possono migliorare: portare i figli ai giardini insieme al cane aiuta a superare un atteggiamento eccessivamente protettivo nei confronti dei bambini e a sconfiggere esagerate preoccupazioni salutiste. È stato poi osservato che accarezzare cani e gatti ha un effetto positivo sull’organismo: contribuisce a regolarizzare il battito cardiaco, ad abbassare la pressione e, grazie al rilascio di endorfine, a di minuire lo stress. Insomma, i pet sono calmanti naturali, con scarse controindicazioni e senza posologia.

La britannica Deborah Wells, ricercatrice alla Queen’s University di Belfast, è arrivata alla conclusione che i proprietari di cani godono in generale di una salute migliore di chi non ne possiede. I motivi sono spiegati in un articolo pubblicato dal British journal of health psychology: chi ha un collie, uno yorkshire o un bulldog fa più movimento, in media tre passeggiate al giorno, qualche corsetta e momenti di gioco, in casa come all’aperto. Minuti di attività fisica che, nel computo di una vita sedentaria, fanno una grande differenza, come del resto di mostra il fatto che le persone con un amico a quattro zampe presentano mediamente livelli di colesterolo più bassi. Nel caso degli anziani, poi, i benefici sono amplificati dato che il giro con Fido è spesso l’unica occasione per fare due passi e incontrare altre persone. Dover preparare un pasto per il cane, il gatto o un altro animale, ricorda a chi è avanti con l’età di mangiare a ritmo regolare. Insomma, prendendosi cura di un pet, molte persone finiscono per prendersi cura anche di se stesse. E, nel caso di anziani soli, oltre alla compagnia un cane o un gatto rappresenta l’occasione di essere ancora attivi e di sentirsi utili.

Un altro dato significativo è che i proprietari di animali domestici tendono a guarire più velocemente dagli acciacchi e dalle malattie. E non soltanto slogature e influenze, ma anche di patologie che necessitano di un ricovero. Di recente alcuni ospedali, come quello di Tradate, in provincia di Varese, hanno introdotto la compagnia dei cani per i bambini. E chi ha un amichetto che lo aspetta a casa tende a stare in ospedale meno degli altri. La ragione sta nella necessità, ma soprattutto nel desiderio, di tornare a prendersi cura del proprio compagno di vita. Il pet aiuta a trovare risorse che altrimenti nemmeno penseremmo di avere. Se il discorso legato alla cura e all’accudimento può valere per diverse specie animali, soltanto il cane risponde sistematicamente e individualmente a ogni stimolo che gli diamo anche in maniera inconscia. Selezionato per fare compagnia all’uomo nel corso dei secoli, il cane è come una spugna in grado di assorbire e fare propri i nostri ritmi, le nostre abitudini, ma anche le nostre inclinazioni caratteriali, diventando in qualche modo espressione di noi stessi. Questa affermazione dà anche lo spunto per un consiglio a chi voglia comprare un labrador, un bassotto o un pastore tedesco: scegliere il cane solo in base all’aspetto estetico, come fanno molte persone, può portare a delle delusioni.
Come tra gli esseri umani, anche tra uomini e cani c’è chi va d’accordo a pelle e chi proprio non si trova. Prendere un cane è, in un certo senso, come fidanzarsi: non basta apprezzare l’aspetto fisico ma è ne cessario entrare in totale sintonia con il compagno, anche se ha quattro zampe.

A chi rivolgersi
In Italia i punti di riferimento per la pet therapy, secondo quanto indicato dal ministero della Salute, sono:
Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise G. Caporale
Svolge, in collaborazione con le istituzioni pubbliche, attività di ricerca, sperimentazione, documentazione, formazione e consulenze in tema di attività e terapie assistite da animali.

• Centro di collaborazione Oms Fao per la sanità pubblica veterinaria
Laboratorio di fisiopatologia e di sistema presso l’Istituto superiore di sanità, Roma,
tel. 06.49902330, www.iss.it.
Fondato nel 1984, è un centro pilota e ha tra gli obiettivi la promozione e il coordinamento delle attività di pet therapy. Funge inoltre da centro servizi e banca dati.
Massimo Valz Gris – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009

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