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Giorgia Rossi: «Ho messo in fuorigioco la vitiligine»

La giornalista e conduttrice sportiva di Mediaset racconta come da bambina ha sconfitto la vitiligine grazie al pronto intervento della madre

Giorgia Rossi, la telegiornalista e conduttrice di Pressing Champions League (Italia 1) e del dopogara della partita della stessa competizione calcistica trasmessa da Canale 5 il martedì sera, racconta com’è guarita dalla vitiligine. Ecco la sua intervista.

Le palpebre non si abbronzavano

Sono innumerevoli i motivi per dire grazie alle nostre mamme, ma io, tra i tanti, ne ho uno particolare: lei è un’ottima osservatrice. Una caratteristica, la sua, che mi ha evitato un fastidioso problema che mi sarei portata dietro per tutta la vita e che sarebbe stato spiacevole per il mio lavoro di giornalista e conduttrice sportiva televisiva, in cui l’aspetto esteriore certo non è tutto ma, inutile negarlo, sicuramente aiuta. È successo quando ero una bambina di otto anni. Come tutte le estati ero andata al mare e, tra nuotate e giochi in spiaggia sotto il sole, mi stavo sempre più abbronzando. Ovunque, tranne che in una zona particolare e tutt’altro che facile da individuare del mio corpo: le palpebre.

Gruppo San Donato

Ho una mamma meglio del Var

Mia madre si rivelò meglio di qualsiasi odierno Var, l’arbitro di calcio che controlla le azioni di gioco alla moviola (tanto per restare in tema della mia professione), e notò quella piccola e unica porzione della mia pelle che restava bianca bianca. Magari molti genitori sulle prime non si sarebbero preoccupati più di tanto, ma lei si allarmò e fissò subito un appuntamento dal nostro dermatologo di fiducia, il professor Waldemaro Marchiafava.

La vitiligine è curabile se presa in tempo

Che la mamma abbia sempre ragione fu lo stesso specialista a testimoniarlo con la sua diagnosi: soffrivo di un principio di vitiligine che, però, proprio grazie alla veloce individuazione con conseguente immediato ricorso al medico, si poteva ancora fermare prima che le macchie si diffondessero su tutto il resto del corpo e fosse impossibile «cancellarle». Va detto che a quell’età non avevo pienamente realizzato quali potessero essere le conseguenze di questa malattia della pelle, non mi sembrava un grande problema avere le palpebre un po’ più chiare… Oggi, con il senno di poi, non posso, invece, che ringraziare mamma e dermatologo.

Sono guarita con integratori a base di melanina

Il cammino verso la guarigione, come pronosticato dal professore, è stato lungo e ha richiesto tanta costanza da parte mia. Mi ricordo che assumevo integratori a base di melanina e mi sottoponevo a frequenti lampade abbronzanti per stimolare i melanociti «addormentati» a produrre il pigmento in questione. Una terapia che ho seguito scrupolosamente per sette lunghi anni, fino alla guarigione completa.

Ora faccio un controllo all’anno

Resta il fatto che, una volta scoperto di essere predisposti alla vitiligine, è sempre meglio tenere la pelle sotto osservazione, esattamente come si fa con i nei, così ancora oggi mi sottopongo a un controllo annuale (in precedenza la frequenza delle verifiche era superiore). In particolare scruto sempre con la massima attenzione le mie mani, come da consiglio del professor Marchiafava, e, se mi capita di scoprire anche solo una piccola chiazza bianca, mi fiondo dal dermatologo. Né importa se magari sto prendendo il sole al mare ed è normale che l’abbronzatura non sia del tutto uniforme… Quel ricordo della mia infanzia mi è rimasto talmente impresso che non sottovaluto più niente.

Così ho sconfitto anche l’acne

E consiglio anche a voi, lettrici e lettori di OK, di prestare la maggiore attenzione possibile alla vostra cute: è sempre meglio lasciare giudicare a uno specialista persino quello che a noi può apparire come un problemino superficiale. Da parte mia, presto grande cura alla pelle, a partire da quella del viso, perché da adolescente soffrivo di acne. Ho provato tantissimi stratagemmi per debellare quegli antipatici e antiestetici foruncoli, ma alla fine ho capito che la battaglia si vince solo uscendo da quell’età complicata e con l’uso costante, alla mattina e alla sera, di siero, crema, correttore, tonico e risciacquo, il tutto ogni tanto integrato da una maschera.

Mi strucco sempre prima di andare a letto

Pure in questo faccio tesoro dei consigli di una specialista che mi segue, anche perché, causa le luci di studio forti e diffuse, quando sono in televisione faccio ricorso a un trucco un po’ più forte del normale. Proprio per questo non tralascio mai di struccarmi prima di andare a letto, non importa se è piena notte e, stanca per la diretta tv, non avrei alcuna voglia di farlo. E dire che ci impiego anche 40-50 minuti, tanto che, appena vedo il traguardo delle lenzuola, mi viene da esultare come se avessi segnato un gol al novantesimo: «Ce l’ho fatta!».

Giorgia Rossi (Testimonianza raccolta da Marco Ronchetto)

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