
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, trascorriamo fino al 90% della nostra vita in ambienti chiusi. Eppure le nostre abitazioni, spazi in cui dovremmo rigenerarci e sentirci al sicuro, possono diventare fonti di stress, insonnia e disagio. L’inquinamento indoor, la scarsa illuminazione naturale, la ventilazione insufficiente e la mancanza di contatto con il verde influenzano profondamente la nostra salute fisica e mentale. Nasce così una nuova consapevolezza: il benessere abitativo è parte integrante della salute generale.
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Benessere abitativo tra tradizioni antiche e scienza moderna
Negli ultimi anni si sta affermando una nuova visione dell’abitare: un’architettura del benessere, che non guarda solo all’efficienza energetica, ma anche al comfort psicofisico e relazionale. È un approccio olistico che unisce tradizioni antiche e scienza moderna, come spiega la professoressa Annalisa Galante, architetto e docente di Fisica Tecnica Ambientale al Politecnico di Milano, per MCE Lab, il laboratorio di ricerca sul comfort abitativo promosso da MCE Mostra Convegno Expocomfort che abbraccia l’evoluzione che il progresso tecnologico offre e favorisce nuovi approcci allo sviluppo dell’ambiente costruito per limitarne gli impatti ambientali e generare valore sociale. Dalle antiche discipline orientali alle più moderne teorie dell’architettura salutogenica, esistono approcci che insegnano a trasformare la casa in un luogo che rigenera corpo e mente. Ecco cinque modi per abitare in armonia e migliorare il proprio benessere abitativo: dal Feng Shui al Vastu Shastra, dal Wabi-Sabi al design biofilico, fino alla domoterapia sottile.
Feng Shui: abitare in armonia per ridurre stress e insonnia
Il Feng Shui, antica disciplina cinese legata al benessere abitativo, insegna che la disposizione degli spazi influenza il flusso energetico (“chi”) e le nostre emozioni. Molti principi di questa disciplina trovano oggi conferme nella psicologia ambientale: la luce naturale, ad esempio, regola i ritmi circadiani e riduce i disturbi del sonno (Harvard Medical School, 2020); il disordine visivo, invece, aumenta i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress (Cornell University, 2019). Abitare secondo il Feng Shui significa creare spazi che favoriscano equilibrio e serenità, scegliendo colori rilassanti, materiali naturali e una disposizione armoniosa degli arredi.
Vastu Shastra: abitare secondo le leggi della natura
Il Vastu Shastra, la “scienza dell’abitare” indiana, considera la casa come un microcosmo connesso all’universo. I suoi principi, orientamento verso est, ventilazione naturale, uso della luce solare, trovano oggi corrispondenza nell’architettura bioclimatica. Tra i vari studi ce n’è uno pubblicato su Building and Environment (2021) ha rilevato che gli edifici progettati secondo questi criteri presentano un 25% di riduzione dei disturbi respiratori e un miglioramento del benessere percepito. Abitare secondo il Vastu significa vivere in sintonia con gli elementi naturali, migliorando salute e qualità della vita.
Wabi-Sabi: la semplicità come terapia
Il Wabi-Sabi giapponese celebra la bellezza dell’imperfezione e invita a abitare con lentezza, circondandosi di oggetti autentici e materiali naturali come legno, ceramica e pietra. Studi di neuroscienze (Frontiers in Psychology, 2022) dimostrano che ambienti visivamente ordinati e tonalità neutre riducono l’attivazione del sistema nervoso simpatico, favorendo calma e concentrazione. In questa filosofia dell’abitare, la semplicità diventa una forma di terapia.
Design biofilico: abitare la natura per vivere meglio
Il design biofilico si basa sul principio della biofilia, ovvero il bisogno innato di contatto con la natura. Integrare piante, luce naturale, materiali organici e forme ispirate al mondo naturale migliora la salute, la produttività e il benessere emotivo. Lo studio Human Spaces (2015) ha dimostrato che lavorare o abitare in ambienti con elementi naturali aumenta del 15% il benessere percepito, del 6% la produttività e del 15% la creatività. Anche la ricerca clinica conferma che la vista del verde riduce la pressione arteriosa e accelera la guarigione post-operatoria (Ulrich, Science, 1984; Nature Neuroscience, 2021).
Domoterapia sottile: abitare consapevolmente per rigenerarsi
La domoterapia sottile, ramo della bioarchitettura, considera la casa come un sistema energetico che interagisce con chi la abita. Pur non ancora validata scientificamente, si concentra su aspetti oggi fondamentali: qualità dell’aria, riduzione dell’inquinamento elettromagnetico, uso di materiali atossici e armonia psicologica dello spazio. In questa visione, abitare diventa un atto di prevenzione e cura, in linea con i principi dell’architettura salutogenica, che promuove la salute invece di limitarsi a evitare i rischi.
Abitare come atto di cura
«Abitare non è solo una questione estetica o funzionale, ma un vero e proprio atto di cura verso se stessi», afferma la professoressa Annalisa Galante. Dalla luce ai materiali, ogni scelta progettuale può influenzare il nostro equilibrio biologico ed emozionale. Dopo anni di isolamento e smart working, abbiamo riscoperto che la salute non dipende solo da ciò che mangiamo o dall’attività fisica, ma anche da come e dove abitiamo. Case che respirano, accolgono e rigenerano: il futuro del benessere potrebbe cominciare proprio tra le mura di casa.




