Salute

Inquinamento indoor: cosa sono i VOC?

Ci sono alcune sostanze che influiscono negativamente sulla qualità dell’aria degli ambienti domestici. Ma tramite le nostre abitudini e le nostre scelte, a partire dai materiali di arredo, è possibile ridurne l’impatto e minimizzare i rischi

Se pensiamo alla nostra giornata tipo, passata per lo più tra casa, lavoro, uffici e mezzi di trasporto, possiamo facilmente renderci conto di quanto tempo trascorriamo al chiuso. Questo presupposto può renderci ancora più consapevoli del fatto che l’inquinamento a cui prestare attenzione non è solo quello esterno. Ecco cosa c’è da sapere sui VOC, dove si trovano e in che modo possono rendere i luoghi che abitiamo più o meno salubri.

Cosa sono i VOC (o COV)?

I VOC (volatile organic compounds) sono composti organici volatili (COV è l’acronimo in italiano). Si tratta di sostanze chimiche che evaporano a specifiche condizioni ambientali, le quali sono emesse dai materiali, ma anche dalle piante, dagli animali e dall’essere umano.

Gruppo San Donato

Esistono dei VOC che vengono venduti in farmacia, come vapori o unguenti balsamici, che in basse dosi hanno scopo benefico. Invece di altri (ad esempio il benzene che viene riconosciuto come cancerogeno) l’impatto negativo sulla salute è stato accertato. Stabilire quale sia l’effetto dei VOC sulla salute delle persone talvolta è complicato ed è correlato a vari fattori come le caratteristiche dell’individuo, la concentrazione o l’interazione tra le molecole, la frequenza o la durata di inalazione.

Tra le principali sorgenti di VOC negli spazi indoor ci sono i cosmetici, i prodotti di pulizia, gli impianti di riscaldamento e condizionamento, le colle e i solventi, il fumo di sigaretta, le stampanti e le fotocopiatrici. Inoltre, i materiali da costruzione e gli arredi possono rilasciare elevate concentrazioni di VOC, specie quando sono appena installati e nelle settimane immediatamente successive.

VOC e qualità dell’aria indoor

L’inquinamento indoor ha un impatto da non sottovalutare sul nostro benessere, considerando che, in media, passiamo la maggior parte del tempo in ambienti chiusi. Proprio l’inquinamento dell’aria, sia indoor che outdoor, è uno dei principali fattori di rischio ambientale per la salute della popolazione. Pertanto, una bioedilizia che mira alla realizzazione di ambienti salubri, con materiali e processi che evitino di immettere nell’aria sostanze inquinanti, definisce una scelta progettuale sensibile al benessere di chi li abita

I risultati del progetto Alfa-pinene commissionato da Fiemme Tremila

L’azienda trentina Fiemme Tremila specializzata in pavimenti, rivestimenti e arredamenti in legno biocompatibili ha commissionato una ricerca sui propri prodotti al CNR-IVALSA (ora CNR-IBE). Sono stati analizzati i pavimenti, ma anche le materie prime come gli olii, le colle e i pigmenti. Dopo 18 mesi di analisi, l’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha confermato l’assenza di radiazioni, metalli pesanti, derivati del petrolio e VOC considerati nocivi. Al contrario, ha rilevato l’emissione di VOC tipici di piante e vegetali, tra cui alcuni monoterpeni come l’Alfa-pinene da cui il progetto prende il nome.

«Io per primo sono rimasto molto sorpreso dei risultati, ottenuti utilizzando dei metodi scientifici estremamente severi. I loro prodotti sono risultati esenti da VOC considerati nocivi dai principali database internazionali», spiega Marco Fellin, ricercatore del CNR-IBE.

«Quella che si può considerare un po’ la chiave di volta della ricerca è stata trovare nei pavimenti di Fiemme Tremila le stesse molecole che ci sono nei prodotti balsamici venduti in farmacia. Poi siamo andati nei boschi incontaminati con diverse piante. In quelli di pino, di abete, nelle faggete, nelle quercete e perfino in un ghiacciaio. Anche lì abbiamo analizzato l’aria e abbiamo trovato le medesime molecole, tra cui il limonene, l’alfa-pinene e il beta-pinene. Tuttavia, né l’aria dei boschi e nemmeno quella campionata sul ghiacciaio è risultata del tutto incontaminata (l’inquinamento da benzene e altre molecole, purtroppo, è un fenomeno globale), mentre dai pavimenti non sono emerse queste componenti dannose. Infine, abbiamo analizzato anche i pavimenti di altri produttori con linee simili e i risultati sono stati piuttosto variegati. Qualche pavimento è risultato effettivamente biocompatibile, invece da altri abbiamo rilevato emissioni di solventi industriali come il toluene».

VOC: le limitazioni per un ambiente salubre

«Come per i farmaci o per gli alimenti, alla fine è la quantità che rende una molecola veleno. Per quanto riguarda i pavimenti in legno, sia che siano biocompatibili o tradizionali, parliamo di livelli di emissione che apportano all’organismo dosi minime. Vuol dire che se sono VOC benefici o tossici, la dose è sempre estremamente bassa e limitata è la loro azione sul corpo, che sia positiva o negativa. Chiaramente, è comunque preferibile non respirare l’aria nociva. In Italia, in Europa e nel mondo ci sono delle norme che prevedono delle limitazioni ai VOC nocivi come la formaldeide. Quindi, un prodotto a base di legno non ne può contenere oltre una certa soglia. Certo è che ci sono aziende virtuose che stanno molto più in basso rispetto a questo limite oppure producono pavimenti che non ne emettono».

«Non si tratta di qualcosa per cui allarmarsi, ma piuttosto di minimizzare i rischi per cercare di avere una casa il più salubre possibile. Quello che emettono i pavimenti in legno, e che noi respiriamo, sono in ogni caso quantità per cui non mi preoccuperei o andrei a togliere un pavimento. Se però, ad esempio, sono abituato ad arieggiare poco, ho un bambino che ha problemi di asma e proprio sul pavimento ci passa 20 ore al giorno, magari un pensiero posso farcelo. Poi ci sono altri fattori che influiscono. Bisogna considerare anche che tipo di casa abbiamo o che stile di vita seguiamo», chiarisce l’esperto.

Il tasso di emissione

«Tutte le leggi e le norme che calcolano quanto un pannello in legno emette, si riferiscono a un pannello di un metro quadrato che emette in un volume d’aria di un metro cubo, in un rapporto di 1 a 1. Questa, più o meno, è una stanza standard. Però paradossalmente, se rivesto il pavimento, le pareti, il soffitto di questo materiale, non avrò più un metro quadrato su un metro cubo. Se quindi riempio una casa di mobili fatti in pannelli di truciolare che solitamente è molto emissivo, potrò avere magari un rapporto 2-3 volte più grande».

«Il pannello di truciolare è pieno di colla e la formaldeide continua a uscire dal pannello anche dopo cent’anni. Questo per una proprietà chimica della sostanza che si dissocia con l’umidità ambientale. Invece le emissioni di un pezzo di legno massello durano qualche mese o al massimo qualche anno, in quanto è solo rivestito superficialmente di qualche olio o vernice. È solo l’ultimissimo strato che emette e, tra l’altro, lo fa per un periodo limitato nel tempo. Nei pavimenti di Fiemme Tremila, dove l’emissione è di VOC benefici, loro stessi danno un kit di pulizia e manutenzione per far sì che il pavimento emetta più a lungo i VOC che troviamo in natura e continui a farlo anche in futuro».

VOC: consigli per ridurre l’esposizione

«Tra i comportamenti che si possono attuare per ridurre i rischi c’è la scelta del pavimento con basse, o senza, emissioni nocive, che siano certificate. Poi, si può scegliere di non usare profumatori per l’ambiente, specialmente quelli economici, o prediligere quelli fatti con oli essenziali puri. Ma bisogna sottolineare particolarmente l’importanza di arieggiare gli ambienti».

«Per quanto riguarda la formaldeide, c’è un’emissione iniziale che nel giro di uno o due mesi dall’acquisto, con il classico odore di nuovo, se ne va. In questo periodo è importante arieggiare per fare in modo che questa formaldeide libera se ne vada. Dopo il primo blocco di emissioni, rimane la formaldeide che i mobili continueranno a emettere negli anni e che si libera a contatto con l’umidità dell’ambiente. Ma essendo molto poca, a meno che non si abbia la casa piena di mobili, non dovrebbe essere un problema. A maggior ragione, la chiave è non mettersi in casa sostanze tossiche preferendo invece prodotti biocompatibili, e in ogni caso è sempre utile arieggiare», prosegue Fellin.

«Il cambio d’aria è inoltre molto importante per la CO2. Si possono acquistare rilevatori domestici di CO2 ed è impressionante vedere come quest’ultima spesso salga ben oltre i valori raccomandati dall’OMS, sia in casa, ma anche e soprattutto nelle scuole. Una concentrazione troppo elevata di CO2 può causare fenomeni come i cali di attenzione o la sonnolenza. La cosa migliore sarebbe la ventilazione meccanica controllata con recupero di energia termica».

Possibili effetti sulla salute

L’esposizione ad alcuni VOC può causare effetti che vanno dal disagio sensoriale fino a gravi alterazioni dello stato di salute. «Guardando alla maggioranza di noi, le soglie che abbiamo per legge ci tutelano fortemente. Anche se scegliere un pavimento che non ha nessuna emissione negativa, ovviamente è un altro tipo di sicurezza», conclude Marco Fellin.

Leggi anche…

 

Mostra di più

Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
Pulsante per tornare all'inizio