Bambini

Farmaci, gravidanza e bambini: la guida AIFA per non avere dubbi

Al via il progetto con il Ministero della Salute per informare e sensibilizzare le donne all’uso consapevole delle terapie, dal concepimento all’allattamento. Per tutelare la salute della mamma e anche quella del bambino.

‘Se prendo un farmaco farò male al mio bambino?’: è questo il dubbio che assale quasi tutte le donne alle prese con l’imminente maternità. Timori in parte fondati, perché alcune sostanze potrebbero davvero interferire con un corretto sviluppo embrionale (si parla di effetto teratogeno), ma sono poche e in genere i farmaci di uso più comune sono innocui, anche durante l’allattamento.

Per sapere quali farmaci possono essere assunti e in quali modalità, è indispensabile consultarsi con il proprio medico: solo lui prescriverà le terapie adatte a risolvere lo specifico caso, senza mettere a rischio la gravidanza. A informare e orientare le future mamme, invece, ci pensa la guida online dell’AIFA insieme al Ministero della Salute, lanciata in questi giorni, un portale in cui fugare ogni dubbio e perplessità riguardo la percezione negativa dei farmaci, dal concepimento all’allattamento. “La gravidanza – ha commentato il Ministro Beatrice Lorenzin durante la conferenza di presentazione del progetto – è una condizione naturale, ma è anche una fase della vita caratterizzata da straordinarie trasformazioni. È quindi fondamentale che le donne affrontino con maggiore consapevolezza questi momenti. Oggi i cittadini sono bombardati da informazioni provenienti da fonti non sempre qualificate, e hanno persino a disposizione strumenti per l’autodiagnosi, ma ciò non si traduce in una maggiore conoscenza; anzi, spesso, il diluvio informativo ingenera disinformazione e confusione”.

Gruppo San Donato

Il portale ‘Farmaci e gravidanza’ raccoglie 70 schede di patologia. Navigando si può scoprire, ad esempio, che chi soffre di rinite allergica, una condizione sensibile a peggioramento durante la gravidanza, può lo stesso assumere antistaminici, corticosteroidi o decongestionanti sotto controllo del medico, non ad alte dosi e certo non per un periodo prolungato. Oppure che in caso di febbre alta, quando necessario, si può ricorrere al paracetamolo o ad antibiotici come l’amoxicillina e l’ampicillina. Si risponde anche a curiosità comuni, come ad esempio se durante la gravidanza fa male farsi la tinta per i capelli e si offrono indicazioni pratiche per curarsi in modo compatibile con la neo-maternità. Si possono prendere farmaci durante l’allattamento? Sì, raramente l’assunzione di un medicinale porta alla sospensione dell’allattamento, temporanea o addirittura definitiva, quasi tutte le sostanze passano nel latte materno ma arrivano al neonato in minima quantità: per ridurla ulteriormente, gli esperti suggeriscono l’assunzione della terapia subito dopo la poppata, in quanto il picco di concentrazione del farmaco nel sangue avviene dopo 1-3 ore. Sul portale anche 270 schede sui principi attivi più utilizzati e il loro profilo di rischio e beneficio prima, durante e dopo la gravidanza.

Il messaggio chiave della campagna è quello di rassicurare le donne e far comprendere loro che non curarsi in gravidanza, per paura e ansia infondate, mette a rischio anche la salute del proprio bambino. Proprio a questo è dedicato un altro portale, ‘Farmaci e pediatria’, presto online con quasi 9 mila schede di patologia e un database completo dei medicinali disponibili per i bambini. “L’obiettivo che ci proponiamo è sensibilizzare la popolazione a un uso responsabile e consapevole dei farmaci nei bambini – spiega Luca Pani, Direttore Generale AIFA – Evitare, innanzi tutto, il fai da te: il bambino non è un piccolo adulto, cui somministrare un farmaco per adulti a dosi ridotte; ha delle esigenze specifiche connaturate alle diverse fasi del suo sviluppo fisico e psichico. Inoltre, sosteniamo fermamente la necessità di effettuare un maggior numero di studi clinici registrativi in ambito pediatrico per far in modo che si possano prescrivere ai bambini farmaci che sono stati testati su di loro, di cui quindi si conoscono bene gli effetti, sia in termini di sicurezza che in termini di efficacia. Infatti, circa il 50% dei farmaci impiegati nei bambini (il 70% se si considerano anche i farmaci ospedalieri) non è stato testato su questa popolazione ed è quindi impiegato off-label”.

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