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Palloncino intragastrico: oggi si può inserire con una nuova tecnica non invasiva

La chirurga bariatrica Rossana Berta spiega in cosa consiste questa innovativa procedura, che si fa senza anestesia ed è totalmente indolore

Fallita una dieta, non esiste al momento un farmaco legale che faccia passare la fame, quindi, per far dimagrire pazienti con obesità grave, si ricorre a interventi chirurgici che diminuiscono l’assorbimento di calorie o che limitano l’assunzione di cibo tramite la riduzione della capienza dello stomaco, i quali hanno un grande effetto e durano nel tempo, ma modificano l’anatomia di un paziente.

Nelle persone in sovrappeso o con obesità lieve, invece è possibile indurre il senso di sazietà impiantando nello stomaco, che vuoto ha un volume di circa 700 cc, un materiale protesico di 550 cc: il palloncino intragastrico. Quest’ultima procedura è particolarmente indicata per chi deve perdere 15-20 chili, ma anche per persone che per vari motivi è meglio evitino il ricorso alla chirurgia. Rossana Berta, Unità operativa di Chirurgia Bariatrica e Metabolica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, spiega meglio di cosa si tratta.

Gruppo San Donato

Palloncino intragastrico con endoscopia invasiva

Fino a poco tempo fa tutti i palloncini, per essere impiantati, avevano bisogno di manovre endoscopiche invasive. Il paziente, infatti, viene addormentato o sedato in maniera profonda e, quindi, si effettua una gastroscopia. Sotto guida endoscopica s’infila, poi, nell’esofago una specie di tubo contenente il palloncino, che viene liberato nello stomaco e gonfiato iniettando acqua attraverso un altro tubicino. Dopo circa sei mesi la persona viene nuovamente anestetizzata e si rientra nel suo stomaco, dove il palloncino viene bucato con una specie di ago attaccato a un gommino che ne aspira il liquido interno e, infine, estratto con le pinze.

Palloncino intragastrico: la nuova tecnica non invasiva

La procedura è, però, stata semplificata da due bioingegneri di Harvard, Shantanu Gaur e Samuel Levy, e un endoscopista, Ram Chuttani, che nel 2017 hanno introdotto una nuova tecnologia non invasiva, che eviti l’anestesia a soggetti fragili, come gli anziani. Il palloncino, prodotto con un materiale morbidissimo ma molto resistente, viene ripiegato e inserito in una capsula che si scioglie a contatto con l’acqua e alla quale è attaccato un tubicino. Il paziente ingerisce entrambi bevendo un bicchiere d’acqua, quindi si verifica con una radiografia che siano giunti a destinazione nello stomaco.

Se l’operazione è andata a buon fine, si apre e gonfia il palloncino iniettandogli acqua da una flebo esterna collegata al tubicino, poi staccato con un veloce strattone. Dopo 16 settimane l’acqua, lievemente acidificata, fuoriesce sciogliendo una valvola del palloncino costituita di un materiale biologico riassorbibile ed è assorbita dall’intestino, mentre l’involucro della protesi si elimina per via naturale con le feci.

Quanto costa questa nuova tecnica?

Quest’ultima tecnica, denominata Elipse, ha un costo variabile tra i 3.000 e i 3.500 euro e non è rimborsata dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), il quale passa il solo palloncino endoscopico, con indicazioni molto ristrette, a causa del costo elevato delle terapie, che non includono le persone sovrappeso o con lieve obesità. Una visione, per la verità, un po’ miope, in quanto un paziente obeso alla lunga svilupperà malattie croniche che incideranno maggiormente sulle casse del nostro Ssn.

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