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In Italia 25 milioni di obesi. Due milioni sono bambini

Allarme rosso dal primo Italian obesity barometer Report, la relazione sulla diffusione dell'obesità nel nostro Paese

Ventitré milioni di adulti obesi, cioè il 46% del totale, e 1.700.000 bambini, uno su quattro. Tendenzialmente sono gli uomini a essere più grassi rispetto alle donne, a prescindere dall’età. Gli esperti continuano a chiedere che l’obesità sia considerata una malattia vera e propria.

Le conseguenze dell’obesità 

L’obesità riduce in media di dieci anni l’aspettativa di vita. Ma quello che è addirittura peggio è che riduce di vent’anni l’aspettativa di vita in salute. Se si diventa obesi da giovani non solo si muore prima, ma la qualità della vita è inaccettabile. Leggi qui sei vuoi approfondire l’argomento.

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Solo in Italia ci sono 57.000 morti all’anno per malattie legate all’obesità, che vogliono dire più di 1.000 morti ogni settimana e 1 persona ogni 10 minuti. Cosa ancora peggiore è una morte che arriva dopo anni di malattie spesso gravi.

Resta forte la differenza tra Nord e Sud del Paese

L’area del Paese più colpita, soprattutto tra i giovanissimi, è ancora una volta il Sud e le isole. Un bambino ogni tre è obeso, mentre tra gli adolescenti la cifra scendo a uno ogni quattro. Nelle regioni del Nord Ovest il dato cala, sfiorando il 19%, al Nord Est e al Centro il dato è all’incirca al 22 per cento. Tra l’altro, esclusa la Sardegna, nelle altre regioni meridionali più di un terzo di ragazzi non fa alcuna attività fisica. Le situazioni peggiori in Calabria, Campania e Sicilia. Perdere peso è fondamentale: ecco dieci consigli da seguire.

In genere le persone in forte sovrappeso vivono nei piccoli paesi, quelli sotto i 2.000 abitanti. In città sono le periferie le più colpite.

Anche il livello di istruzione incide

Tendenzialmente più è alto il livello di istruzione, più è basso il numero di chi è in sovrappeso. Tra i laureati ad esempio “solo” il 6,6% è obeso, dato che sale più del doppio, raggiungendo il 14,2% tra chi si è fermato alla terza media. Anche i figli di chi ha studiato meno pesano di più. Se tra i figli dei laureati il dato si ferma a un comunque preoccupante 18,5%, tra coloro che hanno un basso titolo di studio la cifra schizza al 29,5 per cento.

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