La vulvodinia è una sindrome caratterizzata da dolore pelvico cronico che, stando alle più recenti stime, colpisce il 16% delle donne tra i 18 e i 64 anni, complicandone le attività quotidiane e la vita lavorativa e sociale. In alcuni casi la patologia è tanto invalidante da portare le pazienti verso una perdita dell’autostima, uno stato di frustrazione e una condizione depressiva, senza contare l’inevitabile cambiamento dei propri stili di vita. Tuttavia, sebbene incida pesantemente sulla quotidianità, la vulvodinia è ancora pressoché sconosciuta a molti medici, tanto che alcune donne vengono considerate ipocondriache, sotto stress emotivo o portatrici di un disturbo di natura psichica. Per questo motivo la malattia è fortemente sottodiagnosticata.
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Vulvodinia: una proposta di legge per tutelare chi ne è affetta
Le pazienti che riescono a giungere a una diagnosi sono costrette a rivolgersi a centri privati per poter affrontare le cure. Al momento, infatti, non esiste alcuna esenzione. Ciò significa che sono tenute a sostenere costi elevati per esami, analisi e medicinali, tanto che si stima che una donna affetta da vulvodinia cronica spenda dai 20.000 ai 50.000 euro e per questo motivo le spese sono spesso insostenibili. La proposta di legge si rende necessaria per far sì che le persone affette da questa patologia siano tutelate attraverso il suo riconoscimento nel Servizio Sanitario Nazionale. La pdl presentata dalla deputata Lucia Scanu prevede l’istituzione del “Fondo nazionale per la vulvodinia”, il cui obiettivo è quello di sostenere lo studio, la ricerca e la valutazione dell’incidenza della patologia in Italia. Sono previste anche campagne di informazione e di sensibilizzazione oltre alla formazione del personale medico, di assistenza e dei consultori familiari.
Quali sono le cause?
Nonostante il meccanismo non sia completamente noto, si è capito che la vulvodinia insorge a causa di un processo di alterata percezione del dolore. Questo ha origine da una modificazione delle terminazioni nervose a livello dell’ingresso della vagina, cioè il vestibolo vaginale. Ciò porta a percepire come doloroso uno stimolo che, in una situazione normale, non farebbe male. La donna, quindi, è portata a contrarre in maniera esagerata la muscolatura della vagina, rendendo molto difficoltosa l’attività sessuale.
Quali sono i sintomi?
Una donna che soffre di vulvodinia avverte una specie di sensazione trafittiva, come aghi, spilli, pezzi di vetro e dolore urente a livello vulvare, accompagnato da intenso fastidio e contrattura pelvica. Tuttavia, questa sintomatologia non è associata a qualche lesione evidente all’ispezione dei genitali, né ad abrasioni o lesioni interne ed esterne.
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Come si diagnostica la vulvodinia?
La diagnosi di vulvodinia è di tipo anamnestico, cioè si basa solo sul racconto fornito dalla paziente. Per arrivare a una conferma diagnostica, il medico deve escludere la presenza di altre malattie, soprattutto a livello vulvare, che provocano dolore. Una volta escluse queste, si procede con una visita più approfondita.
La vulvodinia può essere correlata ad altre patologie?
Nella maggior parte dei casi questo disturbo insorge spontaneamente, da un giorno all’altro e senza preavviso. Altre volte, però, si scatena dopo un’infezione, come un herpes genitale o una candidosi, in uno stato di infiammazione, o dopo interventi chirurgici. In alcuni casi compare dopo malattie fortemente distruenti e invalidanti come il carcinoma della vulva o il morbo di Paget. I disturbi legati alla vulvodinia possono comparire in associazione ad altre alterazioni muscolo-scheletriche e spesso tutte le contratture del pavimento pelvico (primitive o secondarie) sono esse stesse il fenomeno doloroso principale che complica il quadro. Infine, può succedere che coloro che già soffrono di colon irritabile, cistiti ricorrenti o intolleranze alimentari, riscontrino anche problematiche vulvo-vaginali: questo accade perché è il pavimento pelvico che gestisce i sistemi urinario, genito-sessuale e defecatorio in una sorta di simbiosi funzionale.
Vulvodinia e sesso
La donna che soffre di vulvodinia ha dolore soprattutto durante i rapporti sessuali: è proprio tra le lenzuola che si manifesta di più la sua sofferenza che la porta a rinunciare a fare all’amore.
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Come si cura?
Per curare la patologia bisogna agire sui principali meccanismi che la scatenano. Innanzitutto, è necessario spegnere l’infiammazione e risolvere le eventuali cause a monte (come, ad esempio, infezioni, alterazioni della microbiosi intestinale, stati di stitichezza) per ripristinare le difese a livello locale.