
Diventare padre in età avanzata può aumentare il rischio di trasmettere mutazioni genetiche potenzialmente dannose ai figli. Lo suggerisce una nuova ricerca condotta nel Regno Unito, che mette in luce un lato meno noto della paternità tardiva. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Nature.
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Non solo le madri: anche l’età del padre conta
Da tempo gli studi scientifici indicano che le donne più anziane hanno una maggiore probabilità di partorire bambini con difetti congeniti, a causa della qualità inferiore degli ovociti e delle anomalie cromosomiche che possono insorgere con l’età.
Ora, però, anche gli uomini finiscono sotto la lente: secondo gli scienziati del Wellcome Sanger Institute di Cambridge, posticipare la paternità può comportare conseguenze genetiche, poiché lo sperma degli uomini più maturi tende a contenere un numero maggiore di mutazioni legate a malattie.
Rischi di diventare padre da grande: le mutazioni nello sperma aumentano con l’età
L’analisi del DNA di oltre 1.000 spermatozoi provenienti da 81 uomini di età compresa tra 24 e 75 anni ha rivelato un chiaro trend:
- negli uomini tra i 30 e i 35 anni, circa uno spermatozoo su 50 conteneva mutazioni patogene;
- tra i 43 e i 70 anni, la proporzione saliva a uno su 20, ovvero circa il 5%.
Secondo i ricercatori, questo aumento non è dovuto soltanto al normale accumulo di errori genetici nel tempo. Esisterebbe, infatti, una sorta di “selezione naturale interna ai testicoli”, che favorisce alcune mutazioni e le rende più comuni durante la formazione degli spermatozoi.
Le mutazioni “egoiste” e il rischio di malattie nei figli
Le mutazioni individuate coinvolgono oltre 40 geni, alcuni dei quali sono già stati collegati a autismo e a un maggiore rischio di sviluppare tumori. Il fenomeno è stato soprannominato dagli esperti “selfish sperm”, ovvero “sperma egoista”, perché queste cellule portatrici di mutazioni sembrano moltiplicarsi più facilmente rispetto alle altre.
Il professor Matt Hurles, direttore del Wellcome Sanger Institute, spiega: “Abbiamo scoperto un rischio genetico nascosto che aumenta con l’età paterna. Alcune modifiche nel DNA non solo sopravvivono, ma prosperano nei testicoli, incrementando la probabilità che vengano trasmesse ai figli.”
Non tutte le mutazioni portano a malattie
I ricercatori precisano che, sebbene la percentuale di spermatozoi con mutazioni cresca con l’età, non tutte queste alterazioni portano necessariamente al concepimento o a una gravidanza.
Alcune mutazioni possono impedire la fecondazione o lo sviluppo dell’embrione, mentre altre potrebbero causare un aborto spontaneo.
Serviranno quindi ulteriori studi per comprendere fino a che punto l’aumento delle mutazioni nello sperma degli uomini più anziani possa influire sulla salute dei bambini.
Un problema crescente: fertilità maschile in calo
Il tema si inserisce in un quadro più ampio: la diminuzione globale del numero e della qualità degli spermatozoi. Negli ultimi decenni, le ricerche mostrano un calo fino al 60% della conta spermatica in poco più di una generazione. Prima del 2000 il numero medio di spermatozoi diminuiva dell’1% l’anno; oggi il ritmo di riduzione è quasi raddoppiato.
Come si produce lo sperma e perché è così fragile
A differenza delle donne, che nascono con un numero definito di ovociti, gli uomini iniziano a produrre spermatozoi tra i 10 e i 12 anni e continuano a farlo per tutta la vita.
Ogni giorno un uomo produce milioni di spermatozoi, che impiegano circa tre mesi per maturare completamente.
Tuttavia, lo sperma è sorprendentemente fragile: anche piccole variazioni nella chimica del corpo possono alterarne la motilità, la forma e la capacità di fecondare un ovulo.
Spermatozoi e conservazione: il ruolo del congelamento
Nel Regno Unito il sistema sanitario (NHS) non offre il congelamento dello sperma come pratica di routine. È previsto solo in casi specifici, ad esempio per uomini sottoposti a cure oncologiche che possono compromettere la fertilità.
Le cliniche private, invece, offrono la possibilità di conservare lo sperma a un costo di circa 300 sterline l’anno, più le spese per eventuali trattamenti di fecondazione.




