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Telefonare con la batteria scarica è più pericoloso?

Uno studio scientifico rivela un aumento delle emissioni elettromagnetiche sotto il 15% di carica. Ecco come ridurre i rischi

Quante volte ci è capitato di telefonare con la batteria scarica? O di ricevere una chiamata mentre la percentuale di batteria era sotto il 15%? Una domanda comune tra utenti e genitori riguarda un possibile rischio sanitario: telefonare con smartphone quasi scarico può aumentare le emissioni elettromagnetiche e danneggiare la salute? Una recente ricerca ha cercato di rispondere a questo quesito con misurazioni scientifiche. I risultati sono interessanti e meritano una riflessione più approfondita.

Telefonare con la batteria scarica: cosa rivela la ricerca

Lo studio pubblicato su PubMed (Effect of battery charge levels of Mobile phone on electromagnetic waves emission) ha analizzato come varia l’emissione di campi elettromagnetici (CEM) in relazione al livello di batteria. I ricercatori hanno osservato che, quando la carica scende sotto il 15%, il telefono aumenta leggermente la potenza del segnale per mantenere la connessione alla rete.

Dati principali della ricerca

Il risultato è un aumento misurabile delle emissioni elettromagnetiche. Questo fenomeno è particolarmente evidente in zone con segnale debole, dove il dispositivo deve compensare con potenza maggiore.

  • Emissioni più alte del 5-20% con batteria sotto il 15%.
  • Picchi maggiori in aree con scarsa copertura.
  • Aumento transitorio legato alla durata della chiamata e alle condizioni di rete.

Telefonare con la batteria scarica: cosa dice la comunità scientifica sui rischi per la salute

Secondo l’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), le emissioni degli smartphone restano generalmente entro i limiti di sicurezza. Tuttavia, esistono studi che suggeriscono un possibile legame tra esposizione prolungata ai campi elettromagnetici e alcuni effetti biologici, come:

  • Cambiamenti temporanei nella conduzione nervosa;
  • Effetti sul sistema immunitario;
  • Aumento di stress ossidativo nelle cellule.

Al momento non ci sono prove definitive di danni a lungo termine, ma l’argomento è oggetto di studi continui. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni” (Gruppo 2B), sottolineando la necessità di ulteriori ricerche.

Il fenomeno delle emissioni più elevate con batteria quasi scarica è un aspetto poco noto, ma significativo per l’uso quotidiano. In particolare, i gruppi più vulnerabili come bambini, adolescenti e donne in gravidanza potrebbero voler prestare maggiore attenzione.

Consigli pratici per ridurre il rischio

  1. Evitare chiamate lunghe con batteria sotto il 15%.
  2. Usare cuffie o vivavoce per mantenere lo smartphone lontano dalla testa.
  3. Telefonare in aree con segnale stabile, evitando zone con copertura scarsa.
  4. Ricaricare il telefono regolarmente per evitare scariche profonde frequenti.
  5. Attivare la modalità aereo quando non si utilizza il dispositivo, soprattutto in condizioni di segnale debole.

Il ruolo della tecnologia e delle normative

Oggi gli smartphone sono progettati per ottimizzare consumi e potenza di trasmissione, ma non esistono ancora linee guida specifiche per l’uso in relazione al livello di batteria. Le principali normative, come quelle dell’ICNIRP e della Commissione Europea, si concentrano su limiti generali di esposizione (SAR – Specific Absorption Rate). Questo lascia spazio a ulteriori ricerche per comprendere se ridurre le chiamate con batteria bassa possa diventare una buona pratica di salute pubblica.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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