
Nuotare nei fiumi cittadini è una pratica antica che, dopo anni di oblio, sta tornando con forza nelle principali città europee. A riaccendere l’interesse è stata soprattutto la Senna, il celebre fiume che attraversa Parigi, tornato balneabile dopo più di un secolo di proibizioni. Dietro a questa trasformazione c’è un progetto ambizioso da 1,4 miliardi di euro, che ha permesso di realizzare vasche di contenimento delle acque piovane, impianti di depurazione avanzati e sofisticati sistemi di monitoraggio microbiologico costante. Ma l’accesso all’acqua urbana è davvero sicuro? Il dibattito è più aperto che mai.
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Le gare olimpiche nella Senna: un banco di prova per la balneabilità
Il dubbio sulla sicurezza si è manifestato con forza durante l’estate 2024, quando gli atleti che hanno gareggiato nelle acque della Senna alle Olimpiadi si sono immersi in un simbolo di questa rivoluzione urbana. L’idea romantica di nuotare nel fiume, anziché in una piscina tradizionale, si è però infranta contro la realtà sanitaria. Alcuni nuotatori hanno infatti riportato disturbi gastrointestinali, probabilmente causati dall’esposizione a batteri come Escherichia coli ed enterococchi, ancora presenti nonostante i significativi miglioramenti apportati. Questo episodio ha riportato al centro del dibattito la questione cruciale della sicurezza sanitaria nella balneabilità urbana.
Nuotare nei fiumi cittadini: ecco tutti i rischi
La letteratura scientifica conferma la presenza di contaminanti biologici e chimici nelle acque urbane: batteri fecali (E. coli, enterococchi), parassiti, virus enterici, residui di farmaci e metalli pesanti. Uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology (2018) ha dimostrato che, soprattutto dopo piogge intense, i livelli di contaminanti biologici nei fiumi cittadini aumentano in modo significativo, soprattutto in presenza di reti fognarie miste. Tuttavia, l’implementazione di sistemi avanzati di monitoraggio in tempo reale e di impianti di filtraggio biologico rappresenta una strada concreta per ridurre drasticamente questi rischi, garantendo un controllo efficace e continuo della qualità delle acque.
Nuotare nei fiumi cittadini: i benefici
Dal punto di vista della salute, nuotare nei fiumi cittadini offre evidenti benefici psicofisici: migliora l’umore, riduce lo stress e rafforza il senso di appartenenza alla città. Se gestita in modo adeguato, questa rivoluzione urbana può contribuire a migliorare la qualità della vita, promuovendo benessere fisico e mentale e favorendo lo sviluppo di città più sane, eque e resilienti. L’obiettivo finale è ridisegnare il rapporto tra cittadini e fiumi urbani, favorendo un accesso sicuro, libero e gratuito all’acqua, con ricadute positive anche in termini di equità sociale e rigenerazione ambientale.
Le città europee puntano a diventare balneabili
Una rete europea chiamata Swimmable Cities sta lavorando per restituire ai cittadini l’uso balneabile di fiumi e corsi d’acqua, trasformandoli in luoghi vivi e accessibili. Ecco lo stato attuale di alcune realtà all’avanguardia.
Copenaghen, Berlino, Zurigo: esempi virtuosi di gestione delle acque
Copenaghen monitora la qualità dell’acqua in tempo reale e ha reso il nuoto nei porti una pratica diffusa, sostenuta da infrastrutture innovative come piscine galleggianti e saune urbane. Berlino, con il progetto Flussbad sulla Sprea, e città svizzere come Zurigo e Basilea hanno riconvertito i loro fiumi in spazi pubblici fruibili, sicuri e sostenibili. Il recente summit mondiale tenutosi a Rotterdam, presso l’area balneabile Rijnhaven, ha dimostrato che i fiumi possono tornare a essere luoghi di incontro, socialità e attività fisica nel cuore delle metropoli. Come sottolinea Pascal Lansink-Bastemeijer, vicesindaco di Rotterdam, non si tratta solo di nuotare, ma di ricostruire un rapporto culturale e sostenibile con l’acqua.
Roma guarda al futuro: il Tevere tra salute pubblica e rigenerazione urbana
Anche Roma si sta muovendo in questa direzione, prendendo spunto dal modello francese e con l’ambizioso obiettivo di restituire al Tevere la sua funzione sociale e ricreativa, come accadeva fino a circa cinquant’anni fa, come ricordato da Pier Paolo Pasolini nei suoi «Ragazzi di Vita».
Sebbene non ci siano ancora progetti concreti, sono stati avviati tavoli tecnici con Arpa Lazio, Regione, Ministero dell’Ambiente e altre istituzioni per valutare la balneabilità del Tevere. Il primo passo sarà il risanamento degli scarichi fognari e industriali, in particolare lungo l’Aniene, principale affluente, per ridurre la contaminazione batterica. Secondo stime preliminari, un intervento di questo tipo richiederà anni e risorse significative, simili a quelle stanziate per la Senna a Parigi. L’orizzonte più realistico per vedere il Tevere balneabile è collegato al Giubileo straordinario del 2033, con un progetto che unisce salute pubblica, giustizia ambientale e rigenerazione urbana.
Le sfide da affrontare
La sfida è complessa e multidimensionale: garantire la salubrità dell’acqua, tutelare la biodiversità, migliorare l’accessibilità e coinvolgere attivamente i cittadini. Nuotare nei fiumi cittadini non è solo una questione ambientale, ma un diritto culturale e civico, come evidenziato dalla rete Swimmable Cities.