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Ecco come cambia il Pronto Soccorso negli ospedali italiani

Il triage, cioè l'assegnazione del grado di emergenza dei pazienti, dice addio ai quattro colori e punta ad affidare maggiori competenze agli infermieri. L'obiettivo? Velocizzare il sistema e ridurre il caos

Codici numerici e maggiore autonomia degli infermieri. Queste le principali novità che cambieranno il volto del triage al Pronto Soccorso, cioè l’assegnazione del grado di priorità ai pazienti che approdano in ospedale in condizioni d’emergenza. Il sistema ospedaliero dice quindi addio ai quattro colori – rosso, giallo, verde e bianco – che fino ad oggi hanno contraddistinto i casi meno urgenti da quelli più gravi aggiornandosi secondo le nuove linee guida, ora al vaglio definitivo della Direzione generale del ministero della Salute.

I nuovi codici
Oggi il sistema di triage assegna dei codici colore in base al livello di priorità del paziente (oltre al rosso, giallo, verde e bianco anche l’argento per le persone anziane e il rosa per le vittime di violenza). Una volta attivate le nuove linee guida, chi arriverà in Pronto Soccorso si vedrà assegnare nel giro di pochi minuti da infermieri esperti nel triage (che avranno cioè seguito una formazione specifica) un codice numerico da 1 a 5 su scala decrescente. Il codice 1 sarà riservato alle emergenze, il 2 alle urgenze, quando la condizione del paziente rischia di peggiorare, il 3 alle urgenze differibili, dove le situazioni sono stabili ma servono prestazioni complesse, il 4 alle urgenze minori e infine il 5 alle non urgenze, corrispondente agli attuali codici bianchi.

Gruppo San Donato

Le tempistiche
Tasto dolente dell’attuale sistema ospedaliero, con i nuovi codici le tempistiche puntano ad essere accelerate. Un paziente urgente (codice 1 e 2) non potrà aspettare più di 15 minuti, mentre gli ex codici verdi (i futuri 3 e 4) andranno trattati rispettivamente entro 60 e 120 minuti. Per quanto riguarda i pazienti non urgenti (codice 5), dovranno essere smaltiti entro un massimo di 4 ore. Durante il tempo di attesa, i pazienti verranno costantemente rivalutati: se la loro condizione peggiora, il triage verrà aggiornato. A occuparsi di questi controlli gli infermieri appositamente formati con dei corsi.

Gli infermieri
Purché abbiano maturato almeno sei mesi di esperienza lavorativa in Pronto Soccorso e svolto un periodo di formazione abilitante al triage (corso e affiancamento con un tutor esperto), agli infermieri saranno affidate maggiori competenze e autonomie. Quali? Potranno somministrare farmaci, fare prelievi e iniziare una serie di trattamenti sui pazienti.

Obiettivi
Il documento punta alla revisione dei percorsi di accesso alle cure di emergenza, a migliorare i tempi per l’assistenza ai cittadini, a valorizzazione gli infermieri e umanizzare le cure. Una rivoluzione, che oltre a velocizzare le attese, dovrebbe ridurre il caos che ogni anno si registra nei Pronto Soccorso italiani, soprattutto in inverno. Secondo i dati della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, ogni anno si calcolano almeno 24 milioni di accessi al pronto soccorso, quasi uno al secondo. Di questi l’1-2% è formato da pazienti in pericolo di vita, il 65-70% è vittima di incidenti o è colpita da malattie acute e il 30-35% ha problemi minori.

Le nuove linee guida rappresenteranno un grande cambiamento per i pazienti, ma anche per il sistema ospedaliero italiano che si posizionerà allo stesso livello di altri Paesi dell’Unione Europea e dell’America.

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