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Afasia: ecco l’app che aiuta a comunicare con le emoji

Samsung e Leo Burnett, supportati da un team scientifico, hanno realizzato un'applicazione che consente alle persone afasiche di interagire con il mondo esterno

Immaginate di avere un “groviglio” di fili in testa, che vi impedisce di esprimere verbalmente i vostri pensieri, di capire quello che esce dalla bocca di chi vi circonda e di nominare correttamente oggetti, persone, contesti. Ecco, questo è ciò che accade a chi è affetto da afasia, una patologia che, a causa di eventi traumatici, emorragici o ischemici, compromette gravemente la capacità di comporre o comprendere il linguaggio, con un impatto devastante sulla qualità della vita.

Samsung Wemogee: l’app per chi non può comunicare

Per abbattere il muro espressivo che si interpone tra le persone afasiche, che solo nel nostro Paese sono 200.000, e il mondo circostante, Samsung Electronics Italia e Leo Burnett hanno sviluppato Samsung Wemogee, un’app di messaggistica che consente di comunicare agilmente attraverso uno scambio testo-immagini, superando così la barriera verbale.

Gruppo San Donato

Dove è disponibile?

Si tratta di un’applicazione gratuita, realizzata grazie al supporto di un team di neurologi e logopedisti, disponibile su Google Play Store per tutti i dispositivi Android, AppStore per i device iOS e Galaxy Apps di Samsung.

Come funziona?

Wemogee è semplice e intuitiva: funziona come un traduttore istantaneo, che trasforma le parole in emoji e viceversa. Il vocabolario dell’app, sviluppato in collaborazione con la logopedista Francesca Polini, docente presso l’Università degli Studi di Milano, comprende più di 140 frasi precostituite (riguardanti i bisogni primari e la sfera affettiva), che sono state tradotte in sequenze logiche di emoticon e suddivise in sei macro-categorie.

Le persone afasiche scorrono il panel visivo, scelgono cosa comunicare e inviano la sequenza “simbolica” al destinatario non afasico. Quest’ultimo riceve il messaggio sotto forma di testo e risponde normalmente con parole scritte. Il paziente con afasia riceve l’sms già trasformato in emoji. Si tratta di uno scambio immediato e automatico, che restituisce agli afasici la capacità di interagire con famigliari e amici, uscendo finalmente dalla “trappola” verbale.

Un traguardo importante

«Nel tradizionale trattamento dei disturbi del linguaggio, le immagini e i gesti hanno un ruolo fondamentale perché oltrepassano la barriera della verbalità» commenta Elio Agostoni, Direttore del Dipartimento Neuroscienze dell’Ospedale Niguarda di Milano che ha seguito tutte le fasi di sviluppo scientifico dell’app. «In questo senso, Samsung Wemogee rappresenta una vera e propria nuova metodologia di comunicazione».

Il video relativo al progetto Wemogee di Samsung Electronics Italia e Leo Burnett

Chiara Caretoni

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