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Antonio Lamberto Martino: «Cambiando modo di mangiare tengo a bada la malattia di Crohn»

«I farmaci sono indispensabili, ma anche un’alimentazione sana mi aiuta moltissimo» racconta lo chef in questa intervista

Mettendo da parte i dolori, l’impatto che la malattia di Crohn ha avuto sulla mia vita è stato positivo. Può sembrare assurdo, ma mi ha dato un segnale, mi ha fatto capire che era arrivato il momento di cambiare. Ho 36 anni, ma se ripenso ai miei 28, l’età in cui è mi è stata diagnosticata la patologia, mi rendo conto che l’ambiente lavorativo in cui ero immerso ha avuto un effetto negativo sulla mia salute.

Non ero contento della mia vita

Non ero né contento, né soddisfatto di quello che facevo, perché lavoravo in un mondo molto distante da quello in cui ero cresciuto: un mondo fatto di cucine, panifici e pizzerie di amici e parenti a Capo d’Orlando, in Sicilia.
Da una parte non so, e in realtà non lo sanno neanche i medici, perché mi abbia colpito la malattia di Crohn, ma dall’altra sono sicuro che le situazioni stressanti e le abitudini scorrette (soprattutto alimentari!) che si erano accumulate in quel periodo abbiano contribuito al suo manifestarsi.

Gruppo San Donato

I primi sintomi della malattia

Mi sono accorto che qualcosa non andava quando ho iniziato a trovare sangue nelle feci e a dimagrire a vista d’occhio. Sono alto 1 metro e 80 e oggi peso 78 chili, ma in quegli anni la bilancia arrivò a segnare 61: ero davvero deperito e mi sentivo debole. Dopo i primi sintomi, mi sono recato subito in ospedale, dove la mia condizione ha avuto un nome: malattia di Crohn. Devo ammettere che una delle mie prime reazioni è stata di spavento: non è piacevole avere più volte al giorno, e soprattutto appena sveglio, l’impulso di andare in bagno e vedere del sangue.

Una svolta alla mia vita

Così ho iniziato la cura farmacologica a base di cortisone, ma parallelamente alla terapia ho deciso anche di dare una svolta alla mia vita, di andarmene da quel mondo che vedevo in qualche modo colpevole del mio male. Volevo tornare a vivere in modo più rilassato, ma soprattutto più salutare.
È stato così che ho lasciato le vie industriali della città e mi sono rifugiato nelle Crete senesi, dove ancora oggi lavoro e coltivo grani di antiche varietà.

L’attenzione all’alimentazione

In mezzo alla natura ho ripreso in mano le redini della mia vita, il che per me ha significato soprattutto tornare ad alimentarmi in modo sano. Durante il mio periodo «negativo», infatti, mangiavo come un automa, senza fare davvero caso a ciò che compravo, cucinavo, ingerivo. Ovviamente sbagliavo, ma è stato costruttivo. Parallelamente alla cura farmacologica, che mi serviva per alleviare i dolori e controllare i sintomi della malattia di Crohn, ho iniziato a studiare con impegno e costanza gli alimenti e le materie prime, dando al cibo un senso nutrizionale e una rintracciabilità.

La cucina è anche la mia cura

I miei studi continuano regolarmente ancora oggi ed è grazie a questi approfondimenti che capisco cosa mi fa bene mangiare e cosa invece mi può danneggiare: la cucina è la mia passione, il mio lavoro e in qualche modo anche la mia cura, perché da quando ho iniziato a convivere con la malattia di Crohn, l’alimentazione mi ha aiutato tanto ad alleviare i sintomi della patologia. A farmi bene sono soprattutto i batteri lattici: cerco di aumentare la loro proliferazione nel mio intestino mangiando frutta particolarmente matura e di stagione, verdura possibilmente cotta al vapore e carboidrati a basso tenore di glutine.

Anche lo sport mi aiuta

Se da una parte nella mia vita l’alimentazione non è sempre stata equilibrata, l’attività fisica è stato sempre un punto fermo e sia prima che dopo la diagnosi ho praticato sport come equitazione e vela. Ho ripreso anche il mio peso forma, di 78 chili, e non ho più dolori. Per ora la malattia di Crohn sembra essere sparita e, anche se devo continuare a fare controlli cadenzati in ospedale, sono totalmente immerso in ciò che mi piace fare e mi fa stare bene.

Antonio Lamberto Martino

Testimonianza raccolta da Giulia Masoero Regis per OK Salute e benessere dicembre 2016

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