
Negli ultimi decenni stiamo assistendo a un fenomeno silenzioso ma preoccupante: la fertilità maschile sta diminuendo in modo costante. Non si tratta solo di un problema legato al desiderio di diventare genitori, ma anche di un segnale che riguarda la salute generale dell’uomo.
In questo articolo
Fertilità maschile in calo: -50% di spermatozoi in 40 anni
Negli ultimi 40 anni la concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale si è dimezzata. Un calo così consistente ha portato persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a rivedere più volte i valori considerati “normali” nelle analisi del liquido seminale (spermiogramma), abbassando progressivamente le soglie di riferimento.
Questa tendenza viene considerata uno dei fattori che contribuiscono alla denatalità in Italia, dove nel 2023 si sono registrate oltre il 3% di nascite in meno rispetto all’anno precedente. A ciò si aggiunge un altro elemento: oggi uomini e donne scelgono sempre più spesso di avere figli dopo i 35-40 anni, quando la fertilità naturale tende fisiologicamente a diminuire. Dopo i 35 anni la probabilità biologica di avere un figlio si riduce del 10%, e dopo i 40 ancora di più. Questo vale anche per l’uomo.
Infertilità maschile: un segnale anche per la salute generale
L’infertilità maschile non è solo un ostacolo alla genitorialità. È anche un campanello d’allarme sulla salute dell’intero organismo.
Gli studi mostrano che gli uomini infertili, a parità di età, hanno più spesso:
- problemi cardiovascolari (ipertensione, malattie del cuore),
- disturbi metabolici come diabete o obesità,
- maggiore rischio oncologico,
- stati infiammatori cronici.
È come se l’organismo di un uomo infertile risultasse “più vecchio” rispetto alla sua età anagrafica.
Stili di vita: un fattore chiave
Molti dei problemi legati alla fertilità maschile sono influenzati da abitudini scorrette. Tra i principali fattori di rischio troviamo:
- Obesità e sovrappeso, che alterano la produzione di testosterone e la qualità degli spermatozoi;
- Fumo di sigaretta, che danneggia il DNA degli spermatozoi;
- Alcol in eccesso, che interferisce con gli ormoni sessuali;
- Stress cronico e sedentarietà, che contribuiscono a peggiorare i parametri seminali.
Anche l’esposizione a inquinanti ambientali, pesticidi, microplastiche e sostanze chimiche con effetti simili agli ormoni (interferenti endocrini) sembra avere un ruolo importante.
Quando rivolgersi allo specialista
Il 15% delle coppie ha difficoltà a concepire, e nel 30% dei casi il problema è esclusivamente maschile. Eppure spesso l’uomo non viene sottoposto ad alcun controllo.
Secondo Salonia, è fondamentale che:
- entrambi i partner vengano valutati,
- l’uomo si rivolga a un urologo o andrologo,
- venga eseguito uno spermiogramma, accompagnato da esami ormonali e valutazione clinica.
Un dato sorprendente? Il 15% delle coppie affronta trattamenti di procreazione medicalmente assistita (PMA) senza che l’uomo sia mai stato visitato da uno specialista.
Come proteggere la fertilità maschile: consigli pratici
Ecco alcune strategie utili per tutelare la salute riproduttiva (e non solo):
- Mantieni un peso sano: l’obesità influisce negativamente sugli ormoni sessuali.
- No al fumo e modera l’alcol.
- Fai attività fisica regolare, ma senza eccessi.
- Segui una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, omega-3 e povera di grassi saturi.
- Evita l’esposizione prolungata a calore eccessivo (es. sauna, laptop sulle ginocchia, abbigliamento troppo stretto).
- Sottoponiti a controlli medici, soprattutto se desideri diventare padre.
Il calo della fertilità maschile non è solo una questione privata o di coppia: è un tema sociale, sanitario e demografico. Prendersi cura della propria salute riproduttiva vuol dire anche proteggere il proprio cuore, il metabolismo e il benessere generale.




