Salute

Terza dose anticipata e vaccino ai bambini: il parere di Massimo Clementi

Ci sono rischi a vaccinarsi dopo 5 mesi? È corretto vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni? Ci si può ammalare contemporaneamente di Covid e influenza? Cosa ci sta insegnando Israele? Tutte le risposte

Terza dose anticipata e vaccino ai bambini: sono questi i due temi che stanno attirando l’attenzione di tutti gli italiani. Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Clementi, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “Cominciamo con il dire che nessun vaccino è stato sperimentato tanto quanto questo contro Covid. Tutti gli altri hanno avuto numeri molto più piccoli di valutazioni. Anche quelli che sono stati usati nel passato contro l’influenza o il morbillo”.

Terza dose anticipata e vaccino ai bambini: anticipare la vaccinazione dopo cinque mesi e non più dopo sei può essere un problema per la salute?

No, non sarà un problema. È stato già verificato che anticipare di un mese la terza vaccinazione non costituisce alcun problema. Sostanzialmente si è visto che l’immunità conferita da questa terza dose seppure anticipata è altrettanto robusta come quella dopo sei mesi. Quello che si raggiunge con la terza dose è una immunità che supera di molto il 90% di efficacia e che si avvicina al 100% con una importante solidità della risposta immunitaria.

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Inoltre non ci sono stati problemi maggiori anche come effetti collaterali pur lievi, perché quelli che prevalgono sono effetti collaterali lievi del vaccino. Quindi dopo cinque mesi è possibile fare la terza dose in tutta tranquillità.

Terza dose anticipata e vaccino ai bambini: gli effetti collaterali sono gli stessi che abbiamo imparato a conoscere con le prime due dosi?

Sì, certamente, anche un po’ meno. Dal punto di vista degli effetti collaterali sono gli stessi sostanzialmente delle altre, ma non particolarmente significativi. Quindi dolore la braccio, qualche linea di febbre e un po’ di stanchezza. Nella stragrande maggioranza dei casi tutto passa nel giro di un giorno o due.

La terza potrà essere la dose definitiva almeno per un po’ di tempo?

Questo è difficile dirlo, perché dipenderà in parte da noi. Nel senso che dipende dalle dimensioni del muro che innalzeremo nei confronti di questo virus nella nostra popolazione. Se una parte consistente della popolazione sarà vaccinata, certamente il virus circolerà poco. Diventerà un virus endemico con una popolazione quasi tutta immunizzata. Allora le cose andranno certamente meglio e avremo la possibilità di rallentare questo ritmo vaccinale che abbiamo avuto in questi ultimi mesi. Se invece questo virus circolerà ancora anche con punte e ondate stagionali come qualcuno pensa, occorrerà fare un richiamo ogni anno per due o tre anni.

Da Israele arrivano dati estremamente significativi. Anche da loro contagi e ricoveri stavano crescendo e con la terza dose sono tornati a una situazione normale. Allora perché c’è ancora chi dubita anche tra i suoi colleghi dell’utilità della terza dose anche sotto i 60 anni?

Bella domanda. I dati di Israele sono inequivocabili. Si è trattato di un laboratorio dovuto al fatto che c’è stato un accordo vero e proprio tra Pfizer e lo Stato di Israele che per dimensioni e per numerosità di popolazione – sono 10 milioni gli abitanti di Israele – si presta molto bene ad essere un banco di prova. Si può dire che abbia fatto un po’ da rompighiaccio per questa vaccinazione di cui abbiamo ormai già dati a iosa.

Quindi abbiamo valutazioni su milioni di soggetti vaccinati. Tutto è sempre andato molto bene con minime eccezioni. L’immunità deve essere rafforzata e questo soprattutto in un periodo di ripresa delle infezioni. Un po’ perché una parte della popolazione non è vaccinata, un po’ perché Paesi a noi vicini che non hanno avuto la stessa campagna vaccinale stanno vedendo una ripresa delle infezioni.

È arrivato il via libera dell’Ema per la vaccinazione anche in Italia dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Qual è la sua posizione al riguardo?

Anche in questo caso sono per il sì alla vaccinazione. È vero che i bambini si ammalano meno, o meglio, meno gravemente, però non conosciamo ancora bene se in qualche modo anche un’infezione poco sintomatica in un bambino possa portare a qualche conseguenza. Alcuni studi parlando ad esempio del fatto che sarebbero i più colpiti da Long Covid. Inoltre c’è un altro motivo per vaccinarli. I bambini socializzano molto, vanno a scuola, si infettano nella loro vita sociale e portano l’infezione a casa con il rischio di trasmetterla agli adulti e agli anziani con cui vivono, specialmente in un Paese come l’Italia dove i nonni sono l’ossatura della famiglia.

È possibile ammalarsi contemporaneamente di Covid e influenza stagionale?

È difficile, perché c’è un’interferenza tra i virus. Si può prendere in sequenza. Contemporaneamente è rarissimo. I virus sviluppano una risposta di alcune citochine, che si chiamano interferoni che vanno poi a interferire sulla capacità di replicazione del secondo virus. Quindi la contestuale infezione è difficile.

Mentre la vaccinazione contestuale per i due virus, è bene farla in due braccia diverse, perché si tratta comunque di vaccinazioni differenti. In ogni caso si può fare contemporaneamente.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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