
Può una semplice infezione virale aumentare il rischio di una malattia neurologica cronica come la sclerosi multipla? Secondo una nuova ricerca condotta dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, la risposta è sì: il virus di Epstein-Barr (EBV), responsabile della mononucleosi, nota anche come “malattia del bacio”, potrebbe avere un ruolo diretto nell’insorgenza della sclerosi multipla nei bambini e negli adolescenti.
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Il legame tra virus e cervello
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Neurology e conferma quello che la comunità scientifica sospettava da tempo: l’infezione da EBV non è solo una malattia passeggera, ma può lasciare un segno duraturo sul sistema nervoso.
I ricercatori del Bambino Gesù hanno analizzato 219 giovani pazienti, di età compresa tra 6 e 17 anni. Tra questi, 57 erano affetti da sclerosi multipla. Ebbene, tutti – il 100% – mostravano nel sangue anticorpi specifici contro il virus di Epstein-Barr, segno di un’infezione pregressa, spesso avvenuta senza sintomi evidenti.
I risultati dello studio
Per avere un confronto, gli esperti hanno esaminato anche i campioni di due gruppi di controllo: bambini con malattie autoimmuni non neurologiche e piccoli pazienti con cefalea primaria. In questi ultimi, solo il 59% risultava positivo al virus.
Una differenza enorme, che secondo gli autori non lascia dubbi: l’infezione da EBV è un fattore di rischio importante anche nell’infanzia.
«La nostra ricerca conferma che il legame tra il virus di Epstein-Barr e la sclerosi multipla non riguarda solo gli adulti, ma anche i bambini», spiega il dottor Gabriele Monte, primo autore dello studio.
Cosa significa per la prevenzione?
La sclerosi multipla è una malattia cronica e infiammatoria del sistema nervoso centrale. Il sistema immunitario, per cause ancora non del tutto note, attacca la mielina, la guaina che riveste le fibre nervose. Sebbene la maggior parte dei casi si manifesti in età adulta, circa 1 su 10 colpisce bambini e adolescenti.
«Capire le cause della malattia è fondamentale per pensare a nuove strategie di prevenzione – spiega il professor Massimiliano Valeriani, responsabile di Neurologia dello Sviluppo del Bambino Gesù. Un vaccino contro il virus Epstein-Barr potrebbe ridurre significativamente il rischio di sviluppare la sclerosi multipla nei più giovani».
Una scoperta che guarda al futuro
Lo studio del Bambino Gesù non solo rafforza il legame tra mononucleosi e sclerosi multipla, ma apre anche nuove prospettive per la prevenzione.
Capire come il virus interagisce con il sistema immunitario dei più piccoli potrà essere la chiave per nuove terapie mirate e, forse, per un giorno evitare l’insorgenza della malattia.
Il Bambino Gesù, centro di riferimento in Italia per la sclerosi multipla nei bambini
Il Centro per la Sclerosi Multipla dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è oggi il principale punto di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura della forma pediatrica della malattia.
Segue circa 70 pazienti ogni anno, offrendo percorsi di cura personalizzati e continuità di assistenza fino all’età adulta.
Anche se l’esordio sotto i 10 anni è raro, la malattia può comparire durante l’adolescenza, con caratteristiche cliniche diverse rispetto a quelle dell’adulto e quindi bisognosa di protocolli specifici.




