Salute

Meningioma: cause, diagnosi, cure

Focus medico sul tumore cerebrale, generalmente benigno, che ha origine nelle meningi, il rivestimento del cervello e del midollo

Focus di Paola Peretta, direttore struttura complessa di neurochirurgia all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

Il meningioma è un tumore cerebrale, generalmente benigno, a lenta crescita.

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CAUSE. Il meningioma ha origine nelle cellule che formano gli involucri di rivestimento del cervello e del midollo (meningi) e rappresenta il 14-19% dei tumori cerebrali primitivi in età adulta. Nel bambino, invece, è molto raro (1-4%) ed è spesso associato alla neurofibromatosi di tipo 2 (NF2), una malattia genetica a trasmissione ereditaria che predispone allo sviluppo di tumori a carico del sistema nervoso. Nel 50% circa dei pazienti affetti da NF2 si riscontra, infatti, la presenza di un meningioma. Nel bambino questo tumore tende a essere più maligno rispetto all’adulto.

SINTOMI. Il quadro clinico che caratterizza il meningioma è estremamente vario in relazione alla localizzazione. A seconda della sede ci possono essere disturbi motori, della sensibilità, visivi, crisi epilettiche (epilessia), disturbi comportamentali. Lesioni di grandi dimensioni o in particolari localizzazioni raramente causano cefalea. Ancora più rara è la comparsa di una tumefazione dura sulla superficie del cranio.

DIAGNOSI. La Tac e la Rmn (risonanza magnetica nucleare) sono le metodiche che consentono di fare diagnosi di meningioma. Con la Tac si possono valutare i rapporti della lesione con l’osso, mentre con la Rmn si visualizza il rapporto del meningioma con il cervello e i suoi vasi. Con la Rmn funzionale è anche possibile studiare il rapporto tra la lesione e le zone del cervello che controllano i movimenti, la vista e la parola. Questo permette al neurochirurgo di pianificare la rimozione della lesione con i minori rischi possibili.

CURE. La terapia è essenzialmente chirurgica e deve perseguire la radicalità. La tendenza alla recidiva è in relazione alla natura della lesione e all’entità dell’asportazione. Le moderne tecnologie vengono in aiuto sia al momento della diagnosi che durante l’intervento. La risonanza magnetica permette di localizzare le aree del cervello che controllano il movimento, la vista e la parola e nel corso dell’intervento si possono utilizzare quelle stesse immagini per controllare l’asportazione del tumore. Inoltre, sempre durante la chirurgia, si possono controllare come funzionano le vie nervose che ci fanno camminare e parlare. In questo modo si possono rimuovere radicalmente lesioni che, solo fino a qualche anno fa, sarebbero state tolte solo parzialmente, con un maggiore rischio di recidiva. Dopo l’asportazione radicale, se il tumore è benigno sono necessari controlli periodici con la risonanza. Nel caso di un meningioma maligno il paziente dovrà effettuare ulteriori trattamenti come la radioterapia.
Paola Peretta, direttore struttura complessa di neurochirurgia all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino

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