Salute

L’uso di aspirina a basse dosi aumenta il rischio di anemia?

Uno studio internazionale chiede massima cautela nel monitorare i valori di emoglobina e ferritina in chi assume il farmaco per lunghi periodi

Aspirina a basse dosi e anemia. Da tempo alcuni esperti stanno mettendo in allerta medici e pazienti. Come tutti i farmaci anche l’aspirina a basse dosi ha effetti collaterali. Il rapporto tra rischi e benefici dev’essere attentamente analizzato dal medico curante.

Aspirina a basse dosi come prevenzione nelle malattie cardiovascolari

Sappiamo che viene prescritta ad esempio a chi abbia già avuto un infarto o un ictus. In alcuni casi il medico può anche decidere di prescriverla come prevenzione primaria nelle persone che sono particolarmente a rischio di eventi cardiovascolari. In pratica, da una parte può rappresentare un valido aiuto, dall’altro, soprattutto negli anziani, alza il rischio di sanguinamento a livello di stomaco e intestino che possono sfociare anche in emorragie.

Gruppo San Donato

Aspirina a basse dosi e anemia: i risultati dello studio

Negli ultimi anni si stanno moltiplicando studi che si concentrano proprio sull’uso dell’aspirina a basso dosaggio come strumento di prevenzione. L’ultimo in ordine di tempo sostiene che l’aspirina possa far crescere il rischio di anemia, con sintomi quali mal di testa, vertigini, grande debolezza e affaticamento insieme a tachicardia.

La situazione è complicata dal fatto che già il 30% delle persone sopra i 75 abbia problemi con i valori dell’emoglobina. Le cause vanno ricercate nella dieta sbagliata, nello scarso assorbimento del ferro o in alcuni casi nei frequenti sanguinamenti che possono colpire gli anziani. Si possono leggere i risultati sulla rivista  scientifica Annals of Internal Medicine.

Si alza leggermente il rischio, colpite anche ferritina ed emoglobina

I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 18.000 persone con più di 65 anni. Una parte di loro assumeva quotidianamente un aspirina da 100 milligrammi, quindi a basso dosaggio. I risultati hanno evidenziato un aumento lieve di sviluppare anemia, soprattutto nei primi cinque anni dall’inizio del trattamento. Andando nel dettaglio, nel gruppo che assumeva ogni giorno l’aspirina come forma di prevenzione il rischio era del 24%. Nell’altro gruppo, quello che prendeva un placebo, le probabilità si fermavano al 20 per cento. Inoltre nel primo gruppo si segnalavano anche valori di poco inferiori di ferritina ed emoglobina.

Come si spiega il legame tra aspirina a basse dosi e anemia?

In realtà lo studio non riesce a spiegare perché questo avvenga. I ricercatori fanno delle ipotesi, che riguardano essenzialmente il fatto che l’aspirina colpisce un enzima responsabile della conservazione del rivestimento dello stomaco e dell’intestino. Di conseguenza ecco la possibilità di un aumento dei sanguinamenti. Non c’è però un’evidenza scientifica chiara. Serviranno quindi altri studi per capirne le ragioni. Fino a quando non si capirà esattamente quello che succede a livello gastrico, meglio tenere sotto controllo i valori dei globuli rossi, dell’emoglobina e del ferro nelle persone che assumono l’aspirina a basse dosi per un lungo periodo.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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