Salute

Le cure per l’infertilità femminile

Dalle analisi preliminari alla stimolazione ormonale, le procedure per le donne che vogliono avere un figlio con l'aiuto della scienza

Quando deve chiedere l’aiuto della scienza una coppia che vuole un figlio? «Dopo un anno e mezzo o due di rapporti mirati non protetti quando la donna ha meno di 35 anni», risponde Guido Ragni, esperto del Centro sterilità di coppia del Policlinico di Milano. «Dopo un anno tra i 35 e i 38, dopo alcuni mesi quando è vicina ai 40 o li ha superati». Poi ci sono i casi, la metà, di ridotta capacità riproduttiva maschile o la presenza di malattie ereditarie (per cui si può ricorrere alla diagnosi preimpianto).

LE ANALISI PRELIMINARI. «Le indagini comprendono esami del sangue per rilevare i livelli ormonali, analisi del liquido seminale del partner, ecografie per valutare lo stato di utero e ovaie», spiega Carlo Bulletti, responsabile dell’unità di fisiopatologia della riproduzione dell’ospedale Cervesi di Cattolica (Rimini). «A volte possono essere necessari accertamenti genetici. Per vedere, poi, se le tube sono aperte e se l’ovocito può compiere il suo percorso dall’ovaio verso l’utero, si ricorre all’isterosalpingografia, una radiografia con un mezzo di contrasto». Le ragioni per cui i gameti femminili (ovociti) e quelli maschili (spermatozoi) non si incontrano sono moltissime, talora sconosciute nonostante i tanti test disponibili, come accade per il 15% delle coppie infertili.

Gruppo San Donato

LA STIMOLAZIONE ORMONALE: è tra le procedure più usate per la terapia dell’infertilità. «Consiste nella somministrazione di quantità modeste di gonadotropine, ormoni che portano l’ovaio a produrre più follicoli, aumentando le chance di rimanere incinta», dice Ragni. «L’assunzione può avvenire per bocca, per via sottocutanea o intramuscolare o anche attraverso spray nasali. Quando i follicoli hanno raggiunto le dimensioni attese, una dose di gonadotropina corionica (Hcg) avvia l’ovulazione dopo 34 ore. Una sorta di timer, utile a organizzare la procedura di inseminazione». Il tutto avviene sotto stretta sorveglianza medica e con ecografie ravvicinate. «Cinque o sei controlli nell’ arco del ciclo», prosegue Ragni, «per scongiurare i rari casi di iperstimolazione ovarica e per contare e misurare i follicoli, che non devono essere più di tre, altrimenti si sospende l’inseminazione perché il rischio di gravidanze multiple è troppo alto». La stimolazione ormonale può essere il primo passo di una procedura in vivo (inseminazione intrauterina) o in vitro (Fivet).
Francesca Gambarini – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 29 luglio 2010

Chiedi un consulto agli esperti di OK

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio