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L’attrice premio Oscar parla della condizione che colpisce molte donne. Ecco tutti i rimedi e le cure
Kate Winslet è una star assoluta, una delle attrici più glamour e talentuose della sua generazione, ma è anche una donna capace di rompere i tabù e gli stereotipi del mondo femminile. Sono famose le sue battaglie contro la chirurgia estetica e il ritocco fotografico a favore di una immagine più autentica. Insomma ci ha abituati al suo stile diretto e anche questa volta ha tolto il velo da uno dei problemi più celati: l’incontinenza urinaria.
«Non posso più saltare sui trampolini elastici con i miei figli, altrimenti mi bagno» ha detto senza battere ciglio durante il The Graham Norton Show, uno dei programmi più seguiti della televisione britannica. «E’ terribile, specialmente se si indossa una gonna» ha continuato sotto lo sguardo attonito del conduttore.
«Quando fai dei figli succede – ha spiegato – due starnuti li reggo ancora, al terzo me la faccio addosso». L’attrice premio Oscar è mamma di Mia, 15 anni e Joe, 11, avuti dall’ex marito, il regista dell’ultimo James Bond Sam Mendes e ha un terzo figlio, Beardi due anni, nato dal suo matrimonio con Ned Rocknroll.
Nonostante l’incontinenza si pensi che riguardi solo le persone anziane, è comune anche nelle donne che hanno avuto dei bambini, perché i muscoli pelvici, che sostengono la vescica, si indeboliscono.
Dal 30 al 40% delle donne che ha avuto figli manifesta questo problema e il mondo femminile ne è colpito due volte più di quello maschile.
Ma quali sono i campanelli di allarme che ci devono fare andare da uno specialista per risolvere questa antipatica condizione?
Il primo segnale è «quando si va troppo spesso a urinare o si perde urina con sensazione di urgenza o dopo un colpo di tosse», spiega Giulio Del Popolo, Direttore della Neuro-Urologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi e Presidente della Società Italiana di Urodinamica (SIUD).
Perciò al bando la vergogna: meglio parlare subito di questo problema con il medico, anche perché le soluzioni esistono e sono a portata di mano, come spiegano gli esperti.
Sono tre le parole d’ordine per combattere l’incontinenza urinaria: riabilitazione, farmaci, terapia chirurgica. Queste tre soluzioni possono essere usate in sequenza o anche simultaneamente. Vediamo in cosa consistono.
Terapie di tipo riabilitativo. Si tratta di esercizi che tendono al rinforzo e al migliore utilizzo dei muscoli del pavimento pelvico. È considerata la prima forma di terapia in tutti i tipi di incontinenza urinaria.
Terapia farmacologica. Può utilizzare farmaci che bloccano l’iperattività della vescica (antimuscarinici, beta3-agonisti), che rinforzano l’azione dello sfintere (duloxetina) o terapie ormonali, di solito topiche. La tossina botulinica può essere utilizzata, con somministrazione diretta nella parete vescicale, in casi di iperattività resistente alle terapie di primo livello. Questa è garantita dal Servizio Sanitario Nazionale.
Terapia chirurgica. Lo scopo è quello di ripristinare un supporto per la vescica e il condotto che porta l’urina all’esterno, l’uretra. Si utilizzano sempre più tecniche mini-invasive: in alcuni casi (nella donna) ci può essere la necessità di correggere anche il prolasso degli organi pelvici.
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