Salute

Esami da fare per il mal di testa

Quando la diagnosi di cefalea non è semplice si possono eseguire alcuni approfondimenti diagnostici. Ecco quali esami fare con il mal di testa

Nella grande maggioranza dei casi bastano pochi esami per fare una diagnosi di mal di testa. Anzi, se al medico viene fatta un’accurata descrizione dei sintomi gli sarà sufficiente un esame obiettivo del paziente per individuare una cefalea primaria. Diverso il discorso di una cefalea di recente insorgenza o che ha avuto un improvviso peggioramento. In questo ci si potrebbe trovare di fronte a una forma secondaria, che per essere diagnosticata necessita di alcuni esami strumentali, da prescrivere in base alle condizioni di salute del paziente e alla sua sintomatologia.

È importante, prima di pretendere di essere sottoposti a un elettroencefalogramma o a una Tac cranica, riportare al medico delle informazioni fondamentali. Tra queste la familiarità (se parenti di primo grado soffrono di qualche forma di emicrania), l’esordio e la durata degli attacchi, i fattori scatenanti le crisi, la sede e l’intensità del dolore, la presenza di sintomi associati, i fattori aggravanti, le eventuali terapie precedentemente seguite. Meglio ancora se aiutati da un diario delle cefalee.

Gruppo San Donato

Vediamo di seguito i sei esami utili alla diagnosi di cefalee secondarie e in generale finalizzati ad approfondire eventuali problemi al cranio.

1) RADIOGRAFIA DEL CRANIO

È un esame radiologico che consente di visualizzare le componenti dure della scatola cranica, usato fondamentalmente per indagini sull’osso.

Come si esegue

Il paziente, in piedi, viene fatto appoggiare con la testa a una parete dietro alla quale vi è una lastra che si impressiona grazie a un fascio di raggi X. Sulla lastra rimane impresso il contorno di quelle strutture che sono sufficientemente dure da non lasciar passare il fascio di raggi. Di solito si effettua una radiografia di lato (proiezione laterale) e una dal davanti (proiezione antero-posteriore).

A cosa serve

La lastra del cranio serve ogniqualvolta si sospetti un danno all’osso, come nei traumi o nelle malattie che colpiscono primariamente l’osso stesso. Può evidenziare anche sinusiti acute, mostrando un opacamento delle cavità paranasali. Può anche mettere in luce, indirettamente, la presenza di tumori, per esempio quelli dell’ipofisi, rilevando una modificazione del profilo di una particolare struttura ossea, la sella turcica, che ospita la ghiandola ipofisaria. Può infine mostrare calcificazioni patologiche, cioè accumuli di calcio, che appaiono bianchi sulla lastra, in sedi diverse dalle abituali.

Che problemi può dare

Effettuare una lastra non pone problemi particolari, a meno di non eccedere. In ogni caso rischiano più i radiologi dei pazienti.

2) ELETTROENCEFALOGRAMMA 

È un esame neurofisiologico che rileva la normale attività elettrica cerebrale. Come un elettrocardiogramma, si effettua con elettrodi appoggiati sul cuoio capelluto, che registrano gli impulsi elettrici del cervello e li trasmettono a una macchina che li trascrive sotto forma di tracce lineari. Non è doloroso né invasivo.

Come si esegue

Il paziente è seduto o semisdraiato. Sullo scalpo vengono applicati degli elettrodi, circa venti. Nel corso dell’esame vengono impartiti particolari stimoli per registrare le reazioni del cervello. Per esempio si può registrare una fase, di circa tre minuti, in cui vengono effettuati respiri profondi o, ancora, si possono registrare gli effetti che una luce intermittente, a diverse frequenze, provoca sull’attività elettrica. Si registra sia a occhi chiusi, per la maggior parte del tempo, che a occhi aperti, e dura circa venti minuti. Può anche essere eseguito su un paziente che dorme e in questo caso dura circa due ore.

A cosa serve

L’elettroencefalogramma è realmente utile in poche circostanze: crisi epilettiche, disturbi del sonno, encefaliti. Nelle cefalee può essere utile quando non sia effettuabile una tac e si sospetti un danno cerebrale importante, come da tumore o infarto. Tuttavia non è più un esame di prima scelta, abbondantemente superato dalle tecniche di imaging. In alcune forme di cefalea, come nell’emicrania con aura, può evidenziare anomalie particolari in molti pazienti, tuttavia aspecifiche e non utili ai fini di una diagnosi corretta.

Che problemi può dare

Non pone problemi particolari.

3) TAC

Chiamato anche Tc, è un esame radiologico basato su una tecnica computerizzata. Sfruttando immagini ottenute come tante radiografie che girano intorno al capo ricostruisce su un monitor il contenuto della testa visto come delle specie di fette, che vanno dal collo al vertice del capo. È un esame utilissimo ma va fatto solo quando necessario, perché espone comunque a dosi di raggi X.

Come si esegue

Il paziente è sdraiato di schiena su un lettino che scorre parzialmente all’interno della macchina (nel caso di un esame al cervello entrerà solo la testa). La macchina ruota intorno alla testa e scatta tante riprese seriali che invia a un computer, il quale elabora e ricostruisce le immagini del cervello come su una mappa geografica. Ogni esame fornisce mediamente 15-20 fette, o scansioni, e dura generalmente 10-15 minuti, anche se le apparecchiature più recenti consentono di effettuare tutte le scansioni in pochi secondi. Può essere effettuata con le semplici scansioni radiografiche (basale), oppure può essere ripetuta iniettando un mezzo di contrasto che evidenzia meglio alcune strutture, quali arterie, vene o zone molto irrorate di sangue.

A cosa serve

Nel caso della testa, la Tac riproduce il cervello, le ossa del cranio, le cavità nasali e oculari. I tessuti più spessi e duri, come le ossa, nelle immagini appaiono bianchi mentre quelli meno spessi, come il cervello o i muscoli, mostrano diverse tonalità di grigio. L’aria appare nera. Consente di visualizzare zone traumatizzate, infarti ed emorragie (per questo è sufficiente l’esame basale) oppure tumori, malformazioni artero-venose, infiammazioni dei seni paranasali o ascessi cerebrali.

Che problemi può dare

È un esame che non presenta problemi, tranne un senso di oppressione nei soggetti claustrofobici o lo spazio stretto per i pazienti obesi. Un problema più serio può essere una reazione allergica al mezzo di contrasto.

4) RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE

Chiamato anche Rm, è un esame basato sempre su immagini, ottenute non con raggi X ma sfruttando un campo magnetico. La regione da esaminare viene praticamente inserita fra due calamite che vengono attivate e disattivate, producendo modificazioni dei campi magnetici che circondano le strutture cerebrali. Tali modificazioni sono quindi rielaborate dall’apparecchiatura che le trasforma in immagini su una lastra, con una precisione superiore rispetto alla Tac.

Come si esegue

Il paziente è sdraiato su un lettino che viene fatto entrare all’interno della macchina. Le modificazioni dei campi magnetici cerebrali, così trasformate in immagini, possono rappresentare qualunque zona del nostro cervello e delle strutture del cranio, vista sia di fianco che da sotto che dal davanti. Inoltre vi sono diverse tecniche di acquisizione delle immagini, che consentono di visualizzare meglio e con diverse tonalità di bianco/grigio/nero le diverse strutture cerebrali. L’esame può durare da 20 minuti fino a un’ora e mezza, a seconda della zona del corpo da indagare. Anche questo esame può essere effettuato con mezzo di contrasto, un materiale simil-ferroso, che evidenzia meglio le strutture a cui arriva molto sangue.

A cosa serve

Come nel caso della Tac, riproduce le diverse zone del cervello, le cavità nasali e oculari. Non consente però di vedere bene le ossa e le strutture in movimento, come il sangue che scorre dentro le arterie o le vene. Permette tuttavia un’indagine su strutture altrimenti non visibili, come le meningi o i nervi cranici che passano vicino alle ossa, come il trigemino. È sicuramente più precisa della tac, anche se non necessariamente un esame esclude l’altro. Si integrano spesso per una miglior definizione delle eventuali alterazioni riscontrate. Non permette però una buona valutazione dell’osso e delle malattie che lo riguardano. Per contro riesce a evidenziare altri aspetti anomali che la Tac non riconosce o vede male. Malformazioni della corteccia cerebrale, anomalie di sviluppo del cervello, infarti cerebrali nelle prime fasi della malattia.

Che problemi può dare

Sono rarissimi i fenomeni di allergia, mentre può essere difficile eseguire l’esame per chi soffre di claustrofobia. Lo spazio in cui si deve rimanere immobili è angusto e il rumore può essere molto fastidioso. Alcuni centri sono dotati di macchinari aperti.

5) ANGIO-TC E ANGIO-RM 

Sono esami che si basano sugli stessi principi della Tac e della risonanza magnetica, soltanto che il software di elaborazione delle immagini privilegia la componente vascolare. Vale a dire evidenzia in maniera selettiva le arterie e le vene del cervello ricostruendo un’immagine che rappresenta l’albero vascolare del nostro cervello. L’angio-Tc va eseguita con mezzo di contrasto, l’angio-Rm può essere eseguita senza contrasto e sensibilizzata con il mezzo di contrasto.

Come si eseguono

Esattamente come la tac e la risonanza.

A cosa servono

Fondamentalmente per evidenziare aneurismi, fistole artero-venose, malformazioni vascolari del cervello.

Che problemi possono dare

Problemi di allergia al mezzo di contrasto per l’angio-Tc e gli stessi visti per la risonanza magnetica nel caso dell’angio-Rm.

6) RACHICENTESI 

Chiamato anche puntura lombare, è un esame invasivo attraverso cui si può prelevare una minima quantità di liquido cerebro-spinale, o liquor cefalo-rachidiano, da esaminare come si fa con i prelievi di sangue. Il liquor circonda e protegge il cervello e il midollo spinale, serve sia da cuscinetto protettivo sia per il nutrimento e lo smaltimento delle sostanze da eliminare.

Come si esegue

È eseguita da un medico che, in modo assolutamente sterile, utilizza un sottile ago facendolo penetrare in anestesia locale cutanea fra due vertebre a livello lombare, dove non vi è possibilità di danneggiare il midollo. Si esegue la misurazione della pressione liquorale e si preleva poi il liquor da inviare in laboratorio per le analisi del caso. Si possono effettuare anche manovre per valutare come la cavità lombare che contiene il liquor sia in connessione con le cavità che lo contengono a livello cerebrale (ventricoli, cisterne e spazi meningei). Si possono infine, in situazione particolari, iniettare nel liquor farmaci per curare direttamente malattie che interessano il cervello.

A cosa serve

Sono rarissimi i casi in cui una sospetta cefalea secondaria richiede questo esame. L’analisi del liquor, fornisce informazioni su eventuali stati infiammatori, come nelle meningiti, nelle encefaliti o negli ascessi cerebrali. Può evidenziare la presenza di sangue per un’emorragia subaracnoidea anche quando la Tac sia risultata negativa. Possono essere rilevate cellule tumorali o possono essere scoperte alterazioni proteiche o immunologiche, come nella sclerosi multipla. Informazioni importanti si possono ottenere misurando la pressione del liquor e infine il liquor stesso può essere un veicolo utilissimo per diffondere farmaci che devono agire direttamente sul cervello.

Che problemi può dare

Se effettuata correttamente la rachicentesi non è pericolosa. Il rischio più frequente è quello di avere mal di testa per qualche giorno. Soprattutto se non si rimane a letto per almeno 24 ore dopo aver effettuato l’esame. Inoltre, per evitare il mal di testa, è bene bere molto nelle 24-48 ore successive al prelievo liquorale. Molto raramente è possibile avere dei danni sulle radici spinali e rarissima è l’emorragia da puntura all’interno del midollo. Questo perché la manovra viene effettuata a livello lombare, solitamente fra la terza e la quarta vertebra, dove il midollo spinale non è più presente in quanto termina subito sotto la prima vertebra lombare. Esiste anche una cefalea da rachicentesi che si presenta quando i pazienti non seguono la raccomandazione di stare sdraiati a letto per alcune ore in modo che la pressione liquorale ritrovi il suo naturale equilibrio idrostatico.

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