Salute

Epifisiolisi dell’anca: cause, diagnosi, cure

La lesione ossea-cartilaginea a livello del collo e della testa del femore colpisce soprattutto i maschi durante l'adolescenza o la pubertà

Focus di Gaetano Pagnotta, unità operativa di ortopedia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Rima.

L’epifisiolisi dell’anca è una lesione ossea-cartilaginea a livello del collo e della testa del femore: quest’ultima tende a scivolare (di solito verso il basso) fino a perdere i rapporti con il collo. Il problema riguarda soprattutto i maschi in età puberale (adolescenza).

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CAUSE: non sono ancora del tutto chiare. Fattori di rischio dell’epifisiolisi sono l’obesità e il forte sovrappeso, gli squilibri ormonali o traumi, per esempio in seguito ad attività sportive rudi e di contatto.

SINTOMI. I ragazzini con epifisiolisi di solito zoppicano e lamentano dolori all’inguine e all’anca, specie dopo l’attività fisica o aver camminato a lungo.

DIAGNOSI: è sufficiente una radiografia all’anca, valutata da un ortopedico.

TERAPIA, L’unico rimedio è l’intervento chirurgico, detto epifisiodesi. In anestesia generale, si pratica un’incisione di tre-quattro centimetri, si riporta la testa del femore nella sede originaria e si fissa con una vite in titanio o con quattro fili di Kirschner. Il paziente viene dimesso dopo uno-due giorni e per un mese dovrà usare le stampelle perché non potrà caricare sulla gamba operata.

LA RIABILITAZIONE. Se viene fatta una corretta riabilitazione (l’ideale è la fisioterapia in acqua), si può tornare a fare sport dopo quattro-sei mesi. Dopo un anno si fa una radiografia di controllo e, se si è formato il cosiddetto callo osseo (cioè la testa del femore si è fusa al collo), si rimuovono la vite o i fili.
Gaetano Pagnotta, unità operativa di ortopedia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Rima

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