Salute

Bottiglie di acqua tenute in auto: quali sono i rischi per la salute?

Un'abitudine molto diffusa, che però nasconde parecchie insidie. Ecco quali

Bere acqua da bottiglie di plastica lasciate in auto, soprattutto in giornate di sole, può essere più pericoloso di quanto immaginiamo. Sempre più studi mostrano che le alte temperature favoriscono il rilascio di sostanze tossiche dalla plastica all’acqua, con potenziali effetti dannosi sulla salute a lungo termine.

Microplastiche e sostanze tossiche nell’acqua in bottiglia

Secondo diverse ricerche, fino all’80% delle acque in bottiglia contiene microplastiche e altre sostanze non dichiarate. Questi contaminanti sono stati associati a diversi problemi di salute come a problemi di fertilità, ritardi nello sviluppo nei bambini, malattie metaboliche come il diabete e complicazioni cardiovascolari.

Gli studi più recenti dimostrano che la quantità di particelle tossiche aumenta con il calore: quando le bottiglie restano al sole o dentro un’auto chiusa, la plastica tende a degradarsi e a rilasciare molecole pericolose.

Lo studio dell’Università di Nanjing

Un’indagine condotta dai ricercatori della Nanjing University (Cina) ha sottoposto bottiglie in plastica di PET (polietilene tereftalato) a quattro settimane di calore intenso (158°F, circa 70°C).

I risultati hanno mostrato la presenza nell’acqua di:

  • Antimonio, un metallo pesante tossico che può causare mal di testa, nausea, dolori addominali, insonnia, e a lungo termine infiammazioni polmonari e ulcere gastriche.
  • Bisfenolo A (BPA), una sostanza già nota per i suoi effetti dannosi, correlata a tumori, infertilità, disturbi cardiovascolari, autismo e perfino morte prematura.

Quanto diventa calda un’auto al sole?

Il rischio è tutt’altro che teorico. Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), in una giornata da 27°C (80°F):

  • dopo 20 minuti la temperatura interna di un’auto chiusa può raggiungere i 43°C;
  • dopo 40 minuti, 48°C;
  • dopo un’ora, addirittura 50°C.

Temperature sufficienti ad accelerare il rilascio di sostanze tossiche dalle bottiglie di plastica.

Lo studio canadese: anche a 37°C rilascio di particelle

Un altro lavoro condotto nel 2023 dai ricercatori della McGill University di Montreal ha analizzato quattro tipi comuni di plastica, scoprendo che a 37°C, la temperatura corporea queste rilasciavano micro e nanoparticelle nell’acqua.

Invece, i campioni conservati al freddo (4°C, in frigorifero) ne contenevano pochissime o nessuna.

Nanoplastiche: il nuovo allarme

Gli studi più avanzati, come quello della Columbia University (USA), hanno dimostrato che l’acqua in bottiglia contiene centinaia di migliaia di nanoparticelle di plastica, invisibili e molto più piccole delle microplastiche finora studiate.

  • In media, una bottiglia da un litro contiene circa 240.000 particelle.

  • L’acqua di rubinetto, invece, ne contiene appena 5,5 per litro.

Queste particelle ultrafini sono considerate particolarmente preoccupanti perché, data la loro dimensione, possono penetrare facilmente nei tessuti umani e potenzialmente negli organi vitali.

Come ridurre i rischi

Per limitare l’esposizione a microplastiche e sostanze tossiche:

  1. Non lasciare mai bottiglie d’acqua in plastica in auto o al sole.
  2. Preferire bottiglie riutilizzabili in vetro o acciaio inox, più sicure e sostenibili.
  3. Conservare l’acqua in ambienti freschi e al riparo dalla luce.
  4. Quando possibile, bere acqua del rubinetto (in Italia è controllata e sicura, con livelli di microplastiche molto più bassi rispetto a quella in bottiglia).

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio