Salute

Bastone e serpente, così nasce il simbolo della medicina

Scopri l'origine dell'immagine che identifica l'arte del curare: è legata allo sfortunato Asclepio, figlio di Apollo e di una mortale

Il grecista Giorgio Ieranò è docente universitario, giornalista, scrittore e insegna storia del teatro antico, letteratura greca e filologia classica all’Università di Trento. Su OK La salute prima di tutto cura la rubrica Storie della medicina, da cui è tratto questo articolo.

Perché il simbolo della medicina è un serpente attorcigliato intorno a un bastone? La risposta sta nelle favole antiche. E chiama in causa la divinità che per i greci era il patrono dell’arte medica: Asclepio. Un inno attribuito a Omero lo invocava come «gioia per l’umanità colui che conosce gli incantesimi per scongiurare le orrende sofferenze».
Ma il dio che restituiva la salute agli uomini ebbe una sorte personale sfortunatissima. Già la sua nascita si pone sotto un segno nefasto: Asclepio era figlio di Apollo e di una mortale, Coronide. Quest’ultima osò tradire l’amore del dio, per di più unendosi con un uomo comune.

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Fu il corvo, secondo il mito, a fare la spia, raccontando tutto ad Apollo che, preso dalla rabbia, trasformò il corvo, che prima era bianco, in nero. Poi uccise Coronide, e le strappò dal ventre il figlio di cui era incinta: Asclepio, appunto, che fu affidato al saggio centauro Chirone. Dal centauro apprese le arti mediche. Ma si spinse troppo oltre nel suo amore per l’umanità.
Asclepio iniziò non solo a guarire ma anche a resuscitare gli uomini. Tra loro anche Ippolito, quell’eroe infelice fatto morire dal padre Teseo perché ingiustamente accusato di avere tentato di sedurre la matrigna Fedra.

Ma il serpente e il bastone? Un mito racconta che, un giorno, un serpente si avvolse intorno al bastone di Asclepio: il dio, subito, lo uccise. Però un altro serpente arrivò portando in bocca un’erba medica che risanò l’animale ucciso. Così Asclepio imparò a resuscitare i morti, e il bastone col serpente divenne il suo simbolo.
Ma Zeus, il padre degli dei, non poteva tollerare queste resurrezioni: violavano le regole del cosmo e sfidavano le leggi del destino. Perciò incenerì Asclepio con il suo fulmine. Apollo, per vendicarsi, uccise a sua volta i Ciclopi, i giganti da un occhio solo che, nelle loro grotte, forgiavano i fulmini di Zeus.

I santuari di Asclepio, dove si operavano guarigioni miracolose, erano famosi in tutto il mondo antico: edifici sacri come quello di Epidauro, di cui ancora oggi restano magnifiche rovine e uno splendido teatro costruito per lo svago dei pellegrini. Certo, può sembrare strano che una scienza come la medicina abbia per padre una divinità la cui storia è così bizzarra e violenta. Ma queste erano le storie che piacevano ai greci.
Giorgio Ieranò – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2011

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