NewsSalute

Aneurisma dell’aorta addominale: nuova importante scoperta

Il Centro Cardiologico Monzino e l'Università degli Studi di Milano hanno identificato un gruppo di geni coinvolti nell’esordio e nella progressione di questa malattia

Si arricchiscono le conoscenze dei ricercatori sull’aneurisma dell’aorta addominale. Il Centro Cardiologico Monzino IRCCS e l’Università degli Studi di Milano, infatti, hanno individuato e identificato un gruppo di geni coinvolti nell’esordio e nella progressione della malattia. Si tratta di una scoperta importante, che consente di comprendere ulteriormente i meccanismi implicati nell’insorgenza di questa patologia, aprendo la strada a nuove possibilità di diagnosi e cura.

Cos’è l’aneurisma dell’aorta addominale

In presenza di alcuni fattori di rischio, come la predisposizione genetica, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il fumo, le malattie cardiache e il diabete, la parete dell’aorta addominale può subire una dilatazione anomala e, con l’avanzare del tempo, andare incontro a rottura. Questo evento causa sanguinamento interno e conseguente shock emorragico che, nella maggior parte dei casi, è letale. Purtroppo questa patologia, che insorge prevalentemente negli over 50, è del tutto asintomatica. Per questo motivo, le persone considerate a rischio dovrebbero sottoporsi abitualmente all’ecografia addominale, che consente di verificare la presenza di un’alterazione aortica. Per approfondire questo tema, leggi la nostra intervista al chirurgo vascolare Gianluca Faggioli.

Gruppo San Donato

La scoperta italiana

Sapendo che il tessuto adiposo adiacente ai vasi sanguigni spesso ha un ruolo determinante nell’insorgenza e nello sviluppo di diverse malattie vascolari, i ricercatori si sono chiesti se quello intorno all’aneurisma avesse anch’esso una correlazione con la patologia. Lo studio, pubblicato su Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology, ha preso in esame l’insieme dei geni dello strato adiposo circostante l’aneurisma dell’aorta addominale e lo ha confrontato con quello sano dello stesso individuo. «In questo modo sono emerse differenze nell’espressione di oltre 300 geni nel tessuto adiposo malato e abbiamo notato che queste aumentano di numero e di grado con l’aumentare del diametro dell’aneurisma» spiega Luca Piacentini, biologo molecolare dell’Unità di Immunologia e Genomica Funzionale del Monzino. Si tratta di una sorta di “firma molecolare”, che identifica il tessuto malato e lo diversifica da quello di altri depositi di grasso. «La ricerca ci suggerisce, in particolare, che questa combinazione di geni dall’espressione alterata è determinante non solo nell’esordio ma anche nella progressione della malattia» continua Piacentini.

Alla base potrebbe esserci una genesi autoimmunitaria

L’alterazione di questo gruppo di geni del tessuto adiposo circostante potrebbe trovare spiegazione nelle indicazioni precedenti che vedono nella patologia una genesi autoimmunitaria. «I risultati, infatti, suggeriscono che una risposta immunitaria anomala nel tessuto adiposo perivascolare è centrale per la formazione e la progressione dell’aneurisma» dice Gualtiero Colombo, responsabile dell’Unità di Immunologia e Genomica Funzionale. «Si tratta di un’indicazione preziosissima perché fa prospettare la possibilità di percorsi diagnostici personalizzati e apre la strada allo sviluppo di approcci terapeutici specifici, anche alternativi alla chirurgia».

In questo articolo

Leggi anche…

None found

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio