
Una nuova ricerca mette sotto accusa alcune stufe a legna, sempre più utilizzate per scaldarsi per ovviare ai costi del riscaldamento con il gas. Lo studio, presentato al Congresso della European Respiratory Society ad Amsterdam (ERS), ha seguito migliaia di persone per otto anni e ha rilevato che chi utilizza regolarmente stufe a legna tende a perdere capacità polmonare più velocemente rispetto a chi non le usa, con effetti simili a quelli del fumo di sigaretta.
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Stufe a legna pericolose: cosa dice la ricerca
Secondo campagne ambientaliste, già in passato la combustione domestica veniva indicata come una delle principali fonti di emissioni nocive, persino più del traffico urbano. Tuttavia, un rapporto del DEFRA (Department for Environment, Food & Rural Affairs) ha mostrato che negli ultimi anni la situazione è cambiata: le emissioni da riscaldamento domestico sono diminuite, mentre quelle legate ai veicoli restano predominanti.
Stufe moderne o vecchie? Le differenze contano
Come spiega Erica Malkin della Stove Industry Association (SIA), gran parte delle emissioni più nocive non proviene dalle moderne stufe sigillate, ma da camini aperti o da apparecchi datati.
Gli studi che paragonano le stufe al fumo di sigaretta, infatti, non sempre distinguono tra tecnologie diverse: le stufe moderne, sigillate e a norma Ecodesign 2022, rilasciano quantità molto inferiori di particelle, convogliando i fumi direttamente nella canna fumaria e non nell’ambiente domestico. Il marchio clearSkies, inoltre, aiuta i consumatori a identificare i modelli più puliti ed efficienti.
Stufe a legna pericolose: il combustibile giusto fa la differenza
Non tutta la legna è uguale. Dal 2021 la legna venduta in piccoli quantitativi deve avere un’umidità inferiore al 20%. Bruciare legna verde o umida produce più fumo e particelle nocive, mentre i ciocchi ben stagionati garantiscono una combustione più pulita ed efficiente.
È vietata la vendita di carbone tradizionale, mentre i combustibili solidi devono essere certificati e a basso contenuto di zolfo.
Il consiglio degli esperti è chiaro: usare solo legna certificata, mai scarti o legno trattato, che può rilasciare sostanze tossiche.
Come usare la stufa a legna in modo sicuro
Oltre al tipo di stufa e di combustibile, anche il modo in cui si utilizza l’impianto è fondamentale:
- Rifornire correttamente: aprire lo sportello lentamente, dopo che la legna si è ridotta a brace, per evitare nuvole di fumo in casa.
- Evitare la combustione lenta e fumosa: lasciar bruciare la legna con una buona fiamma, evitando di ridurre troppo l’afflusso d’aria. Una stufa che “smoulders” (cioè brucia lentamente senza fiamma) produce molte più particelle nocive.
- Pulizia regolare: il camino andrebbe spazzato almeno una volta all’anno, meglio due se la stufa viene usata quotidianamente in inverno. Una canna fumaria ostruita aumenta il rischio di fumi in casa e monossido di carbonio.
- Manutenzione tecnica: controlli periodici garantiscono che la stufa resti ben sigillata ed efficiente.
- Ventilazione degli ambienti: aprire leggermente una finestra durante l’uso aiuta a disperdere le particelle sottili e migliora la qualità dell’aria indoor.
Norme e buone pratiche da conoscere
Gli esperti ricordano anche che le stufe moderne non devono essere considerate alternative ai sistemi di riscaldamento ecologici, ma piuttosto un’integrazione: possono garantire calore immediato nei periodi di freddo intenso o quando i costi dell’energia elettrica salgono.
Infine, passare da un camino aperto a una stufa moderna e sigillata può ridurre le emissioni nocive fino al 90%, un dato che sottolinea l’importanza di un aggiornamento tecnologico.